23 gennaio, 2009

Riattivazione delle discariche, ma anche incentivazione della raccolta differenziata. C'è tutto l'impegno dell'Ato Me 1

Per ridurre gli eccessivi costi per il conferimento in discarica, determinati dalla mancanza di invasi nell’ambito territoriale, l’Ato Me 1, di concerto con i sindaci dei comuni del comprensorio, si sta impegnando per la riattivazione di alcune discariche comunali. Tra queste, vi è quella di località Inganno. Da tempo, il sindaco Bruno Mancuso ha dato la propria disponibilità. Gli altri invasi che hanno le caratteristiche necessarie per ottenere le dovute autorizzazioni dalla Provincia e dall’ARRA (Agenzia Regionale Rifiuti e Acque) sono quello di Zappulla, nel territorio di Naso e di Cesarò. La riattivazione di queste discariche e di altre dell’ambito potrebbe portare all’abbattimento del costo del servizio rifiuti, che al momento si aggira sui 4 milioni e 800 mila euro all’anno. Un contributo fondamentale per l’abbattimento delle bollette sarà, inoltre, l’incentivazione della raccolta differenziata, che nei grossi comuni come Sant’Agata viene effettuata da una percentuale irrisoria di utenti. Se, necessario, verranno eliminati i cassonetti dell’immondizia. Obiettivo ambizioso, che determinerebbe una diminuzione dei rifiuti conferiti in discarica e una maggiore tutela dell’ambiente. Ma, compito arduo, considerando che si tratta di cambiare la mentalità di tanti cittadini, ancora non avvezzi a differenziare i rifiuti tra le mura domestiche, nonostante la massiccia informazione fornita in materia dai media. E’ pur vero che i comuni non hanno messo in atto azioni concrete per sensibilizzare gli utenti. Si è sempre parlato del controllo che avrebbero potuto effettuare tramite i vigili urbani o delle sanzioni da applicare agli inadempienti o degli incentivi per i virtuosi. Finora, però, nulla di fatto.
Cinzia Scaglione

Approvata dai sindaci la relazione della Trifilò ma i comuni dell'Halaesa sembrano intenzionati a staccarsi dall'Ato Me1.

La diffida inoltrata all’Ato Me 1 da parte dell’Ati che si occupa del servizio rifiuti ha suscitato le reazioni dei sindaci. “Siamo rassegnati – sottolinea il sindaco Bruno Mancuso - a questo punto, visto l’atto stragiudiziale notificato, la rescissione del contratto tra Ato e Nebrodi Ambiente sembra essere l’unica via percorribile. Così, non si può andare avanti”. Cosa accadrà dopo la rescissione del contratto? “Dovremo espletare una nuova gara di appalto e riassegnare il servizio. Tuttavia, dovrà essere garantita l’attuale manodopera. I lavoratori devono essere tutelati, non possono rimanere in mezzo a una strada”. Di certo, il servizio di raccolta e smaltimento rifiuti dovrà comunque continuare, quando e come è da vedere. Ad esempio, i comuni della valle dell’Halaesa sembrano intenzionati a staccarsi dall’Ato Me 1 e a gestire il servizio direttamente come consorzio, in riferimento al territorio dell’aggregazione. Ipotesi che deve essere ancora vagliata, per capirne la fattibilità. L’assemblea dell’Ato Me 1, ieri, ha approvato la relazione stilata dal presidente Laura Trifilò e che riassume le azioni poste in essere per la trasformazione della società in consorzio.
Cinzia Scaglione
Nella foto: al centro il presidente dell'Ato Me 1, Laura Trifilò

Lo spettro del licenziamento per i lavoratori della "Nebrodi Ambiente"

Sono giorni di riflessioni per le organizzazioni sindacali che, di concerto con i lavoratori della Nebrodi Ambiente (società consortile che si occupa dei servizi ecologici sul territorio), stanno pianificando le strategie da mettere in atto per salvaguardare gli operatori del servizio rifiuti (martedì prossimo, avrà luogo un incotro all’ufficio provinciale del lavoro).
Sotto la scure dell’imminente licenziamento, preannunciato dall’Ati aggiudicataria della gara di appalto, non è facile per i 230 dipendenti riuscire a non farsi sopraffare dallo sconforto e dalla rabbia. Per di più, la maggior parte di loro ha difficoltà a mantenere la propria famiglia, con due salari arretrati e la tredicesima da percepire. Praticamente impossibile per l’Ato Me 1, che non ha liquidità, reperire entro 30 giorni 22 milioni di euro e saldare, così, i debiti pregressi maturati nei confronti della Nebrodi Ambiente. Altrettanto improbabile è potere riscuotere in breve tempo dai tanti utenti morosi i pagamenti delle bollette rifiuti. Certo, gli uffici dell’Ato si stanno dando da fare, verificando la fatturazione del primo acconto del 2008, già inviata per gran parte dei comuni (con scadenza a partire dal 12 febbraio) - incasso previsto 7 milioni di euro. Inoltre, controllando le rendicontazioni da parte degli istituti bancari al fine di trasmettere alla Serit gli insoluti, per gli adempimenti di legge conseguenti al mancato pagamento delle fatture alla scadenza. Il saldo per il 2008 sarà fatturato entro aprile. Per quanto riguarda l’aggiornamento delle banche dati, del quale si parla ormai da anni senza nessuna concretizzazione, l’Ato punta all’ampliamento della base contributiva con recupero dell’evasione mediante un rafforzamento di collaborazione con le strutture comunali. L’ufficio ha preparato un piano operativo che prevede l’apporto dell’ufficio anagrafe tecnico e commercio dei comuni soci. Tutti punti, questi, riassunti nella relazione del presidente dell’Ato Me 1, Laura Trifilò, approvata mercoledì scorso dall’assemblea dei soci-sindaci.
Cinzia Scaglione

Al cine-teatro Aurora applausi al trio Boccoli, Albertazzi, Somma per lo spettacolo "Sunshine"

Applausi per la bella e brava Benedicta Boccoli e il carismatico Sebastiano Somma, che lo scorso mercoledì sera, hanno calcato il palcoscenico del cine-teatro Aurora. Graditi interpreti dello spettacolo "Sunshine" (opera di William Mastrosimone, con la regia di Giorgio Albertazzi), hanno regalato al pubblico santagatese una favola postmoderna, ovvero il sogno di un amore che, alla fine, sboccerà tra il medico-principe azzurro Somma e la trasgressiva “Sunshine”-Boccoli, giovane da redimere e “salvare”. Una storia che si snoda attraverso l’arte sottile della seduzione.
Cinzia Scaglione
Commenti:
Noemi ha detto...

Potete indicarmi su questo Blog dove posso vedere il video dell'intervista a Vincenzo Consolo in occasione dell'inaugurazione del Castello Gallego ed ascoltare i brani tratti dal romanzo Retablo? Grazie. Noemi

Cirosca risponde:
Non era in rete ma ora lo troverai cliccando qui
o sul simbolo Play qui sotto potrai vederlo direttamente.


22 gennaio, 2009

Ultimatum della "Nebrodi Ambiente" che gestisce i servizi ecologici all'Ato Me1

Ultimatum della Nebrodi Ambiente (società consortile che gestisce i servizi ecologici nel comprensorio) all’Ato Me 1: versamento dei 22 milioni di euro, maturati per debiti pregressi, entro 30 giorni, altrimenti rescissione del contratto, con il conseguente licenziamento dei lavoratori. Gli addetti al servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti sono complessivamente 230 (tra Nebrodi Ambiente e ditte consociate).
La notizia dell’imminente messa in mobilità ha suscitato rabbia e indignazione, soprattutto considerando che i lavoratori hanno sempre continuato ad espletare il servizio nonostante la mancata riscossione degli stipendi arretrati.
E si parla di novembre e dicembre e della tredicesima. Ieri mattina, si sono astenuti dal lavoro. Un gruppo è rimasto presso il deposito di località Rosmarino, a confronto con i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil, Orlando Latino, Calogero Emanuele e Nunzio Musca. Gli altri si sono recati al Municipio (vedi foto), dove era in corso l’assemblea dei soci dell’Ato Me 1, in attesa di notizie. Nei prossimi giorni, si preannunciano proteste eclatanti e, nel contempo, l’interruzione del servizio di raccolta rifiuti. E quindi, una nuova emergenza. “Nel giro di 30 giorni è impossibile recuperare le somme – spiega il presidente dell’Ato Me 1, Laura Trifilò – col gestore, eravamo rimasti di nominare i legali per transigere i pregressi e pianificare insieme i pagamenti. L’Ato ha un problema di liquidità. Abbiamo avviato le procedure per il recupero coatto ed è stata emessa la fatturazione relativa al 2008 per tutti i comuni”.
Intanto, ieri mattina, il Consiglio di Amministrazione dell’Ato Me 1 ha ritirato le dimissioni. I sindaci, invece, hanno respinto le dimissioni del direttore generale, l’architetto Francesco La Monica, in comando all’Ato e proveniente dal comune di Santo Stefano di Camastra. Su proposta del sindaco di Frazzanò, quindi, non si è preso visione dei curricula inoltrati dai partecipanti al bando per la nomina di questa figura, per assegnare la carica ad una professionalità specializzata interna alla struttura e guadagnando anche in termini di risparmio di risorse. La presenza dell’architetto La Monica verrebbe assicurata tre volte alla settimana. I sindaci di Naso e Alcara, tuttavia, vista la necessità di rendere la struttura più funzionale, migliorare il servizio e riscuotere i mancati pagamenti delle bollette, chiedono un impegno a tempo pieno.
Cinzia Scaglione

Nelle foto : un gruppo di lavoratori della Nebrodi Ambiente davanti al Municipio.

La rotatoria verrà riprogettata e spostata

La rotatoria, finalizzata a regolare il traffico nell’area del lungomare in corrispondenza della via Costa di Pozzo, verrà spostata rispetto alla collocazione prevista originariamente.

Il sindaco Bruno Mancuso ha accolto i suggerimenti avanzati dai residenti e da alcuni cittadini. La posizione originaria, evidenziata da una prima gettata di cemento, aveva creato non pochi dubbi legati soprattutto alle presunte difficoltà di transito per i mezzi pesanti che avrebbero percorso questo tratto di via Cosenz, in direzione Messina.
La zona è ancora interessata dai lavori di riqualificazione, che hanno determinato la piantumazione di una serie di palme e il rifacimento del marciapiede. Attualmente, sono in corso i lavori di allargamento e pavimentazione di parte della banchina.

21 gennaio, 2009

Restituite la parola ai cittadini ( Appello firmato da importanti personaggi della cultura, della scienza, dello spettacolo, dell'arte)

Ho ricevuto e pubblico volentieri senza alcun commento:

Se oggi hai preso il Corriere, aprilo a pagina 12. C'è un bellissimo appello, intitolato "Restituite la parola ai cittadini." Vi sono grandi firme, da Camilleri a Veronesi, da Claudio Magris a Renzo Arbore, da Franco Battiato a Guido Roberto Vitale, da Gianantonio Stella a Giorgio Bocca. C'è anche la mia, ma ti assicuro che è un'opera collegiale. Il messaggio è chiaro: in Italia non nascerà mai un Obama finchè la politica italiana sarà soffocata dalla "casta", da un ceto politico chiuso e autoreferenziale. Obama ha vinto perché ci sono le primarie, perché l'America è una democrazia aperta. In Italia la "casta" è invincibile perché è una democrazia chiusa, con le liste bloccate che permettono ai capipartito di nominare il parlamento. Rompiamo questa gabbia che ci soffoca e portiamo anche da noi le regole della democrazia americana.
Vuoi aiutarci? Aderisci all'appello. Qui sotto lo trascrivo e ti dico come fare per aderire. Non rassegnarti. Se siamo in molti possiamo cambiare.
Mario Segni

"APPELLO PER LA DEMOCRAZIA"

Tutto il mondo guarda con ammirazione alla straordinaria capacità di rinnovamento della società americana, al grande esempio di democrazia offerto dalle primarie e dal civilissimo confronto tra i candidati alla Casa Bianca. Il carattere, la storia, la cultura di quella società sono stati determinanti. Ma nulla sarebbe stato possibile se la vita pubblica degli Stati Uniti non fosse basata su alcune regole fondamentali, che ne fanno una democrazia aperta, incompatibile con qualunque chiusura dall'alto.
Queste regole sono innanzitutto:
1) le primarie, che affidano ai cittadini la scelta di ogni candidatura;
2) il collegio uninominale maggioritario, che crea un solido legame tra eletto ed elettore;
3) la scelta popolare del governo;
4) il bipartitismo, che porta chiarezza e stabilità;
5) la separazione dei poteri e la reale autonomia delle diverse istituzioni.

Noi siamo invece impantanati in una transizione infinita che ha condotto a un Parlamento nominato dai capipartito. E le dichiarazioni di chi vuole imitare Barack Obama rendono ancora più evidente la distanza. Perché da noi non nascerà alcun Obama e non vedremo grandi cambiamenti se non rompiamo gli schemi che ingessano la politica.

Nel momento in cui, per uscire dalla transizione, si guarda a grandi modelli, noi proponiamo di assumere come punto di riferimento proprio la democrazia americana, perché crediamo che sia la strada giusta per rinnovare davvero la nostra vita pubblica. E' una convinzione che accomuna già una larga parte degli italiani. E noi, come liberi cittadini, vogliamo dar voce insieme a loro a questa grande speranza di cambiamento.

Filippo Andreatta, Renzo Arbore, Augusto Barbera, Orlando Barucci, Franco Battiato, Giorgio Bocca, Andrea Camilleri, Furio Colombo, Giacomo Costa, Natale D'Amico, Francesco Giavazzi, Massimo Gramellini, Giovanni Guzzetta, Maurizio Lauri, Gad Lerner, Berardino Libonati, Claudio Magris, Enzo Manes, Boris Mantero, Antonio Martino, Vincenzo Melluso, Sebastiano Messina, Sandro Parenzo, Arturo Parisi, Gianfranco Pasquino, Mario Pirani, Cesare Romiti, Piero Schlesinger, Alfredo Scotti, Mario Segni, Gian Antonio Stella, Andrea Tavecchi, Mario Usellini, Umberto Veronesi, Guido Roberto Vitale.

Per aderire all'appello clicca su questa scritta e compila il form

17 gennaio, 2009

Presto appaltabile il primo lotto dell’elisuperficie di Contrada Pianetta

Pronto uno stralcio del progetto per la realizzazione di una elisuperficie h24, in contrada Pianetta. L’ufficio tecnico comunale dovrà adesso trasmetterlo al Dipartimento regionale della protezione civile per l’approvazione e la conseguente erogazione di un finanziamento di 200 mila euro, già previsto in bilancio. La redazione del progetto di questo primo lotto appaltabile nasce dall’esigenza dell’amministrazione comunale di poter usufruire in tempi brevi del contributo. La superficie totale interessata è di circa 5 mila metri quadrati. E’ prevista la costruzione di una piazzola di atterraggio e l’installazione dell’impianto di illuminazione per il regolare svolgimento dell’attività notturna. L’elipista potrà diventare un punto di riferimento per la prevenzione degli incendi nell’area nebroidea, utilizzata per il soccorso anti-incendio.

Inoltre, verrà utilizzata per le emergenze sanitarie, rilanciando lo stesso presidio ospedaliero sotto il profilo della gestione delle emergenze, con grande vantaggio per le comunità dei Nebrodi. L’ospedale, infatti, si trova in una posizione strategica rispetto al distretto di competenza, centrale per il bacino d’utenza del comprensorio dei Nebrodi.

Elipista

Tale infrastruttura è da ritenersi “salvavita” ad esempio per i pazienti critici che necessitano di essere trasferiti, tempestivamente, presso strutture sanitarie specializzate. Attualmente, si continua ad usufruire del campo sportivo Fresina, in terra battuta. L’immenso polverone che si crea può determinare danni all’elicottero (come è già successo), tali da non poter riprendere il volo. E ancora, potrà diventare la base strategica di riferimento delle forze dell’ordine. Infine, al di là della prioritaria funzione di elisoccorso, non bisogna dimenticare l’importanza che acquisterebbe nell’ambito del settore turistico, favorendo lo sviluppo di un sistema più equilibrato ed integrato di mobilità.

Cinzia Scaglione

Nelle foto: elaborazioni fotorealistiche della struttura .

Nebrodi Ambiente, futuro incerto per 230 lavoratori.

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Incertezze sul futuro dei 230 lavoratori addetti ai servizi ecologici. La Nebrodi Ambiente, ovvero la società consortile che si occupa del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti del comprensorio per conto dell’Ato Me 1, sta passando dalle parole ai fatti. Come già preannunciato, ha avviato le procedure per la rescissione unilaterale del contratto con l’Ato Me 1, con conseguente messa in mobilità del personale. Tra una decina di giorni, gli atti verranno notificati alla società d’ambito. “La decisione mi è stata comunicata telefonicamente dall’amministratore della Nebrodi Ambiente, Sergio Filippi (rappresentante della società Cns di Bologna – capofila dell’Ati) – riferisce il responsabile zonale della Cisl, Calogero Emanuele – tra l’altro, secondo quanto dice, i lavoratori saranno licenziati, non pagati e dovranno essere assorbiti dalla ditta che subentrerà”. Giovedì scorso, nella sede della Uil, il responsabile Nunzio Musca e il collega della Cisl hanno incontrato i rappresenti sindacali dei lavoratori (Giuffrè, Oteri, Tortora e Fardella). Considerando la gravità della situazione, i sindacalisti hanno scritto all’ufficio provinciale del lavoro, alla Nebrodi Ambiente e alle varie ditte consociate, nonché all’Ato Me 1, chiedendo un incontro urgente. Ricordiamo che, a tutt’oggi, i lavoratori rivendicano lo stipendio dei mesi di novembre e dicembre e la tredicesima. In realtà, giorni fa, l’Ato Me 1 ha versato circa 350 mila euro alla Nebrodi Ambiente, soldi che, però, non sono stati utilizzati per retribuire i lavoratori. “La ditta sembra intenzionata a non pagare i dipendenti – spiega Emanuele - perché a dicembre aveva fatto un prestito in banca di 150 mila euro, somma della quella deve rientrare. Mi chiedo, visto che l’Ato sapeva del problema , perché non provvedeva al pagamento diretto dei lavoratori?”. Emanuele pone all’attenzione anche un’altra questione, relativa alle iniziative che stanno adottando alcuni comuni che hanno deciso di esternalizzare, affidandolo a ditte private, il servizio di “spazzamento”, senza alcun passaggio in sede di assemblea dei soci dell’Ato Me 1 o nei vari consigli comunali (che a suo tempo delegarono i servizi all’Ato) e senza interpellare i sindacati. “Così, si crea solo una gran confusione – afferma Emanuele – se i comuni vogliono esternalizzare il servizio spazzamento, chiediamo che venga assorbita la manodopera in forza alla Nebrodi Ambiente. Anzi, sarebbe opportuno che tutti gli operai venissero centralizzati nella Nebrodi Ambiente (si riferisce alla cinquantina di operatori che lavorano in ditte consociate) e che tutte le dismissioni dei servizi dei vari comuni passino attraverso un accordo tra Sindacato, Ato e azienda. Solo così potremo garantire i lavoratori”. E conclude: “il paradosso è che da un lato si dismette e dall’altro si assume (riferendosi alla volontà della società d’ambito e dei sindaci di potenziare la struttura dell’Ato, con l’arrivo di nuovo personale)”.

Cinzia Scaglione

Commenti

Nicola ha detto...

il 2 dicembre scorso parto dalla Toscana dove vivo, passo da Roma e prelevo mia figlia con una sua amica. Durante il tragitto ho sentito più volte mia figlia tessere le lode di sant'agata. In serata arriviamo a Sant'Agata e appena usciti dallo svincolo il primo cumulo di spazzatura, prende anche parte delle carreggiata, le macchine curvano per evitare l'immondizia. Circonvallazione Don Bosco, Via San Martino, altezza Via della Carità, li dove una volta c'era la casa del negus, un'immensa discarica a cielo aperto di spazzatura dove spiccavano soprattutto le borse rosse del mercato alimentare. A questo punto noto mia figlia che inizia a vergognarsi. Si si vergogna dell'amica e di tutto quello che aveva detto lungo il tragitto. Cerco di stemperare la tensione paragonando Sant'Agata a Napoli. La situazione si fa più fosca anzi nera al bivio di Militello dove la spazzatura raggiungeva una ammasso enorme. Le cose nei giorni successivi non sono cambiate.


16 gennaio, 2009

Protesta dei cittadini per il degrado della scalinata e la chiusura del cancello di accesso all'Ufficio postale centrale.

Scalinata
Versa in stato di completo abbandono la scalinata centrale che si affaccia sulla piazza Andrea Speciale e che fino a poco tempo fa rappresentava la via di acceso principale dell’ufficio postale di via Goldoni. Da mesi, ormai, il cancello situato alla fine della gradinata, facente parte della recinzione dell’ufficio postale, è chiuso. I gradini in cemento, in alcuni tratti scoscesi, risultano pieni di erbacce. Inoltre, da diversi giorni, il tronco di un albero, prima a dimora nelle immediate vicinanze e sradicato dal vento, permane sugli scalini. Gli utenti dell'Ufficio Postale continuano a lamentare il fatto che non sia possibile accedere alla sede direttamente dalla piazza, poiché, appunto, il cancello principale d’entrata è permanente chiuso.
Così, dopo aver parcheggiato l'auto nell’apposita area che si trova ai lati della scalinata, per raggiungere gli uffici, devono percorrere una strada in salita ed entrare dall’altro cancello, situato sulla via Goldoni. Tra l’altro, qualche utente, dal momento che non sono state mai collocate transenne alla base della scalinata, tali da segnalare la pericolosità della stessa, non accorgendosi del cancello chiuso, sale i gradini e cerca di raggiungere l’ingresso. Ma, dopo aver scavalcato l’arbusto riverso al suolo, rischiando la propria incolumità, si rende conto che le ante del cancello sono serrate. Domanda ricorrente: perché nessuno rimuove l’albero dalla scalinata o effettua la dovuta manutenzione ai gradini? L’unica via di accesso all’ufficio postale, ovvero quella di via Goldoni, è sovente caratterizzata da intasamenti del traffico, a causa di autovetture lasciate in sosta anche in doppia fila. Diversi cittadini protestano per la situazione di disagio venutasi a creare proprio a causa della chiusura del cancello. Si stanno organizzando per stilare una petizione popolare, chiedendo che venga effettuata la manutenzione della scalinata, con relativa bonifica dell’area e, naturalmente, riaperto il cancello, ripristinando la via di accesso principale all’ufficio postale. In realtà, apprendiamo che il direttore dell’ufficio postale, Salvatore Torre, ha interpellato il Comune, inoltrando apposita lettera, per capire a chi spetta effettuare la manutenzione della scalinata, intervento necessario per renderla nuovamente fruibile dall’utenza. Il cancello, infatti, sarebbe stato chiuso a seguito di un piccolo incidente verificatosi lo scorso anno, quando un cittadino rischiò di farsi male sul serio, scivolando dai gradini. Ad oggi, però, il Comune non avrebbe dato alcuna risposta. Ma, il vice sindaco, Calogero Pedalà, ci dichiara: “la competenza è dell’Ente Poste, che deve provvedere a togliere l’albero e a mettere in sicurezza la scalinata”. Occorre anche predisporre la giusta illuminazione, necessaria durante il periodo invernale, per rendere “visibili” i gradini.

Cinzia Scaglione

Nelle foto : la scalinata centrale che si affaccia sulla piazza Speciale.