Secondo gli inquirenti, Foti sarebbe venuto a conoscenza di questi episodi e avrebbe trovato il modo di “agganciare” la vittima, instaurando un clima di terrore a casa della parte offesa. Avrebbe detto alla donna che il pregiudicato credeva che il sequestro dell’auto dipendesse dalla sua denuncia. Ma, poteva sistemare tutto lui. Un modo per estorcere denaro. La signora avrebbe ceduto due volte, consegnando complessivamente mille euro. La terza volta, però, è andata male. La donna ha chiamato l’agente della stradale con il quale si era confidata ed è scattata l’operazione della polizia, con un appostamento definitivo.
Foti si è recato nell’abitazione della donna per ritirare la somma di 300 euro. Le banconote erano state fotocopiate prima. E all’uscita della casa, l’uomo, trovato con i soldi in tasca, è stato fermato. Adesso, si trova nel carcere di Gazzi. E’ ancora in corso un’attività investigativa finalizzata all’individuazione di altri soggetti sottoposti allo stesso tipo di estorsione. Foti emigrò giovanissimo, con la madre e il fratello, negli Stati Uniti, a Cleveland, dove, crescendo, si è reso responsabile di numerosi reati. Condannato per lesioni dolose, ha scontato una pena di dieci anni di reclusione. In Italia (rientrato nel’97), ha precedenti per ricettazione, truffa, falsificazione di moneta, spendita e introduzione nello Stato.
Qualche anno fa, è stato destinatario di un avviso orale del Questore di Messina.
Cinzia Scaglione
Nella foto in alto: Seduti da sinistra. L’ispettore capo Vincenzo Ciacio, il dirigente del commissariato vice questore Francesco Picardi e il comandante della Stradale ispettore Massimiliano Fiasconaro.
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