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22 marzo, 2015

Sant'Agata di Militello. L'Assessore Giuseppe Puleo rinviato a giudizio per diffamazione. Aveva sporto querela Antonio Scurria, presidente del consiglio comunale.

L'Assessore Giuseppe Puleo, uomo di punta della giunta del sindaco di Sant'Agata di Militello, Carmelo Sottile, rinviato a giudizio per diffamazione a seguito denuncia dell'attuale presidente del consiglio, Antonio Scurria, ex assessore della giunta del sindaco Bruno Mancuso, oggi senatore, anch'esso rinviato a giudizio per fatti ben più gravi. 
E i consiglieri della lista PD (Maniaci e Marchese) fanno quadrato attorno a Puleo. Scrivono in un comunicato stampa: 

19 gennaio, 2015

Querele a "iosa" a Sant'Agata di Militello. Protagonisti e imputati Paolo Starvaggi, Giuseppe Puleo ed altri (Giornalisti e Blogger compresi). Tutti, secondo Scurria, Mancuso e Contiguglia colpevoli di diffamazione.

Paolo Starvaggi

Oggi presso il Tribunale di Patti, davanti al Giudice dott. Potestio,  si è svolto il processo penale che vede imputato l’avv. Paolo Starvaggi per il reato di diffamazione a mezzo stampa per avere, durante la trasmissione televisiva “speciale elezioni” andata su Onda TV in data 19.5.2009, offeso la reputazione del Sig. Antonio Scurria, affermando che la presenza di Scurria in trasmissione a sostegno dell’amministrazione Mancuso gli sembrava inopportuna in quanto lo stesso risultava consulente, componente della commissione edilizia e destinatario di incarichi tecnici del Comune affidati senza gara. Inizialmente il Pubblico Ministero dott.ssa Francesca Bonazinga in data 27/03/2013, aveva presentato richiesta di archiviazione ritenendo che, nei confronti dell’indagato non si configurasse il reato di cui all’art. 595 c.p. non emergendo “offese dirette al denunciante poiché lo Starvaggi, sia pur utilizzando “toni forti”, si limita a esprimere un parere sull’opportunità di esercitare la professione da parte di una persona che riveste una carica politica di primo piano (assessore) qual è lo Scurria”, poiché “in nessun passo di tali dichiarazioni viene travalicato il limite invalicabile del rispetto alla persona e, pertanto, non si ritiene che sussistano i presupposti del reato di cui all’art. 595 c.p.”