22 dicembre, 2014

Ventimila precari degli Enti locali potranno continuare a lavorare? A Sant'Agata di Militello "Sit-in" di protesta" davanti al Municipio dei precari “contrattisti”.


Una norma contenuta nel maxi-emendamento alla Legge di Stabilità, con una deroga, consentiva il rinnovo dei contratti a tempo determinato, che scadono tra otto giorni. La commissione Bilancio del Senato non ha dato l'ok
La proroga avrebbe consentito a oltre ventimila precari degli Enti locali di continuare a lavorare. Avrebbe garantito i lavoratori a tempo determinato in servizio nei Comuni in dissesto finanziario o con una richiesta di "riequilibrio" dei conti (il cosiddetto pre-dissesto). Non avrebbe garantito tutti ma al Senato con un emendamento si era cercato di correre ai ripari.
 Questo se non ho capito o letto male. Ma in commissione bilancio la maggioranza a sostegno del governo Renzi ha detto di no. Ha bocciato quell'emendamento e spingendo, quindi, quasi duemila precari sull'orlo del baratro. Vorrei ricordare a me stesso che attualmente al Senato abbiamo anche un nostro concittadino che in questi giorni ha augurato ai Siciliani e ai compaesani le "Buone Feste" (compreso ai precari comunali?)
Vorrei continuare a ricordare ai miei affezionati lettori che stando al decreto D'Alia (UDC?) nei comuni in dissesto e presumo anche in quelli in pre-dissesto, non è possibile procedere non solo alle assunzioni, ovviamente, ma anche al rinnovo stesso dei contratti. Per questo motivo, si era pensato a una soluzione da mettere nero su bianco al Senato, dopo che la Camera aveva approvato la norma generale sulle proroghe. In questi Comuni sarà impossibile prorogare i contratti ai precari:
 Catania
, Bagheria, Cefalù, Augusta e Milazzo. Quest'ultimo è l'unico Comune del Messinese ad avere già avanzato domanda di dissesto finanziario.
 Gli altri sono quelli di Aci Sant'Antonio, Caltagirone e Santa Venerina in provincia di Catania, Bagheria in provincia di Palermo, Comiso e Ispica in provincia di RagusaOltre a questi ci sono anche i comuni che hanno chiesto un “riequilibrio finanziario” e cioè quelli che si trovano, insomma, in uno stato di “pre-dissesto”.
Si tratta di Casteltermini e Ribera in provincia di Agrigento; Giarre, Riposto, Scordia e Tremestieri etneo nel Catanese, Capri Leone, Castelmola, Ficarra, Giardini Naxos, Militello Rosmarino, Mirto, Sant'Agata di Militello, Scaletta Zanclea, Terme Vigliatore e Tortorici in provincia di Messina. Oltre a Palermo e Cefalù, poi, nella provincia del capoluogo i comuni in dissesto o pre-dissesto sono quelli di Caccamo, Monreale e Montelepre; infine, oltre ad Augusta, nel Siracusano è in difficoltà anche il Comune di Avola.
Sono 22.500, complessivamente, i lavoratori degli enti locali siciliani (comuni, ex Provincie, Asp) i cui contratti scadono tra otto giorni. Nei giorni scorsi, la commissione Bilancio della Camera aveva dichiarato ammissibile l'emendamento all'articolo 21 della legge di Stabilità, che consente la proroga al 31 dicembre 2015 dei contratti dei precari degli enti locali siciliani. Una proroga che dovrà essere "confermata" però dall'Assemblea regionale siciliana, negli stessi giorni in cui l'Ars dovrà approvare l'esercizio provvisorio.

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