Cinzia Scaglione
Notizie da Sant'Agata di Miltello . Commenti . Rassegna Stampa
10 febbraio, 2009
Sant'Agata di Militello. Ospedale, l'Asl5 è decisa a tagliare diversi reparti. Presentato un piano all'assessorato regionale.
Preoccupazione ha suscitato tra la cittadinanza e nello stesso sindaco Bruno Mancuso la notizia di una riorganizzazione dei servizi sanitari a discapito dell’ospedale. Sarebbe stato presentato dai vertici dell’Asl 5 all’assessorato regionale della Sanità un piano di rimodulazione che prevede la soppressione di alcuni reparti con accorpamenti in nosocomi vicini e lo spostamento dei servizi sanitari territoriali di alcuni comuni appartenenti al distretto di Sant’Agata verso quello di Patti. “Se la notizia fosse vera – dichiara il sindaco Mancuso – sarebbe un ulteriore, intollerabile atto di prevaricazione dei responsabili della Sanità messinese nei confronti del territorio e dei cittadini dei Nebrodi e un ulteriore maldestro tentativo di depotenziamento dell’ospedale e del relativo distretto sanitario”. In pratica, gli 80 mila abitanti dei Nebrodi (tale è il bacino di utenza di riferimento, con cifre che superano i 100 mila utenti durante il periodo estivo) verrebbero privati del più elementare diritto alla salvaguardia della propria vita. In particolare, nella proposta si parlerebbe della soppressione del reparto di Cardiologia e dell’Utic-Unità terapia intensiva coronaria, inaugurata in pompa magna nel 2005 dall’allora ministro della Sanità, onorevole Storace. Sarebbe una scelta illogica dal momento che sono stati acquistati i monitor multiparametrici e che potrebbe essere avviato il connesso servizio di emodinamica (non presente neanche all’ospedale di Patti), grazie ad una promessa di donazione, da parte dei cavalieri di Malta, di 100 mila euro per l’acquisto di un intensificatore di brillanza. La cosa scandalosa è che a tutt’oggi, nonostante i soldi spesi in attrezzature, l’alta incidenza di cardiopatie, soprattutto ischemiche, nella nostra zona e la presenza di risorse umane qualificate (ricordiamo che il responsabile della Cardiologia è il dottore Mario Iudicello), l’Utic non sia stata attivata per la mancata emanazione di un semplice provvedimento regionale. In rappresentanza dei sindaci dei Nebrodi, Mancuso preannuncia l’attuazione di ogni forma di protesta a difesa dell’ospedale e del diritto alla salute dei cittadini del comprensorio. E chiede alle organizzazioni sindacali e ai deputati regionali del Messinese di attivarsi. Presto, verrà convocata la Conferenza dei sindaci, invitando il direttore generale dell’Asl 5 Me, Furnari, per i dovuti chiarimenti.
Sant'Agata di Militello. Operai Nebrodi Ambiente, incontro con i vertici dell'Ato.
Continua la protesta dei 180 lavoratori della società consortile che si occupa dei servizi ecologici nel comprensorio, da giorni impegnati in assemblee permanenti nell’aula consiliare di Palazzo Crispi e presso la sede dell’Ato Me 1. Oggi, Cgi, Cisl e Uil incontreranno i vertici dell’Ato Me 1 e dell’Ati, per tentare di scongiurare il licenziamento. Ribadiscono la necessità di un intervento diretto da parte del Prefetto, affinché gli operatori possano ricevere i quattro salari arretrati e tornare, quindi, a raccogliere l’immondizia. Ma, il gestore del servizio chiede all’Ato il pagamento dei debiti, che sarebbero arrivati a 25 milioni di euro. Sul fronte politico, il presidente della Regione Lombardo ha convocato per mercoledì i sindaci dei Nebrodi. Si cercherà, naturalmente, di trovare una soluzione. Intanto, il deputato regionale Giuseppe Laccoto ha presentato un’interrogazione al presidente della Regione, sollecitando il governo a nominare una Commissione di inchiesta o disporre un’ispezione per accertare la regolarità della gestione amministrativa dell’Ato Me 1 ed eventuali responsabilità delle irregolarità e disfunzioni esistenti, a cominciare dalle gare di appalto dei servizi, dal piano finanziario e dalla verifica dei servizi effettivamente resi rispetto agli obblighi contrattuali. L’onorevole Laccoto chiede di sapere se si intendono avviare procedure per salvaguardare il posto di lavoro dei dipendenti, garantire la continuità del servizio (per rientrare dall’emergenza igienico-sanitaria) e attuare urgentemente la riforma degli Ato.
Cinzia Scaglione
09 febbraio, 2009
Al cine-teatro "Aurora" Carlo Croccolo in "Medico per forza" di Molière
Gli spettacoli continuano al cine-teatro "Aurora" di Sant'Agata Militello. Domenica 8 febbraio è andato in scena "Medico per forza" di Molière. Protagonisti del testo, firmato dal grandissimo autore francese, Carlo Croccolo e il suo cast. Prosegue, quindi a ritmo serrato la rassegna teatrale della città, curata dal Prof. Di Fazio
Protagonista della vicenda Sganarello, uomo ubriacone e manesco. La moglie Martina per vendicarsi delle continue "botte" ricevute, decide di punirlo spacciandolo per grande medico. Troverà lavoro in casa di Geronte, un nobile ricco ma ingenuo, dove a suon di bastonate, Sganarello sarà costretto a prendersi cura della figlia del padrone, Lucilla, affetta da un mutismo d'amore. Rappresentata per la prima volta nel 1666, la commedia è sempre ben accolta da tutte le platee. Un testo ricco di finezze, dinamico e scintillante che, grazie a meccanismi di irresistibile comicità, ha coinvolto il pubblico narrando vicende molto godibili.
Carlo Croccolo e la sua compagnia al Teatro "Aurora" di Sant'Agata Militello (Messina) nella commedia di Moliére "Medico per forza".
Variazione nel cartellone della rassegna teatrale promossa dall’amministrazione comunale e in corso di svolgimento al cine-teatro Aurora. In sostituzione dello spettacolo “Scherzi”, previsto per domenica prossima, sarà rappresentata, il 19 marzo, alle 18.30, la commedia “39 scalini” (avvincente romanzo di spionaggio), di John Buchan’s, con Ninì Salerno, Roberto Ciufoli, Barbara Terrinoni e Manuel Casella. Regia di Maria Aitken. Inoltre, al fine di evitare la prossimità con lo spettacolo teatrale “Gaspare Pisciotta”, previsto per il 15 marzo, quest’ultimo sarà rappresentato l’8 marzo, alle 18.30. Per quanto riguarda gli altri spettacoli inclusi nel cartellone della rassegna nazionale, il 26 marzo, alle 21.15, verrà rappresentata la pièce “L’appartamento è occupato” di Jean -Marie Chevret (regia di Maurizio Panici), con Paola Gassman. Infine, il 19 aprile, alle 18.30, chiuderà la stagione teatrale Gianfranco Jannuzzo in “Girgenti amore mio …” (di Gianfranco Jannuzzo e Angelo Callipo).
Protagonista della vicenda Sganarello, uomo ubriacone e manesco. La moglie Martina per vendicarsi delle continue "botte" ricevute, decide di punirlo spacciandolo per grande medico. Troverà lavoro in casa di Geronte, un nobile ricco ma ingenuo, dove a suon di bastonate, Sganarello sarà costretto a prendersi cura della figlia del padrone, Lucilla, affetta da un mutismo d'amore. Rappresentata per la prima volta nel 1666, la commedia è sempre ben accolta da tutte le platee. Un testo ricco di finezze, dinamico e scintillante che, grazie a meccanismi di irresistibile comicità, ha coinvolto il pubblico narrando vicende molto godibili.
Carlo Croccolo e la sua compagnia al Teatro "Aurora" di Sant'Agata Militello (Messina) nella commedia di Moliére "Medico per forza".
Variazione nel cartellone della rassegna teatrale promossa dall’amministrazione comunale e in corso di svolgimento al cine-teatro Aurora. In sostituzione dello spettacolo “Scherzi”, previsto per domenica prossima, sarà rappresentata, il 19 marzo, alle 18.30, la commedia “39 scalini” (avvincente romanzo di spionaggio), di John Buchan’s, con Ninì Salerno, Roberto Ciufoli, Barbara Terrinoni e Manuel Casella. Regia di Maria Aitken. Inoltre, al fine di evitare la prossimità con lo spettacolo teatrale “Gaspare Pisciotta”, previsto per il 15 marzo, quest’ultimo sarà rappresentato l’8 marzo, alle 18.30. Per quanto riguarda gli altri spettacoli inclusi nel cartellone della rassegna nazionale, il 26 marzo, alle 21.15, verrà rappresentata la pièce “L’appartamento è occupato” di Jean -Marie Chevret (regia di Maurizio Panici), con Paola Gassman. Infine, il 19 aprile, alle 18.30, chiuderà la stagione teatrale Gianfranco Jannuzzo in “Girgenti amore mio …” (di Gianfranco Jannuzzo e Angelo Callipo).
07 febbraio, 2009
Nebrodi Ambiente, i lavoratori decisi a continuare l'occupazione del Comune.
Proseguirà ad oltranza l’occupazione della sala consiliare di Palazzo Crispi e della sede dell’Ato Me 1. Determinati a riscuotere i quattro salari arretrati, i 180 lavoratori della società consortile che si occupa del servizio rifiuti (147 della Nebrodi Ambiente e 33 della consociata Fasteco) continuano a presidiare, giorno e notte, il Comune e gli uffici dell’Ato. Pensano prima ad ottenere gli stipendi di novembre, dicembre e gennaio e la tredicesima e poi a mantenere il posto di lavoro. Ieri mattina, dopo la prima notte passata nei luoghi delle assemblee permanenti, abbiamo intervistato il lavoratore Mario Giuffrè, portavoce dei manifestanti ed Rsa della Cisl. “La situazione che si è venuta a creare è di difficile soluzione – afferma – ma, non abbiamo nessuna intenzione di mollare. Lottiamo per ottenere quanto ci spetta, ovvero le quattro mensilità arretrate. E ci batteremo anche per avere garantito il posto di lavoro”. E ancora una volta, critica l’assenza, nell’ambito di questa protesta avviata qualche giorno fa, dei sindaci dei comuni del comprensorio e del Consiglio di Amministrazione dell’Ato Me 1. “Siamo stati letteralmente abbandonati – dichiara – sindaci e Ato fanno finta di niente”. In questi giorni, gli operatori, di concerto con i rappresentanti sindacali, stanno pianificando eventuali azioni di protesta da mettere in atto. Ma, la rabbia è tanta. Non si escludono, quindi, gesti eclatanti per cercare di attirare l’attenzione del Prefetto sul problema degli stipendi arretrati non ancora riscossi dai lavoratori, nonché delle procedure di licenziamento avviate nei loro confronti dall’Ati. Se da un lato gli operatori portano avanti la loro protesta, dall’altra sono già visibili le conseguenze provocate dalla sospensione del servizio di raccolta rifiuti. L’immondizia, infatti, che non viene più ritirata da circa quattro giorni, trabocca dai cassonetti, riversandosi sulle strade. Cumuli di rifiuti sono presenti non solo in periferia, ma anche nel centro urbano, determinando il propagarsi di cattivo odore. Una situazione di emergenza destinata via via ad aggravarsi, dal momento che ad oggi non sembra prospettarsi alcuna soluzione. L’Ato, probabilmente domani, farà una ricognizione delle somme in cassa, in riferimento ai pagamenti delle bollette rifiuti (relative al primo semestre anno 2008) già effettuati. La data di scadenza è fissata per giorno 12. Somme che, però, difficilmente potranno soddisfare le richieste della Nebrodi Ambiente, che nei riguardi dell’Ato Me 1 – ricordiamo – vanta un credito di circa 22 milioni di euro.
Nella foto: un gruppo di lavoratori che occupano a turno l’aula consiliare.
Cinzia Scaglione
Nella foto: un gruppo di lavoratori che occupano a turno l’aula consiliare.
L'ira dei cittadini: "Con 500 euro di pensione come si fa a pagarne 200 ?"
Solidarietà ai lavoratori addetti al servizio rifiuti, raggiunti dalla lettera di licenziamento, da parte di un gruppo di utenti che si sono rivolti al locale Club Solaris. Ieri pomeriggio, presso la sede di località Monaci, questi cittadini hanno consegnato al presidente dell’associazione le proprie bollette rifiuti. Cracò ha invitato tutti a pagare, ma solo a condizione che i lavoratori mantengano il posto di lavoro. Ed evidenzia: “Sicuramente, la Procura dovrà fare luce su tutta la gestione dell’Ato Me 1, per capire come si è arrivati a questo punto. Noi, come associazione, abbiamo presentato apposita denuncia all’autorità giudiziaria. Ma, non possono essere i lavoratori, che spesso hanno continuato a lavorare anche senza stipendio, a pagare le conseguenze di una cattiva amministrazione”. Solidarietà, dunque, nei confronti dei lavoratori, ma anche dissenso verso una fatturazione considerata eccessiva. “E’ giusto pagare per un servizio – afferma Angelo Polizzotto, di Torrenova – ma pagare il giusto”. “Personalmente, prima pagavo 80 mila lire all’anno e adesso pretendono che paghi 200 euro – dice Giuseppe Scorza, di Capo D’Orlando – con una pensione di 500 euro come si fa?”. “Un aumento così spropositato delle bollette rifiuti è insostenibile – sottolinea Franco Masetta, di Sant’Agata – non si può pretendere che una famiglia mono-reddito paghi oltre 200 euro. Come si campa? Se molti utenti non pagano le bollette è perché sono troppo alte e non sono nella condizione economica per pagarle. Siamo disposti a pagare tutti, ma il giusto”. Ricordiamo che giorno 12 scade il pagamento delle bollette rifiuti relative al primo semestre 2008.
Cinzia Scaglione
Ato, lavoratori senza stipendi e diritto al lavoro.
E’ iniziata ieri l’occupazione dell’aula consiliare e della sede dell’Ato Me 1 da parte dei lavoratori della società consortile che si occupa dei servizi ecologici nel comprensorio (per conto, appunto, dell’Ato Me 1). Le assemblee permanenti andranno avanti ad oltranza, giorno e notte.
I centottanta operatori (147 della Nebrodi Ambiente e 33 della consociata Fasteco), nei confronti dei quali l’Ati ha avviato le procedure di licenziamento, si alterneranno, a gruppi, con turni distribuiti in diversi orari: 6-12-18-24-6. Una battaglia per rivendicare il salario di quattro mensilità arretrate, precisamente novembre, dicembre, gennaio e tredicesima, ma anche per difendere il diritto al posto di lavoro. Ieri mattina, intorno alle 11, presso gli uffici dell’Ato, situati nelle immediate vicinanze dell’ospedale, abbiamo intervistato alcuni lavoratori impegnati a presidiare la sede della società d’ambito durante il primo turno. Rosario Lo Presti, Salvatore Iraci e Antonino Lombardo hanno ribadito di essere pronti a protestare ad oltranza. Nell’aula consiliare di Palazzo Crispi, erano presenti altri lavoratori, tra cui Mario Giuffré (Rsa Cisl), che ha sottolineato: “da giorni nessuno ci dà ascolto, quindi abbiamo deciso di fare picchettaggio, sperando che il Prefetto intervenga. I Sindacati hanno ricevuto la lettera per iniziare la trattativa dei licenziamenti. Abbiamo 7 giorni di tempo, più altri 45 che ci prenderemo. Speriamo che alla fine l’azienda faccia marcia indietro, che ci vengano pagati i salari e tutto ritorni alla normalità. A tutt’oggi, non sappiamo come andrà a finire. Nel momento in cui l’Ato o l’azienda provvederanno ai pagamenti delle quattro mensilità, riprenderemo immediatamente a lavorare. Fino ad allora nessuno di noi alzerà un dito per raccogliere l’immondizia. Quando avremo materialmente in tasca gli assegni, a qualsiasi ora del giorno o della notte, torneremo a raccogliere la spazzatura. Solo allora. E se non ci sarà una svolta positiva, continueremo il picchettaggio. Se necessario, faremo anche proteste più eclatanti”. Attraverso un comunicato stampa, interviene l’onorevole Filippo Panarello, vice presidente della Commissione lavoro all’ARS. Dichiara: “la situazione dell’Ato Me 1 è intollerabile e merita un intervento urgente da parte del presidente della Regione”. Il parlamentare del PD esprime piena solidarietà ai lavoratori licenziati e preoccupazione per il rischio che i comuni dell’Ato Me 1 vengano sommersi dalla spazzatura. “Sono evidenti i rischi ambientali - prosegue Panarello - ed è già gravissima la situazione sociale. Perciò, ho sollecitato l’onorevole Lombardo a convocare immediatamente una riunione con i vertici dell’Ato e della società di gestione, i sindaci e i sindacati, perché venga assicurata la continuità del rapporto di lavoro e la prosecuzione del servizio di raccolta dei rifiuti”.
Nella foto : un gruppo di lavoratori nell’aula consiliare del comune di Sant'Agata Militello.
I centottanta operatori (147 della Nebrodi Ambiente e 33 della consociata Fasteco), nei confronti dei quali l’Ati ha avviato le procedure di licenziamento, si alterneranno, a gruppi, con turni distribuiti in diversi orari: 6-12-18-24-6. Una battaglia per rivendicare il salario di quattro mensilità arretrate, precisamente novembre, dicembre, gennaio e tredicesima, ma anche per difendere il diritto al posto di lavoro. Ieri mattina, intorno alle 11, presso gli uffici dell’Ato, situati nelle immediate vicinanze dell’ospedale, abbiamo intervistato alcuni lavoratori impegnati a presidiare la sede della società d’ambito durante il primo turno. Rosario Lo Presti, Salvatore Iraci e Antonino Lombardo hanno ribadito di essere pronti a protestare ad oltranza. Nell’aula consiliare di Palazzo Crispi, erano presenti altri lavoratori, tra cui Mario Giuffré (Rsa Cisl), che ha sottolineato: “da giorni nessuno ci dà ascolto, quindi abbiamo deciso di fare picchettaggio, sperando che il Prefetto intervenga. I Sindacati hanno ricevuto la lettera per iniziare la trattativa dei licenziamenti. Abbiamo 7 giorni di tempo, più altri 45 che ci prenderemo. Speriamo che alla fine l’azienda faccia marcia indietro, che ci vengano pagati i salari e tutto ritorni alla normalità. A tutt’oggi, non sappiamo come andrà a finire. Nel momento in cui l’Ato o l’azienda provvederanno ai pagamenti delle quattro mensilità, riprenderemo immediatamente a lavorare. Fino ad allora nessuno di noi alzerà un dito per raccogliere l’immondizia. Quando avremo materialmente in tasca gli assegni, a qualsiasi ora del giorno o della notte, torneremo a raccogliere la spazzatura. Solo allora. E se non ci sarà una svolta positiva, continueremo il picchettaggio. Se necessario, faremo anche proteste più eclatanti”. Attraverso un comunicato stampa, interviene l’onorevole Filippo Panarello, vice presidente della Commissione lavoro all’ARS. Dichiara: “la situazione dell’Ato Me 1 è intollerabile e merita un intervento urgente da parte del presidente della Regione”. Il parlamentare del PD esprime piena solidarietà ai lavoratori licenziati e preoccupazione per il rischio che i comuni dell’Ato Me 1 vengano sommersi dalla spazzatura. “Sono evidenti i rischi ambientali - prosegue Panarello - ed è già gravissima la situazione sociale. Perciò, ho sollecitato l’onorevole Lombardo a convocare immediatamente una riunione con i vertici dell’Ato e della società di gestione, i sindaci e i sindacati, perché venga assicurata la continuità del rapporto di lavoro e la prosecuzione del servizio di raccolta dei rifiuti”.
Cinzia Scaglione
Nella foto : un gruppo di lavoratori nell’aula consiliare del comune di Sant'Agata Militello.
06 febbraio, 2009
Sant'Agata Militello. Blitz anti-immigrazione, preso un marocchino di 21 anni.
Arrestato dalla polizia Moumene El Kebir (nella foto), 21 anni, di nazionalità marocchina. Il giovane non aveva ottemperato ad un ordine di allontanamento dal territorio nazionale emesso dalla Questura di Palermo. Lavorava fuori Sant’Agata, ma intorno alle 4.20 di ieri, gli agenti della polizia amministrativa lo hanno sorpreso nell’abitazione di un connazionale, nella cittadina. Il connazionale che l’aveva ospitato è stato contravvenzionato con una sanzione amministrativa, così come il proprietario dell’immobile, che non aveva dato apposita comunicazione al Commissariato di Pubblica Sicurezza. Sempre nell’ambito dell’attività di prevenzione in materia di immigrazione, mercoledì scorso, ad Acquedolci, la polizia amministrativa ha denunciato a piede libero un altro extracomunitario, Adili Brsse, 27 anni, non in regola con i documenti per la permanenza sul territorio nazionale. Nei suoi confronti verrà avviata la procedura di rimpatrio. “Il nostro è un lavoro silente – sottolinea Picardi - ma quotidianamente svolgiamo attività di prevenzione e repressione dei reati, a 360 gradi. Nello specifico, in questi giorni, la polizia giudiziaria e la stradale hanno collaborato per la risoluzione del caso di estorsione, ma anche la polizia amministrativa ha avuto il suo da fare. Nell’ambito dei servizi che vengono espletati nella quotidiana ordinarietà, sono state denunciate e segnalate diverse persone, tra extracomunitari privi di documenti e proprietari di appartamenti che hanno omesso di comunicarne la presenza al Commissariato, sia a Sant’Agata Militello, che a Torrenova e Rocca di Caprileone”.
Cinzia Scaglione
05 febbraio, 2009
Sant'Agata Militello. Estorsione, arrestato dalla polizia "Giò l'americano"
In manette, per estorsione, Giuseppe Foti, 53 anni, meglio conosciuto come “Giò l’americano”. L’operazione che ha portato all’arresto dell’uomo, noto sia alle forze di polizia americana che del nostro territorio, si è conclusa lo scorso mercoledì sera, dopo due mesi di indagini. Un’attività sinergica tra la polizia giudiziaria e stradale. Ieri mattina, presso il locale Commissariato di Pubblica Sicurezza, si è tenuta la conferenza stampa, alla presenza del dirigente e vice questore Francesco Picardi, del comandante della polizia stradale Massimiliano Fiasconaro e dell’ispettore capo Vincenzo Ciacio (responsabile Polizia anticrimine). Le indagini sono scaturite dalla denuncia di una trentenne di Acquedolci. Quest’ultima si era confidata con un agente della stradale, che l’aveva convinta a recarsi in Commissariato. Tutto è riconducibile ad un incidente stradale che la donna aveva avuto con un pregiudicato del territorio. Il sinistro si era però risolto in maniera pacifica. Tuttavia, il pregiudicato era stato poi fermato da una pattuglia delle forze dell’ordine e l’auto, trovata sprovvista di assicurazione, sequestrata.
Secondo gli inquirenti, Foti sarebbe venuto a conoscenza di questi episodi e avrebbe trovato il modo di “agganciare” la vittima, instaurando un clima di terrore a casa della parte offesa. Avrebbe detto alla donna che il pregiudicato credeva che il sequestro dell’auto dipendesse dalla sua denuncia. Ma, poteva sistemare tutto lui. Un modo per estorcere denaro. La signora avrebbe ceduto due volte, consegnando complessivamente mille euro. La terza volta, però, è andata male. La donna ha chiamato l’agente della stradale con il quale si era confidata ed è scattata l’operazione della polizia, con un appostamento definitivo.
Foti si è recato nell’abitazione della donna per ritirare la somma di 300 euro. Le banconote erano state fotocopiate prima. E all’uscita della casa, l’uomo, trovato con i soldi in tasca, è stato fermato. Adesso, si trova nel carcere di Gazzi. E’ ancora in corso un’attività investigativa finalizzata all’individuazione di altri soggetti sottoposti allo stesso tipo di estorsione. Foti emigrò giovanissimo, con la madre e il fratello, negli Stati Uniti, a Cleveland, dove, crescendo, si è reso responsabile di numerosi reati. Condannato per lesioni dolose, ha scontato una pena di dieci anni di reclusione. In Italia (rientrato nel’97), ha precedenti per ricettazione, truffa, falsificazione di moneta, spendita e introduzione nello Stato.
Qualche anno fa, è stato destinatario di un avviso orale del Questore di Messina.
Secondo gli inquirenti, Foti sarebbe venuto a conoscenza di questi episodi e avrebbe trovato il modo di “agganciare” la vittima, instaurando un clima di terrore a casa della parte offesa. Avrebbe detto alla donna che il pregiudicato credeva che il sequestro dell’auto dipendesse dalla sua denuncia. Ma, poteva sistemare tutto lui. Un modo per estorcere denaro. La signora avrebbe ceduto due volte, consegnando complessivamente mille euro. La terza volta, però, è andata male. La donna ha chiamato l’agente della stradale con il quale si era confidata ed è scattata l’operazione della polizia, con un appostamento definitivo.
Foti si è recato nell’abitazione della donna per ritirare la somma di 300 euro. Le banconote erano state fotocopiate prima. E all’uscita della casa, l’uomo, trovato con i soldi in tasca, è stato fermato. Adesso, si trova nel carcere di Gazzi. E’ ancora in corso un’attività investigativa finalizzata all’individuazione di altri soggetti sottoposti allo stesso tipo di estorsione. Foti emigrò giovanissimo, con la madre e il fratello, negli Stati Uniti, a Cleveland, dove, crescendo, si è reso responsabile di numerosi reati. Condannato per lesioni dolose, ha scontato una pena di dieci anni di reclusione. In Italia (rientrato nel’97), ha precedenti per ricettazione, truffa, falsificazione di moneta, spendita e introduzione nello Stato.
Qualche anno fa, è stato destinatario di un avviso orale del Questore di Messina.
Cinzia Scaglione
Nella foto in alto: Seduti da sinistra. L’ispettore capo Vincenzo Ciacio, il dirigente del commissariato vice questore Francesco Picardi e il comandante della Stradale ispettore Massimiliano Fiasconaro.
Ato Me 1. Il sindacato: "Nessuno dovrà perdere il posto" e il sindaco Bruno Mancuso: "Troveremo la soluzione".
Il Sindacato si è attivato per far sì che i lavoratori non perdano il posto di lavoro. Ma, si chiede:
i rappresentanti dell’Ato Me 1 e i sindaci dove sono?
E il responsabile zonale della Uil, Nunzio Musca, aggiunge: “se non ci sarà un intervento concreto da parte dei sindaci e della Prefettura, rischieremo di avere la spazzatura per mesi sulle nostre strade”. Abbiamo interpellato il sindaco Bruno Mancuso, che sottolinea: “noi sindaci, in sede di assemblea, abbiamo individuato le soluzioni necessarie per venire a capo della situazione. Ma, ci sono dei tempi affinché il CdA dell’Ato possa attuare le nostre direttive. L’Ato è in grave crisi di liquidità. Avrebbe bisogno di una boccata di ossigeno, che potrebbe arrivare solo con un intervento forte da parte del governo regionale. Per cui quello che proporrò ai miei colleghi e al Sindacato è di chiedere un incontro al presidente della Regione, affinché possa garantire all’Ato Me 1 dei prestiti che potrebbero essere obbligati anche sul fondo dei trasferimenti alle autonomie locali. Non vedo in atto altre soluzioni, perché le somme che l’Ato riceverà con il pagamento delle fatture già recapitate ai cittadini di Sant’Agata e Capo D’Orlando, per un importo di 7 milioni, non credo siano sufficienti per fronteggiare l’emergenza o soddisfare le esigenze del soggetto gestore”.
i rappresentanti dell’Ato Me 1 e i sindaci dove sono?
E il responsabile zonale della Uil, Nunzio Musca, aggiunge: “se non ci sarà un intervento concreto da parte dei sindaci e della Prefettura, rischieremo di avere la spazzatura per mesi sulle nostre strade”. Abbiamo interpellato il sindaco Bruno Mancuso, che sottolinea: “noi sindaci, in sede di assemblea, abbiamo individuato le soluzioni necessarie per venire a capo della situazione. Ma, ci sono dei tempi affinché il CdA dell’Ato possa attuare le nostre direttive. L’Ato è in grave crisi di liquidità. Avrebbe bisogno di una boccata di ossigeno, che potrebbe arrivare solo con un intervento forte da parte del governo regionale. Per cui quello che proporrò ai miei colleghi e al Sindacato è di chiedere un incontro al presidente della Regione, affinché possa garantire all’Ato Me 1 dei prestiti che potrebbero essere obbligati anche sul fondo dei trasferimenti alle autonomie locali. Non vedo in atto altre soluzioni, perché le somme che l’Ato riceverà con il pagamento delle fatture già recapitate ai cittadini di Sant’Agata e Capo D’Orlando, per un importo di 7 milioni, non credo siano sufficienti per fronteggiare l’emergenza o soddisfare le esigenze del soggetto gestore”.
Cinzia Scaglione
Nebrodi Ambiente, 180 licenziamenti. Da oggi le proteste.
Assemblee permanenti nei vari centri operativi e negli uffici. Scattano da oggi le azioni di protesta dei 180 operatori della Nebrodi Ambiente (società consortile che gestisce il servizio rifiuti nel comprensorio, per conto dell’Ato Me 1) e ditte consociate. Ed uno dei lavoratori, Mario Giuffrè (Rsa Cisl), che si è sempre battuto per tutelare i diritti della categoria, ha iniziato lo sciopero della fame. Ricordiamo che l’azienda, martedì scorso, ha avviato le procedure di licenziamento. Ieri mattina, a Palazzo Crispi, i lavoratori si sono riuniti in assemblea, alla presenza dei rappresentanti sindacali. Nei loro occhi si leggeva tanta rabbia e disperazione. Nonostante i ritardi e il mancato pagamento degli stipendi, hanno sempre continuato a svolgere la propria attività. Adesso, però, subiscono l’ennesima beffa: il licenziamento. Devono percepire il salario di novembre, dicembre, gennaio e la tredicesima. “L’assemblea adotterà, giorno dopo giorno, i criteri di azione nei confronti delle aziende, dell’Ato Me 1 e dei comuni - sottolineano, con un comunicato stampa, Cgil, Cisl e Uil ed Rsa aziendali - al fine di addivenire in tempi celeri al pagamento delle spettanze maturate, per alleggerire la grave situazione economica dei lavoratori, diventata insostenibile soprattutto per famiglie monoreddito”. E chiedono l’intervento del presidente della Regione. Naturalmente, a partire da oggi, si verificheranno disservizi per quanto riguarda la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti. “Le nostre intenzioni sono quelle di riuscire a portare a casa gli stipendi e mantenere il posto di lavoro – afferma Giuffrè – intraprenderemo qualsiasi tipo di lotta. La magistratura e il Prefetto dovrebbero intervenire per fare chiarezza sulla situazione. Molti di noi hanno dei mutui sulle spalle e nessun’altra entrata in famiglia. Come dobbiamo fare? Dove sono i nostri politici? sono venuti a cercarci per chiederci il voto e ora non si fanno vedere”. Per Giuffrè i sindaci sono responsabili della crisi finanziaria dell’Ato Me 1. E spiega: “non avrebbero dovuto delegare tutti i servizi. Poi, la tariffa doveva essere spalmata nell’arco di 5 anni, invece si è passati subito dalla Tarsu alla Tia, con conseguente aumento delle bollette. Inoltre, tanta gente non ha mai pagato e nessuno in tanti anni ha fatto qualcosa per recuperare il debito”. Molti utenti non sono stati ancora censiti, in compenso, però, le bollette rifiuti arrivano puntuali ai 180 lavoratori senza stipendio. “Ci prendono in giro – dice Basilio Montesano – siamo in difficoltà economica, non ci pagano da 4 mesi e ci mandano la bolletta a casa? Potrebbero almeno defalcarcela dagli stipendi arretrati”. La ditta potrebbe fare marcia indietro solo a fronte della riscossione del credito vantato nei confronti dell’Ato: circa 22 milioni di euro.
Cinzia Scaglione
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