30 giugno, 2014

Sant'Agata Militello. Secondo il "Marco Tullio Cicerone" moderno, "Il delitto perfetto non esiste".

Marco Tullio Cicerone ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Sant'Agata Militello. Dal settimanale "Centonove"....":
 Marco Tullio Cicerone (N.d.B.; Ti prego, palesati!) alle 11:08 mi invia un commento in latino che è tratto da Cicerone: "Il delitto perfetto non esiste" 
"Eo fere tempore Strato medicus domi Sassiae furtum et caedem fecit. Erat in aedibus armarium, in quo sciebat esse numos et aurum. Noctu duos conservos dormientes Strato occidit et in piscinam deiecit, armarii fundum exsecuit et auri magnam partem surripuit:erat ei conoscius unus ex servis, puer non grandis natu.
 Furtum postridie cognitum est et omnis suspicio in eos servos qui non comparebant commovebatur. Cum exsectionem fundi in armario animadverterunt, et omnes quonam modo fieri potuisset mirabantur, amicus Sassiae recordatus est se nuper in auctione vidisse in rebus minutis aduncam serrulam, ex omni parte dentatam et tortuosam, et ea putabat fundum armarii potuisse circumsecari. Perquirunt, inveniunt eam serrulam a Stratone emptam esse. Strato aperte insimulatus est; puer conscius pertimuit, rem omnem dominae indicavit; homines in piscina inventi sunt. Strato in vincula coniectus est, atque in tberna eius nummi, nequaquam omnes, reperiuntur."
 *** Se è una "sfida", l'accetto, ma per tradurre il brano mi sono servito, debbo onestamente ammetterlo, del "Bignami" che era (ai miei tempi) un ausilio con il compito di trasformare un testo latino o greco in un testo in italiano o viceversa. L'ho rispolverato prelevandolo dalla mia vecchia libreria  perchè ho riscontrato che i traduttori, oggi anche in rete, compreso "Google traduttore", mi facevano "un sacco" di errori. Non sempre il "vecchiume" va buttato via per dar posto ai nuovi strumenti dei quali i giovani studenti possono oggi disporre! Traduco quindi, questa volta, non solo per "u zzu Pippino":
Traduzione: "Proprio in quel periodo il medico Stratone commise nella casa un furto ed un omicidio di questo genere. C'era nella casa un armadio, nel quale egli sapeva che c'era una somma in contanti e una certa quantità d'oro: nottetempo egli ammazzò nel sonno due compagni di schiavitù e li buttò nella "piscina"; tagliò il fondo dell'armadio e rubò [...] sesterzi e cinque libbre d'oro; era suo complice un giovane schiavo. Il giorno dopo, quando si scoprì il furto, tutti i sospetti si appuntavano sui due schiavi che erano scomparsi. Ci si accorse del foro nel fondo dell'armadio e tutti si domandavano come lo si fosse potuto fare. Allora uno degli amici di Sassia si ricordò di avere visto, poco tempo prima, che in un'asta veniva messa in vendita una sega ricurva e provvista di denti su ogni lato; sembrava che con uno strumento così si potesse fare un foro circolare. Per farla breve, si fa un'indagine presso i cassieri d'asta e si scopre che quella sega era arrivata a Stratone. Questo fu il primo indizio; quando si accusò apertamente Stratone, il giovane complice ebbe paura e rivelò tutto alla sua padrona. Furono ritrovati i cadaveri nella piscina, Stratone fu arrestato e nella sua bottega vennero trovate le monete, anche se non tutte".


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