Cinzia Scaglione con PIF |
PIF, autore de "La Mafia uccide solo d'estate", nella Conferenza stampa di presentazione della seconda serie (o Capitolo 2) che verrà trasmesso su RAI 1, aggiunge anche: "Facile accusare i politici, ma qualcuno li ha votati".
Cinzia Scaglione, da Roma scrive per il GDS:
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*** Raccontare
la mafia con sarcasmo, demistificando i boss ed esaltando l’umanità
dei grandi eroi dell’antimafia e il coraggio solitario della gente
comune.
E’ questo il punto di forza della serie - e ancor prima del film - La mafia uccide solo d’estate. Da un’idea di Pierfrancesco Diliberto. Da giovedi 26 aprile, su Rai 1, andrà in onda il capitolo 2. Si racconta adesso la guerra di mafia, forse la più sanguinosa che abbia caratterizzato il nostro paese.
“Da quel 1979, la mafia, che prima uccideva senza far troppo rumore, comincia a vedere nell’omicidio l’unica forma possibile di soluzione ai problemi”, spiega il regista Luca Ribuoli. Si ricordano gli omicidi del magistrato e politico Cesare Terranova, del Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella, del procuratore Gaetano Costa, dell’imprenditore Carmelo Iannì. Non è stato semplice il lavoro degli sceneggiatori Michele Astori, Stefano Bises e Michele Pellegrini: attingere nella storia e scavare, cogliere aspetti inediti, meno conosciuti, ascoltare testimonianze. E farcire tutto di tagliente ironia. E il regista ha fatto un lavoro minuzioso con gli attori, che sono riusciti a caratterizzare i personaggi con grande abilità.
“La famiglia Giammarresi siamo noi - evidenzia Pif - non solo noi palermitani, ma noi italiani”. Lorenzo interpretato da Claudio Gioè, la moglie Pia-Anna Foglietta, il giovane figlio Salvatore-Eduardo Buscetta, la sorella Angela-Angela Curri. E ancora lo zio Massimo-Francesco Scianna, la moglie Patrizia-Valentina D’Agostino. Nel cast anche l’esilarante Nino Frassica-Frà Giacinto e Sergio Vespertino-Tommaso Buscetta.
Il giovane Salvatore chiede al padre “Si deve andare via da Palermo per continuare ad avere una vita normale?”
“Se si rimane bisogna combattere - spiega Pif - la realtà è che adesso è arrivato il momento di passare da Cosa Nostra a Colpa Nostra e capire quanto siamo responsabili noi nella vita di tutti i giorni. Giustamente, ce la prendiamo con i politici che ne combinano di tutti i colori, però qualcuno li vota. Credo sia arrivato il momento di spostare il dito su tutti noi. Questa serie è quell’esame di coscienza che non ci siamo mai fatti”
E riecheggiano le parole di Paolo Borsellino: “Il cambiamento si fa soprattutto in cabina elettorale”.
“Esatto. Il nostro voto è importante. Questo è un concetto che ancora il siciliano non capisce. Questa serie deve essere lo specchio di noi stessi. Vi fa schifo il personaggio? Rispecchia anche te, anche me. Quanto sono responsabile io di tutto ciò? Ognuno si faccia questa domanda prima di andare a letto”.
Frà Giacinto, padre spirituale della famiglia ma religioso vicino a Cosa Nostra, pronuncia una frase drammaticamente comica: “Il nostro signore ha creato la raccomandazione per aiutare gli ultimi”. Un malcostume radicato nella nostra cultura?
“Si. Sono i piccoli comportamenti quotidiani quelli che contano. E noi siciliani dobbiamo essere più onesti degli onesti. C’è un altro concetto che mi piace molto in questa serie, cioè la coscienza e il coraggio. La cosa peggiore che possa succedere è quando hai solo la coscienza. Ti dice qual è il problema e ti suggerisce anche la soluzione, però ci vuole il coraggio. Nel nostro paese, nella nostra regione, ci sono singole persone che il coraggio ce l’hanno. Non devono essere lasciati soli. La loro paura più grande è che la comunità attorno non riconosca il loro gesto. Quello è il crimine che noi non dobbiamo commettere. Allora, lì abbiamo la coscienza e il coraggio. La coscienza sola è devastante, ti uccide dentro”. Cinzia Scaglione
E’ questo il punto di forza della serie - e ancor prima del film - La mafia uccide solo d’estate. Da un’idea di Pierfrancesco Diliberto. Da giovedi 26 aprile, su Rai 1, andrà in onda il capitolo 2. Si racconta adesso la guerra di mafia, forse la più sanguinosa che abbia caratterizzato il nostro paese.
“Da quel 1979, la mafia, che prima uccideva senza far troppo rumore, comincia a vedere nell’omicidio l’unica forma possibile di soluzione ai problemi”, spiega il regista Luca Ribuoli. Si ricordano gli omicidi del magistrato e politico Cesare Terranova, del Presidente della Regione Siciliana Piersanti Mattarella, del procuratore Gaetano Costa, dell’imprenditore Carmelo Iannì. Non è stato semplice il lavoro degli sceneggiatori Michele Astori, Stefano Bises e Michele Pellegrini: attingere nella storia e scavare, cogliere aspetti inediti, meno conosciuti, ascoltare testimonianze. E farcire tutto di tagliente ironia. E il regista ha fatto un lavoro minuzioso con gli attori, che sono riusciti a caratterizzare i personaggi con grande abilità.
“La famiglia Giammarresi siamo noi - evidenzia Pif - non solo noi palermitani, ma noi italiani”. Lorenzo interpretato da Claudio Gioè, la moglie Pia-Anna Foglietta, il giovane figlio Salvatore-Eduardo Buscetta, la sorella Angela-Angela Curri. E ancora lo zio Massimo-Francesco Scianna, la moglie Patrizia-Valentina D’Agostino. Nel cast anche l’esilarante Nino Frassica-Frà Giacinto e Sergio Vespertino-Tommaso Buscetta.
Il giovane Salvatore chiede al padre “Si deve andare via da Palermo per continuare ad avere una vita normale?”
“Se si rimane bisogna combattere - spiega Pif - la realtà è che adesso è arrivato il momento di passare da Cosa Nostra a Colpa Nostra e capire quanto siamo responsabili noi nella vita di tutti i giorni. Giustamente, ce la prendiamo con i politici che ne combinano di tutti i colori, però qualcuno li vota. Credo sia arrivato il momento di spostare il dito su tutti noi. Questa serie è quell’esame di coscienza che non ci siamo mai fatti”
E riecheggiano le parole di Paolo Borsellino: “Il cambiamento si fa soprattutto in cabina elettorale”.
“Esatto. Il nostro voto è importante. Questo è un concetto che ancora il siciliano non capisce. Questa serie deve essere lo specchio di noi stessi. Vi fa schifo il personaggio? Rispecchia anche te, anche me. Quanto sono responsabile io di tutto ciò? Ognuno si faccia questa domanda prima di andare a letto”.
Frà Giacinto, padre spirituale della famiglia ma religioso vicino a Cosa Nostra, pronuncia una frase drammaticamente comica: “Il nostro signore ha creato la raccomandazione per aiutare gli ultimi”. Un malcostume radicato nella nostra cultura?
“Si. Sono i piccoli comportamenti quotidiani quelli che contano. E noi siciliani dobbiamo essere più onesti degli onesti. C’è un altro concetto che mi piace molto in questa serie, cioè la coscienza e il coraggio. La cosa peggiore che possa succedere è quando hai solo la coscienza. Ti dice qual è il problema e ti suggerisce anche la soluzione, però ci vuole il coraggio. Nel nostro paese, nella nostra regione, ci sono singole persone che il coraggio ce l’hanno. Non devono essere lasciati soli. La loro paura più grande è che la comunità attorno non riconosca il loro gesto. Quello è il crimine che noi non dobbiamo commettere. Allora, lì abbiamo la coscienza e il coraggio. La coscienza sola è devastante, ti uccide dentro”. Cinzia Scaglione
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