L’energia e l’estro di quest’ultimo trovano il giusto contrappunto artistico nel resto del cast, composto da Antonio Ribisi La Spina (nel ruolo del padre di Gaspare), Giuseppe Battiloro (agente di custodia), Vincenzo Mallia (detenuto) e Mirko Ingrassia (Salvatore Giuliano). Inoltre, la narratrice, Katia Di Mariano, amalgama lo snodarsi del racconto, nel suo nascere (prologo) e a conclusione dello stesso (epilogo). Così come gli intervalli musicali fungono da collante. Nessuno iato interpretativo, ma un piacevole passaggio temporale mediato dalla calda voce della cantante Costanza Licata (che suona anche il violino) e dall’accompagnamento strumentale di Rosy Enea (al piano e alle percussioni ). Il tutto sapientemente orchestrato dalla regia di Marco Pupella. L’autore ci regala l’evolversi del tormento interiore di Pisciotta, alimentato dall’intenzione di fornire al magistrato già incontrato nuove rivelazioni che comprometterebbero alcuni politici. Segreti trascritti su dei quaderni. Poi, però, viene assassinato: Pisciotta muore avvelenato nel 1954.
Cinzia Scaglione
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