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13 agosto, 2009
Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri: Sorprendenti le ingiustificate e infamanti accuse che si risolvono nella delegittimazione dell’operato...
Roma, 13 agosto 2009. Il settimanale l’Espresso pubblica oggi un articolo a firma di Giorgio Bocca dal titolo ”Quanti amici ha Totò Riina” nel quale si proietta, in modo sconcertante, sui Carabinieri che operano in Sicilia l’ombra della collusione e della pavidità, ombra che il Comando Generale respinge con fermezza e con indignazione. Basterebbe a confutarla la menzione dei 33 caduti per mano della mafia, tra i quali il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, sorprendentemente accostato a figure come Totò Riina e Massimo Ciancimino, entrambi arrestati dai Carabinieri.
All’eroica testimonianza dei caduti si affianca quella delle migliaia di Carabinieri che in Sicilia continuano ad offrire quotidiane prove di abnegazione e di riconosciuta efficienza.
Sono i Carabinieri che ieri hanno arrestato lo stesso Riina e oggi hanno stroncato sul nascere il tentativo di riorganizzazione di Cosa Nostra.
Sorprendono, quindi, le ingiustificate e infamanti accuse che si risolvono nella delegittimazione dell’operato di fedeli servitori dello Stato.
Il Carabiniere è pienamente consapevole del rischio che corre ed è invero “innaturale” insinuare che risponda a “tacite regole di coesistenza”, perché obbedisce con coraggio e lealtà unicamente all’imperativo del dovere, per la difesa della legalità e l’affermazione del bene comune. E sulla via di quel dovere muore a Palermo come a Monreale, a Vicenza come a Pagani, a Platì come a Nassyria, a Torre di Palidoro come alle Fosse Ardeatine.
Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri
Roma, 13 agosto 2009
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Sant'Agata Militello. I Carabinieri della Compagnia sottompongono a fermo due pregiudicati per furti aggravati.
I due malfattori, intercettati dai carabinieri della compagnia di Sant’Agata di Militello mentre viaggiavano a bordo di autovettura; sottoposti a perquisizione veicolare e personale, venivano trovati in possesso di diversi utensili ed un grimaldello, occultati all’interno della vettura nonche’ la somma contante di euro 300. A seguito delle immediate indagini, supportate da riproduzioni fotografiche estrapolate da alcune video sorveglianze posizionate sul territorio, permettevano di stabilire che predetti, nei giorni precedenti, avevano perpetrato sei furti in questo comprensorio e nei vicini comuni di Rocca di Caprileone, Torrenova e Brolo. Entrambi i fermati venivano tradotti presso la casa circondariale di Messina – Gazzi a disposizone dell’ a.g. di Patti;