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Una parte del paese non vuole la verità sulle stragi, e mi stupirei del contrario: non la voleva vent'anni fa, non la vuole adesso." "C'è una verità indicibile nelle stanze del potere, un potere non conoscibile dai cittadini che si nasconde, che si sottrae a ogni forma di controllo. La ragion di Stato rischia di diventare un ombrello difensivo sotto il quale proteggere la parte oscura del potere, il suo volto osceno, e la storia occulta dei patti inconfessabili, compreso quello tra Stato e mafia." Le stragi e le bombe del '92-93, la nascita della Seconda Repubblica, la corruzione come sistema, l'attacco alla Costituzione e alla magistratura, la debolezza della sinistra, le indagini sulla trattativa, il conflitto con il Quirinale."
Nell'intervista ad Antonio Ingroia, procuratore aggiunto della Procura di Palermo, si racconta vent'anni di berlusconismo e la difficoltà di ricostruire la verità sui rapporti tra mafia e Stato.
Il giornalista Leone Zingales ha sopperito ad alcun inconvenienti di natura tecnica, commentando, al microfono, il video-clip preparato dalla scuola e che presentava un'anomalia nell'audio. Nel video, con le immagini e le foto, venivano rivissuti gli avvenimenti storici degli eccidi e delle stragi di mafia e non di mafia che hanno funestato il nostro paese. Zingales ha, inoltre, coadiuvato il collega Lo Bianco rispondendo con "memoria storica invidiabile" ai quesiti posti dagli studenti.
Il dirigente scolastico Francesco Di Majo, ha presentato gli ospiti e coordinato i lavori.
In prima fila e tra gli invitati il capitano della locale Compagnia dei carabinieri, David Pirrera, il dirigente del locale Commissario di Pubblica Sicurezza Daniele Manganaro, il sindaco Carmelo Sottile e l'assessore comunale Giuseppe Puleo. (cirosca)
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