08 marzo, 2017

Sant'Agata Militello. "Che disastro!". Ma era prevedibile. Lungomare pronto ad essere sommerso completamente.

Il 27 luglio 2005 il dirigente generale del dipartimento regionale territorio ed ambiente prende atto e registra la rimodulazione del quadro economico al netto del ribasso d'asta del "Progetto dei lavori urgenti di difesa costiera del litorale ricadente in località lungomare del comune di Sant'Agata di Militello" per l'ìmporto al netto del ribasso d'asta di Euro 2.574.638,93 . Non sono un "tecnico" ma avevo subito capito, appena sono iniziati i lavori, che qualcosa non andava. Non capivo, e non avevo letto il progetto, ma era logico che il sistema di ripascimento adottato (prelievo di sabbia dal retro porto e immissione con tubi semi-galleggianti, spinta da pompe), non avrebbe funzionato o resistito a lungo e, infatti, così è stato. Ritenevo invece valido e ben fatto il muro-paraonde, semi-curvo per favorire l'impatto dei marosi. Altrettanto valido il sistema adottato per trapiantare in profondità il suddetto muro. Tant'è che è resistito fino ad oggi. (Continuate a leggere cliccando su "Leggi tutto")


 Quello che mi ha meravigliato, e continua a meravigliarmi o sorprendermi è il perchè non si è continuata la costruzione del muro, quantomeno fino all'incrocio con la via Campidoglio, se non oltre, salvaguardando la villa Bianco, l'Asteria e questo tratto del Viale della Regione Siciliana. E dire che occasioni di finanziamento e di progettualità relativa ne abbiamo avuto. A me basta scorrere i miei post del periodo successivo alla costruzione del muro, ancora integro, per rendersi conto che il sottoscritto, e solo il sottoscritto, ha fortemente criticato la famosa costruzione della scala a tre discese, poi diventata una sola, dopo le mie critiche. Oggi non esiste neanche quella perchè risucchiata dal mare. Mi domando: "E se si fosse continuata la costruzione di quel muro con lo stesso criterio tecnico, avremmo avuto gli stessi danni?"
 Ma no! In quel periodo si era trovato il sistema di ottenere i finanziamenti per "distruggere" la Villa Bianco, eliminare le aiuole,  il verde, gli alberi e fare campetti in erba con sperpero di denaro pubblico che è servito, probabilmente, a ben altra cosa e non a riqualificare e proteggere il lungomare e le Ville.
Il 16 Maggio 2011 nel post, pubblicato sul mio Blog che è la vera e unica "Altra Informazione di Sant'Agata Militello"  dal titolo :

Sant'Agata Militello. La relazione tecnica-descrittiva dei lavori sul lungomare in corso di esecuzione. (che potrete leggere o rileggere cliccando qui)

scrivevo, tra l'altro, prelevando in parte quanto scritto nel "Progetto esecutivo":
"Il presente progetto esecutivo di variante ed aggiornamento prezzi del progetto di primo stralcio di un progetto generale per la “riqualificazione del lungomare lungo l’asse del borgo marinaro e delle aree adiacenti il castello Gallego”, dell’importo complessivo di € 3.750.000,00 approvato in linea amministrativa dalla Giunta Comunale con delibera n. 146 del 14.11.2005"
......................
"La perizia originaria, redatta nel 2006 ed approvata con determina del Funzionario n. 694 del 20.12.06, prevedeva la riqualificazione della fascia di verde attrezzato denominata “villa Bianco” posta tra il Viale della Regione Siciliana e la Via Enrico Cosenz, compreso i marciapiedi limitrofi ........."
Tutto il resto è "storia" che continua a ripetersi, non solo a Sant'Agata Militello ma in tutta la Sicilia, in tutta Italia, e le cronache odierne ne sono testimonianza.
Forse, se continuo ad avere la stessa lucidità e le stesse possibilità e capacità di reperire informazioni, come ho fatto finora, continuerò a ripetere "perchè, perchè, perchè?". 
Come il nostro concittadino Vincenzo Consolo (Nemo propheta in patria . Nessuno è profeta nella sua patria .), sono convinto e forse lo siamo un pò tutti, che quest'isola, questo paese, questa nostra piccola cittadina, poteva essere il "fiore all'occhiello" di tutto l'interland, il nostro porto il più utile e trafficato del "Tirreno", il nostro lungomare il più bello della zona ma...... "per il mal governo, l'incapacità dei politici ........ e altro che non scrivo) é diventata e resterà il "fanalino di coda" e senza più possibilità di riguadagnare il tempo e le occasioni perdute.
Calza a proposito quanto ha scritto sul suo "Diario", su FB, la concittadina, Signora Alba che scrive (e io copio, col suo consenso):
"Alba La Mantia ha aggiunto nuove foto  
C'era una volta un bel paesino sulla riva tirrenica della Sicilia. C'era il bel paesino, un castello, una chiesa. C'era una piazza un circolo e qualche nobilotto con pretese dei 3/4 di nobiltà. Nel paesino c'erano molti artigiani braccianti e maestranze varie. C'era nel bel paesino anche il borgo marinaro, attivo industrioso e fiorente con tutte le attività connesse alla pesca copiosa e genuina in un mare ancora pulito. C'era il commercio del pescato, la salatura del pesce azzurro e molti altri prodotti. Nel borgo marinaro si costruivano anche rinomati pescherecci da vendere ad altre marinerie. Tutto fiorente ed attivo nel
bel paesino metà agricolo e metà marinaro. Il pesino crebbe, si ingrandì, molti emigrarono e con i soldi guadagnati al nord costruivano le case per quando sarebbero tornati e per i loro figli che dopo gli studi avrebbero certamente abitato e lavorato lì. C'era solo la scuola dei Salesiani ma in seguito si aprirono scuole statali di ogni tipo e banche e uffici e caserme e tutto quello che è degno di un grosso paese di provincia in espansione economica e demografica. Tutto andava a gonfie vele nel bel paesino, e i cittadini industriosi vivevano bene prosperando. Intanto i bravi e infaticabili marinai anche loro, quando rammendavano le reti lungo la spiaggia sabbiosa (allora lo era) pensavano al futuro dei figli. Anche loro trasformarono con grossi sacrifici le vecchie case in pietra di fiume in dignitosissime abitazioni con sopraelevazioni in mattoni cotti ricavandone appartamenti per i figli. Anche loro si costituirono in società di pescatori, si emanciparono e fecero cooperative. Erano tanti e avevano bisogno di un aiuto, specie in inverno quando il mare grosso li costringeva a tirare le barche sin a ridosso delle case e le automobili potevano passare a stento. Era emozionante toccare le chiglie dei grossi pescherecci che come balene in visita entravano quasi nelle case con le grosse prue, come a chiedere permesso. Fu tremendo quando in occasione di mareggiate eccezionali anche chi abitava in alto e non era pescatore scendeva alla spiaggia ad aiutarli a issare le barche sulla strada per metterle in salvo. I pescatori erano tanti e cominciarono a chiedere un porto per alleviare le loro sofferenze e preoccupazioni. La politica colse l'occasione e cominciò a blandirli con la promessa di un porto, grande, moderno, addirittura col circo mare della capitaneria, una nuova strada e il collegamento allo svincolo dell'autostrada. Che bello! Ma...erano gli anni '70 del '900. Sono passati 40 anni. Il molo di sopra flutto è stato ultimato dopo molti appalti, molti processi, molti sequestri, gru di ogni genere, traversie varie, e poi di nuovo appalti e sub appalti. Adesso c'è un parcheggio, c'è un distributore di benzina, un gestore privato di posti barca, c'è il circolo nautico e di recente c'è anche il circo mare della capitaneria, ogni tanto arriva qualche grosso natante di lusso e resta un paio di giorni, più per
riposarsi e fare rifornimento che per visitare il paesino non più prospero. Manca ancora dopo 40 anni il molo di sottoflutto, il collegamento all'autostrada e molti altri sevizi, ci sono ancora molte gare d'appalto da espletare e moltissimi altri soldi da stanziare. In questi 40 anni su questo porto si sono costruite carriere politiche e associative, molte altre campagne elettorali attendono di pasteggiarvi sopra e lo faranno! Quello che non c'è più sono enormi risorse economiche che avrebbero potuto finanziare moltissime altre cose. Non c'è più la pescosità del Tirreno, non ci sono più le acque pulite e salubri, non ci sono più le possibilità di pescare come un tempo, c'è il fermo biologico e fondi della UE per tenerli fermi, le multe salatissime, divieti di ogni sorta e fare il pescatore è una scommessa a dispetto della volontà europea di distruggere le marinerie italiane.
Non ci sono più nemmeno tutti quei pescatori. Molti si sono trasformati in affittacamere o in affitta appartamenti estivi. In ristoratori o altro. Non c'è più la spiaggia, non c'è più il litoranea divorata dai marosi perchè qualcuno quel maledetto disgraziato porto lo ha costruito nel posto sbagliato e non hanno nemmeno il coraggio, o la decenza, di dirlo che hanno sbagliato, che ne hanno approfittato facendo credere che quel porto sarebbe stato il volano di sviluppo di un paese che è in evidentissimo declino. Non ci sono più le banche e nemmeno gli uffici pubblici. Anche gli abitanti sono sempre meno. Il mare si porta via il paese pezzo a pezzo, mareggiata dopo mareggiata e la dignità se la portano via finanziamento dopo finanziamento. Alla fine, resta un enorme inutile porto ma non c'è più il paese e nemmeno i marinai. Triste fine di un ex bel paesino. Propongo un bombardamento per distruggere quell'inutile e distruttivo manufatto e salvare quel che resta del paesino.
Foto del disastro...e non è ancora finita!" (Alba La Mantia)

1 commento:

  1. Ed i rimpalli politici continuano a scapito di noi Santagatesi che oggi più che mai, sfiduciamo questa amministrazione incapace di gestire il bene comunale. Povera S Agata! !!

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