Giorni addietro nel "Giornale di Sicilia" è apparso un articolo a firma Cinzia Scaglione sul "Bullismo" nella scuola. Vi ripropongo l'articolo perchè mi è pervenuto un "Commento Anonimo" che mi lascia perplesso. E' mia consuetudine non pubblicare i commenti anonimi pervenuti. (Tutti i commenti, per essere pubblicati, devono essere firmati anche da un pseudonimo e deve poter essere facilmente rintracciato l'autore) . Non potevo, però, pubblicare il successivo a firma "Monia", senza prima sottoporre all'attenzione dei lettori il commento della "pseudo ragazza di terza media" che si è postata in anonimo. L'argomento trattato è alquanto delicato e, a mio parere, va attenzionato, discusso e risolto nelle "apposite sedi". Se poi si vuole scrivere su questo blog, ben vengano gli interventi purchè non "anonimi". Ecco ora l'articolo ed i due commenti:
Atti di bullismo al secondo istituto comprensivo. Si sono verificati diversi episodi caratterizzati da atteggiamenti di prevaricazione adottati da ragazzini tredicenni, frequentanti la terza media, nei confronti di alunni delle prime classi. Mini-bulli in azione, dunque, anche alla scuola media. In particolare, qualche giorno fa, il litigio tra due ragazzini è avvenuto durante l’orario scolastico. Questa volta, però, il più piccolo ha reagito sferzando un calcio al compagno. Ma, di seguito, ne ha subito l’ira. Se le sono date di santa ragione, davanti agli occhi “divertiti” dei coetanei. Nonostante le dovute ramanzine e il coinvolgimento della famiglia di origine dei cosiddetti “bulli” per cercare di arginare il fenomeno, gli atti di prepotenza continuano. Già, un paio di mesi fa era stato preso di mira un altro ragazzino, che si è visto arrivare un pugno in testa pare per avere riferito all’insegnante degli insulti ricevuti. I genitori degli alunni vittime di atti di bullismo hanno segnalato quanto accaduto al personale docente e alla direzione, minacciando di denunciare i fatti alle forze dell’ordine. Vengono messi in atto dei veri e propri gesti di prepotenza nei confronti dei più piccoli, spesso incapaci di difendersi o di riferire tutto ai professori o ai genitori, perché timorosi di essere poi sottoposti ad eventuali ritorsioni. Purtroppo, ci sono ragazzini presi in giro e isolati dal “gruppo”. Vivono, quindi, situazioni di disagio, di emarginazione. “Tra noi genitori ne abbiamo parlato - afferma una mamma – siamo preoccupate per questi episodi che si verificano sistematicamente. Diversi ragazzini, undicenni, sono vittime di insulti e minacce da parte di tredicenni che si comportano da bulli, approfittando dei soggetti più deboli, che vengono addirittura isolati dagli altri coetanei. Credo che la scuola debba intervenire in maniera incisiva, con provvedimenti drastici. Bisogna scongiurare che gli atti di bullismo degenerino determinando conseguenze spiacevoli se non tragiche. E i fatti di cronaca ce ne danno testimonianza”. Il fenomeno del bullismo sembra dettato soprattutto da una stupida voglia di imporre la propria supremazia sui coetanei o semplicemente da un desiderio di anarchia, di sentirsi “forti”, di non voler sottostare alle regole. Altro gesto, ad esempio, compiuto ormai per consuetudine – ci viene riferito dai genitori e da qualche alunno - è quello di urinare nel lavandino del bagno e per terra, obbligando, quindi, il personale non docente a lavorare il doppio. Sicuramente, quello della famiglia e della scuola, nella crescita degli adolescenti, è un ruolo cardine. Forse, all’interno dei nuclei familiari si dovrebbero promuovere momenti di riflessione, di ascolto, dialogo, per cercare di cogliere e affrontare devianze e situazioni di disagio giovanile. La scuola, invece, dovrebbe stabilire un contatto diretto con le famiglie e, quando necessario, prendere provvedimenti esemplari. (Cinzia Scaglione)
Il commento della "ragazzina di scuola media":Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "
Atti di bullismo nelle scuole - Un cippo del Lions...":
Sono una ragazza della scuola media..faccio la terza..e conosco il ragazzo di cui si é parlato..a parer mio..l'articolo é troppo esagerato..certe accuse non sono il vero..Non emargina nessuno..Il ragazzo viene soltanto incitato dai compagni, e subito fermato dai docenti o dai ragazzi stessi..La scuola rimprovera sempre questi fatti..li "condanna"..la scuola sa cosa fare..Il mio compagno non é il "mostro" da voi descritto..Quindi..Non penso possiate "consigliare" ai genitori e ai docenti cosa fare..E dopo..Questi episodi accadono in tutte le scuole..medie e non..
(Anonimo)Il commento lasciato da una "mamma" che si firma col nome "Monia"Ho letto l'articolo sul bullismo e desidero riferire la mia esperienza sull'argomento. Credo che nessun bambino nasca predisposto a diventare un bullo. I bambini imparano a comportarsi da bulli e lo imparano dai genitori, oppure dai loro fratelli o dai coetanei che frequentano o da altre figure adulte. Qualsiasi adulto dovrebbe stare molto attento alle frasi che pronuncia in presenza di un bambino. Spesso un bambino sviluppa un'avversione o un'opinione negativa verso qualcuno perché ha sentito qualche commento negativo da altre persone. Un bambino che cresce in una famiglia dove tutti mostrano rispetto per gli altri, imparerà a fare la stessa cosa, ma se un bambino sente altri più grandi di lui deridere e disprezzare altre persone, assimilerà tali commenti che si trasformeranno presto in pregiudizi molto difficili da sradicare. E' solo una mia opinione, ma io credo che il bullismo, fatto di commenti sarcastici e sprezzanti, possa ferire più delle percosse fisiche. Il dolore fisico passa, ma la sofferenza emotiva mette radici nel tuo cuore e nella tua mente e può non scomparire mai. Quando ero bambina sono stata anch'io vittima di bullismo. Alle elementari ero piuttosto grassottella e i bulli della scuola iniziarono subito a prendersela con me. Ancora adesso ho in mente le parole che usavano per deridermi e ricordo ancora i nomi dei bambini che mi deridevano. Erano soliti chiamarmi "balena". Non appena cominciai ad essere derisa mi ritirai in me stessa e la mia autostima ne risentì per tutti gli anni successivi. Finché frequentai la scuola continuai ad essere presa in giro, ma le offese che ricevetti durante la prima elementare sono quelle che mi ferirono di più e ancora adesso le ricordo come quelle che hanno avuto un effetto peggiore su di me. Per questo ho cercato di proteggere il più possibile mia figlia. Anche lei è stata presa in giro per il suo peso e so che questo ha influito sulla sua autostima, anche se io ho cercato di insegnarle a non farsi un giudizio sulle persone basandosi sul loro aspetto, ma cercando di capire come sono fatte dentro. Spesso accade che un insegnante sia pronto a intervenire per separare bambini che si picchiano e che magari segnali la cosa ai genitori con una nota sul quaderno. Ma lo stesso insegnante tende molte volte a sottovalutare fenomeni più sottili di bullismo come il fatto che alcuni alunni prendono sistematicamente in giro i compagni o affibbiano loro dei nomignoli. Credo che in questi casi gli insegnanti dovrebbero intervenire tempestivamente per bloccare al suo nascere ogni tendenza a deridere e a prendere in giro. So che non sempre gli insegnanti sono disposti a coinvolgere i genitori, perché temono che essi possano risentirsi. Sarebbe molto importante che gli insegnanti comunicassero agli alunni che deridono e prendono in giro che così facendo, anche se non provano nessuna ferita fisica, stanno provocando delle ferite profonde nel cuore di coloro che offendono. So bene che spetterebbe ai genitori insegnare queste cose, ma purtroppo è proprio in famiglia che spesso un bambino apprende ad avere pregiudizi ed atteggiamenti di disprezzo verso chi è diverso e senza un efficace intervento educativo questi pregiudizi si consolidano e si trasmettono da una generazione all'altra. Termino qua questo mio sfogo. Aver visto menzionato il bullismo in questo sito mi ha reso consapevole di certe cicatrici che sono ancora nel mio cuore per quanto mi e successo da bambina. Spero che si cominci a intervenire di più nelle scuole per arginare il fenomeno del bullismo che è causa di tanta sofferenza Vi ringrazio per l'ascolto che vorrete darmi.
Monia