17 gennaio, 2009

Presto appaltabile il primo lotto dell’elisuperficie di Contrada Pianetta

Pronto uno stralcio del progetto per la realizzazione di una elisuperficie h24, in contrada Pianetta. L’ufficio tecnico comunale dovrà adesso trasmetterlo al Dipartimento regionale della protezione civile per l’approvazione e la conseguente erogazione di un finanziamento di 200 mila euro, già previsto in bilancio. La redazione del progetto di questo primo lotto appaltabile nasce dall’esigenza dell’amministrazione comunale di poter usufruire in tempi brevi del contributo. La superficie totale interessata è di circa 5 mila metri quadrati. E’ prevista la costruzione di una piazzola di atterraggio e l’installazione dell’impianto di illuminazione per il regolare svolgimento dell’attività notturna. L’elipista potrà diventare un punto di riferimento per la prevenzione degli incendi nell’area nebroidea, utilizzata per il soccorso anti-incendio.

Inoltre, verrà utilizzata per le emergenze sanitarie, rilanciando lo stesso presidio ospedaliero sotto il profilo della gestione delle emergenze, con grande vantaggio per le comunità dei Nebrodi. L’ospedale, infatti, si trova in una posizione strategica rispetto al distretto di competenza, centrale per il bacino d’utenza del comprensorio dei Nebrodi.

Elipista

Tale infrastruttura è da ritenersi “salvavita” ad esempio per i pazienti critici che necessitano di essere trasferiti, tempestivamente, presso strutture sanitarie specializzate. Attualmente, si continua ad usufruire del campo sportivo Fresina, in terra battuta. L’immenso polverone che si crea può determinare danni all’elicottero (come è già successo), tali da non poter riprendere il volo. E ancora, potrà diventare la base strategica di riferimento delle forze dell’ordine. Infine, al di là della prioritaria funzione di elisoccorso, non bisogna dimenticare l’importanza che acquisterebbe nell’ambito del settore turistico, favorendo lo sviluppo di un sistema più equilibrato ed integrato di mobilità.

Cinzia Scaglione

Nelle foto: elaborazioni fotorealistiche della struttura .

Nebrodi Ambiente, futuro incerto per 230 lavoratori.

Lavoratori_NA
Incertezze sul futuro dei 230 lavoratori addetti ai servizi ecologici. La Nebrodi Ambiente, ovvero la società consortile che si occupa del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti del comprensorio per conto dell’Ato Me 1, sta passando dalle parole ai fatti. Come già preannunciato, ha avviato le procedure per la rescissione unilaterale del contratto con l’Ato Me 1, con conseguente messa in mobilità del personale. Tra una decina di giorni, gli atti verranno notificati alla società d’ambito. “La decisione mi è stata comunicata telefonicamente dall’amministratore della Nebrodi Ambiente, Sergio Filippi (rappresentante della società Cns di Bologna – capofila dell’Ati) – riferisce il responsabile zonale della Cisl, Calogero Emanuele – tra l’altro, secondo quanto dice, i lavoratori saranno licenziati, non pagati e dovranno essere assorbiti dalla ditta che subentrerà”. Giovedì scorso, nella sede della Uil, il responsabile Nunzio Musca e il collega della Cisl hanno incontrato i rappresenti sindacali dei lavoratori (Giuffrè, Oteri, Tortora e Fardella). Considerando la gravità della situazione, i sindacalisti hanno scritto all’ufficio provinciale del lavoro, alla Nebrodi Ambiente e alle varie ditte consociate, nonché all’Ato Me 1, chiedendo un incontro urgente. Ricordiamo che, a tutt’oggi, i lavoratori rivendicano lo stipendio dei mesi di novembre e dicembre e la tredicesima. In realtà, giorni fa, l’Ato Me 1 ha versato circa 350 mila euro alla Nebrodi Ambiente, soldi che, però, non sono stati utilizzati per retribuire i lavoratori. “La ditta sembra intenzionata a non pagare i dipendenti – spiega Emanuele - perché a dicembre aveva fatto un prestito in banca di 150 mila euro, somma della quella deve rientrare. Mi chiedo, visto che l’Ato sapeva del problema , perché non provvedeva al pagamento diretto dei lavoratori?”. Emanuele pone all’attenzione anche un’altra questione, relativa alle iniziative che stanno adottando alcuni comuni che hanno deciso di esternalizzare, affidandolo a ditte private, il servizio di “spazzamento”, senza alcun passaggio in sede di assemblea dei soci dell’Ato Me 1 o nei vari consigli comunali (che a suo tempo delegarono i servizi all’Ato) e senza interpellare i sindacati. “Così, si crea solo una gran confusione – afferma Emanuele – se i comuni vogliono esternalizzare il servizio spazzamento, chiediamo che venga assorbita la manodopera in forza alla Nebrodi Ambiente. Anzi, sarebbe opportuno che tutti gli operai venissero centralizzati nella Nebrodi Ambiente (si riferisce alla cinquantina di operatori che lavorano in ditte consociate) e che tutte le dismissioni dei servizi dei vari comuni passino attraverso un accordo tra Sindacato, Ato e azienda. Solo così potremo garantire i lavoratori”. E conclude: “il paradosso è che da un lato si dismette e dall’altro si assume (riferendosi alla volontà della società d’ambito e dei sindaci di potenziare la struttura dell’Ato, con l’arrivo di nuovo personale)”.

Cinzia Scaglione

Commenti

Nicola ha detto...

il 2 dicembre scorso parto dalla Toscana dove vivo, passo da Roma e prelevo mia figlia con una sua amica. Durante il tragitto ho sentito più volte mia figlia tessere le lode di sant'agata. In serata arriviamo a Sant'Agata e appena usciti dallo svincolo il primo cumulo di spazzatura, prende anche parte delle carreggiata, le macchine curvano per evitare l'immondizia. Circonvallazione Don Bosco, Via San Martino, altezza Via della Carità, li dove una volta c'era la casa del negus, un'immensa discarica a cielo aperto di spazzatura dove spiccavano soprattutto le borse rosse del mercato alimentare. A questo punto noto mia figlia che inizia a vergognarsi. Si si vergogna dell'amica e di tutto quello che aveva detto lungo il tragitto. Cerco di stemperare la tensione paragonando Sant'Agata a Napoli. La situazione si fa più fosca anzi nera al bivio di Militello dove la spazzatura raggiungeva una ammasso enorme. Le cose nei giorni successivi non sono cambiate.


16 gennaio, 2009

Protesta dei cittadini per il degrado della scalinata e la chiusura del cancello di accesso all'Ufficio postale centrale.

Scalinata
Versa in stato di completo abbandono la scalinata centrale che si affaccia sulla piazza Andrea Speciale e che fino a poco tempo fa rappresentava la via di acceso principale dell’ufficio postale di via Goldoni. Da mesi, ormai, il cancello situato alla fine della gradinata, facente parte della recinzione dell’ufficio postale, è chiuso. I gradini in cemento, in alcuni tratti scoscesi, risultano pieni di erbacce. Inoltre, da diversi giorni, il tronco di un albero, prima a dimora nelle immediate vicinanze e sradicato dal vento, permane sugli scalini. Gli utenti dell'Ufficio Postale continuano a lamentare il fatto che non sia possibile accedere alla sede direttamente dalla piazza, poiché, appunto, il cancello principale d’entrata è permanente chiuso.
Così, dopo aver parcheggiato l'auto nell’apposita area che si trova ai lati della scalinata, per raggiungere gli uffici, devono percorrere una strada in salita ed entrare dall’altro cancello, situato sulla via Goldoni. Tra l’altro, qualche utente, dal momento che non sono state mai collocate transenne alla base della scalinata, tali da segnalare la pericolosità della stessa, non accorgendosi del cancello chiuso, sale i gradini e cerca di raggiungere l’ingresso. Ma, dopo aver scavalcato l’arbusto riverso al suolo, rischiando la propria incolumità, si rende conto che le ante del cancello sono serrate. Domanda ricorrente: perché nessuno rimuove l’albero dalla scalinata o effettua la dovuta manutenzione ai gradini? L’unica via di accesso all’ufficio postale, ovvero quella di via Goldoni, è sovente caratterizzata da intasamenti del traffico, a causa di autovetture lasciate in sosta anche in doppia fila. Diversi cittadini protestano per la situazione di disagio venutasi a creare proprio a causa della chiusura del cancello. Si stanno organizzando per stilare una petizione popolare, chiedendo che venga effettuata la manutenzione della scalinata, con relativa bonifica dell’area e, naturalmente, riaperto il cancello, ripristinando la via di accesso principale all’ufficio postale. In realtà, apprendiamo che il direttore dell’ufficio postale, Salvatore Torre, ha interpellato il Comune, inoltrando apposita lettera, per capire a chi spetta effettuare la manutenzione della scalinata, intervento necessario per renderla nuovamente fruibile dall’utenza. Il cancello, infatti, sarebbe stato chiuso a seguito di un piccolo incidente verificatosi lo scorso anno, quando un cittadino rischiò di farsi male sul serio, scivolando dai gradini. Ad oggi, però, il Comune non avrebbe dato alcuna risposta. Ma, il vice sindaco, Calogero Pedalà, ci dichiara: “la competenza è dell’Ente Poste, che deve provvedere a togliere l’albero e a mettere in sicurezza la scalinata”. Occorre anche predisporre la giusta illuminazione, necessaria durante il periodo invernale, per rendere “visibili” i gradini.

Cinzia Scaglione

Nelle foto : la scalinata centrale che si affaccia sulla piazza Speciale.

15 gennaio, 2009

Il giudizio dei Sindaci alle critiche dei sindacati per l'assunzione di un nuovo direttore generale.

IL GIUDIZIO DEI SINDACI. Parla Bruno Mancuso: "la struttura deve funzionare".

*** I sindaci sposano la proposta dell’Ato di potenziare la struttura con l’assunzione di personale. “I componenti del CdA non sono pagati per fare gli impiegati o i dirigenti – afferma il sindaco Bruno Mancuso - dobbiamo dotare la struttura degli strumenti adeguati per farla funzionare. Se siamo ridotti a questo punto è perché finora non ci sono stati. Il disastro dell’Ato Me 1 si è determinato perché non si è fatturato nei tempi giusti, non è stata migliorata la banca dati e non sono stati riscossi tutti i pagamenti delle bollette. Anche la raccolta differenziata non può partire se alle spalle non c’è una struttura adeguata”. Il sindaco di Caprileone, Bernadette Grasso, aggiunge: “la figura del direttore generale, così come qualche altra figura, è essenziale per far sì che questa macchina organizzativa parta. Finora, tutto il lavoro è stato sobbarcato da soggetti non abilitati a questo. I compiti del CdA sono altri. Non si è potuto recuperare tutto il credito e allargare la base imponibile, problemi legati alla mancata organizzazione e capacità gestionale, importante per qualsiasi azienda. Non c’è nessuno spreco. Su questo punto siamo intransigenti. Poi, tra qualche anno i sindacati potranno darci giudizi, ma non possono mettere dei paletti. Il potenziamento della struttura equivale semplicemente a razionalizzare e migliorare i servizi”.
Cinzia Scaglione

Un direttore generale all'Ato Me 1 ma il sindacato si oppone.

“I lavoratori sono senza stipendio, c’è un’emergenza rifiuti in atto per la mancanza di discariche disponibili e si pensa a nominare un direttore generale o a reclutare altro personale”. Il giudizio del Sindacato nei confronti dell’Ato Me 1 è severo. Orlando Latino (Cgil), Calogero Emanuele (Cisl) e Nunzio Musca (Uil) criticano la scelta del Consiglio di amministrazione, avallata dai sindaci, di fare nuove assunzioni, “con un inevitabile aumento dei costi di gestione”. Ed invitano l’assemblea dei soci ad occuparsi delle questioni prioritarie: miglioramento dei servizi, attivazione di discariche nel comprensorio (per evitare di pagare somme cospicue per il conferimento e il trasporto dei rifiuti al di là dei confini dell’ambito territoriale) e, nel contempo, incremento effettivo della raccolta differenziata, con conseguente riduzione della tariffa a carico degli utenti. Sarebbe, insomma, illogico pubblicare un bando per l’assunzione di un direttore generale in vista della prossima trasformazione delle società d’ambito in consorzi. “Un’iniziativa - pensa il Sindacato – forse per assicurare l’incarico, per ben due anni, a qualche precedente componente degli organismi dell’Ato o delle aziende che gestiscono il servizio”. Un’idea, dunque, da abbandonare. E poi, “già all’interno del CdA risultano idonee professionalità tecniche ed amministrative”. Sarà l’assemblea dei soci dell’Ato Me 1, che probabilmente si riunirà giorno 21, a Palazzo Crispi (ma il presidente dell’Ato Me 1 deve ancora procedere alla convocazione), a designare il direttore generale. Qualche giorno fa, è stato pubblicato un avviso pubblico per la selezione. Gli interessati possono presentare domanda entro giorno 20, presso la sede dell’Ato Me 1, situata in via G. Grasso n. 5/9. Il direttore generale avrà ampia autonomia operativa e di gestione, in relazione alle funzioni e attribuzioni assegnate per conseguire gli obbiettivi concordati. Avrà il compito di motivare e consolidare la struttura operativa per una corretta gestione economico-finanziaria, ottimizzare i processi produttivi e gestire quelli relativi alle riscossioni. Il rapporto sarà disciplinato con contratto a tempo determinato di diritto privato, per un massimo di due anni, con un impegno di presenza sul posto di almeno 20 ore settimanali. Il compenso previsto è di 4 mila euro lorde, più una percentuale minima del 50 per cento dello stipendio base di dirigente. Nella valutazione dei curriculum si terrà conto delle esperienze, capacità professionali e competenze organizzative e di gestione.
Cinzia Scaglione

14 gennaio, 2009

Commercio, Acis e clienti contro il pizzo. Premi per chi ha fatto acquisti.

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Nella foto : da sinistra, Mario Algeri, Biagio Indriolo, Sebastiano Buttafarro, Cinzia Notaro, Giusy Lama e Giuseppe Foti.
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Bilancio decisamente positivo a conclusione dell’iniziativa a sostegno del commercio promossa dall’Acis (Associazione commercianti e imprenditori santagatesi), durante le festività natalizie. Gli esercenti che hanno aderito alla campagna di sensibilizzazione denominata “Scegli chi ha scelto” hanno distribuito, complessivamente, oltre diecimila biglietti alla propria clientela. Un modo per ricambiare la fiducia accordata dagli acquirenti nei confronti di chi ha fatto una scelta di legalità e di libertà, schierandosi apertamente contro la malavita e contro il pizzo. Un ticket ogni 30 euro di spesa. In palio due soggiorni della durata di 8 giorni ciascuno, per due persone, in Tunisia (tutto incluso), da utilizzare entro il mese di marzo. I due biglietti fortunati sono stati estratti durante la trasmissione televisiva andata in onda sull’emittente locale. I nomi dei vincitori sono stati comunicati dal Questore di Messina Vincenzo Mauro e dal comandante provinciale dei carabinieri colonnello Detalmo Mezzavilla. Ad aggiudicarsi i due soggiorni: Cinzia Notaro, di San Marco D’Alunzio (che ha fatto acquisti nel negozio di abbigliamento per bambini di Giusy Lama) e Sebastiano Buttafarro, di Tortorici (che ha cenato presso il ristorante di Mario Algeri). Increduli e contenti, accompagnati, rispettivamente, dal marito Alberto e dal figlioletto di 3 anni e dalla moglie Rosaria e dalla figlia Floriana, hanno ritirato il premio lo scorso lunedì sera, nella sede dell’Acis (in via Giotto), alla presenza del presidente dell’associazione, Biagio Indriolo e del suo vice Giuseppe Foti, nonché di altri associati. “Abbiamo messo in circolazione circa 15 mila biglietti e ne sono andati a sorteggio oltre 10 mila, un risultato altamente positivo – sottolinea Indriolo – tra l’altro, l’esito del concorso ha dato prova che a Sant’Agata gravitano anche gli abitanti di altri comuni e lo testimonia il fatto che abbiano vinto due persone di fuori. Dal canto nostro, è un ricambiare l’attenzione che gli associati hanno per l’Acis, incentivando e aiutando con queste piccole iniziative gli esercenti, soprattutto in periodi di crisi come questo. E naturalmente, siamo un’associazione antiracket e rappresentiamo un anello di congiunzione tra l’associato, il cittadino e le istituzioni, per tutte quelle situazioni di negatività che si possono venire a creare, dall’estorsione all’usura”. L’Acis conta oltre 200 associati.
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La soddisfazione degli associati. "Da queste iniziative potremo trarne solo benefici"
"Buona accoglienza del pubblico, si muova anche il Comune"
Soddisfatti dell’iniziativa sostenuta dall’Acis i commercianti associati che vi hanno aderito. “E’ stata accolta con piacere dalla clientela – afferma il ristoratore Mario Algeri – spero che ci siano altri progetti del genere anche in futuro. Ne potremo trarre solo benefici”. “Un’iniziativa simpatica, accolta favorevolmente – dice la commerciante Giusy Lama - mi auguro che si continui con iniziative a sostegno dei commercianti. In generale, però, vorrei dire che ci dovrebbe essere più collaborazione tra gli esercenti. Per quanto riguarda, invece, i progetti a favore del commercio, ritengo che anche l’amministrazione comunale dovrebbe fare qualcosa. Parlo di attrattive per richiamare gente sul territorio. Non necessariamente la notte bianca, ma manifestazioni che possano coinvolgere i commercianti”. “In occasione di questo Natale, ci siamo orientati ad attuare un’iniziativa in proprio – dichiara il presidente del’Acis, Biagio Indriolo - tuttavia, se l’amministrazione comunale ci interpella per tempo, saremo a disposizione. Diciamo che camminiamo su due binari”.

Cinzia Scaglione

Metano, firmato il contratto per costruire e gestire la rete.

Sottoscritto il contratto di concessione per la costruzione e gestione della rete del metano tra l’amministrazione comunale e la ditta Eurovega Costruzioni (di Capo d’Orlando). Il progetto di metanizzazione interessa tutto il centro urbano e le zone periferiche più popolose. “Si è consolidato il rapporto tra il Comune e l’impresa con la firma del contratto – sottolinea l’ingegnere capo del Comune, Giuseppe Contiguglia – ma ancora devono presentare all’ufficio il progetto esecutivo, che deve essere approvato. Hanno costituito una società di progetto che garantisce l’operazione privata, perché si autofinanziano l’opera e recuperano poi l’investimento attraverso un piano economico finanziario, che fa parte del progetto. Con quest’ultimo si dimostra che nel giro di tempo della concessione la società recupera le somme e, in più, guadagna. Poi, la struttura diventerà di proprietà comunale. Bisognerà attivare un ufficio di direzione dei lavori e fare un crono-programma dei lavori stessi, valutare situazioni di ordine pubblico, traffico, fare una conferenza dei servizi, un protocollo d’intesa con Telecom, Enel e l’ufficio manutenzioni fognatura e acquedotto”.
Cinzia Scaglione

13 gennaio, 2009

Campagna elettorale in anticipo, secondo comizio di Nicola Versaci candidato ufficiale a sindaco.

Secondo comizio elettorale del primo candidato a sindaco ufficiale delle prossime elezioni amministrative, previste per giugno. La scorsa domenica sera, in piazza Vittorio Emanuele, è tornato a lanciare strali contro l’amministrazione Mancuso il trentaquattrenne Nicola Versaci, “articolista” del Comune, appoggiato da una lista civica, già candidato a sindaco nel 2004. Numerose le persone accorse ad assistere al comizio, così come in occasione del suo primo intervento, a dimostrazione, probabilmente, del fatto che la cittadinanza è curiosa, ha voglia di seguire attivamente la campagna elettorale, di ascoltare critiche e programmi. Secondo Versaci, “c’è voglia di cambiamento”. Di sicuro cresce, soprattutto da parte dei giovani, l’interesse verso la politica. Per quanto riguarda gli altri candidati che fronteggeranno la ricandidatura del sindaco Bruno Mancuso (appoggiato da 19 consiglieri comunali su 20), hanno dato la propria disponibilità a partecipare alla competizione elettorale il consigliere provinciale Giuseppe Miano, medico (appoggiato dal Partito Democratico), l’ex sindaco avvocato Alfredo Vicari (appoggiato dall’Udc) e l’ex sindaco avvocato Aldo Fresina. Quest’ultimo aveva espresso la volontà di partecipare attivamente ad un progetto alternativo all’amministrazione Mancuso durante una conferenza stampa tenuta nella cittadina dall’avvocato palermitano Lino Buscemi (ex candidato alla carica di difensore civico del Comune).

Cinzia Scaglione

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Anonimo ha detto...

a mio parere il giovane Versace rappresenta le voci sopite del patrimonio exstraculturale santagatese. La destra è ora rappresentato da chi prima rappresentava la sinistra, la sinistra è rappresentata dai nuovi poteri forti. Versace rappresenta il popolo quello che sta zitto nel vedere il degrado di santagata, quello che ammutolisce nel vedere i cumuli di spazzatura agli angoli di strada.


Il sindacato critica ll cdA dell'Ato Me1 per l'aumento dei costi e per il reclutamento di nuovo personale.

Il Sindacato critica il reclutamento di personale avviato dall’Ato Me 1. “Non si può condividere l’operato del Consiglio di Amministrazione in merito alla scelta di reperire ulteriori unità di personale – sottolineano i rappresentanti zonali di Cgil, Cisl e Uil, Orlando Latino, Calogero Emanuele e Nunzio Musca - in totale difformità con gli impegni assunti con il Sindacato per la definizione dell’organigramma. Cosa ancora più grave è che inevitabilmente si determinerà un aumento dei costi di gestione, con conseguente ricaduta negativa sulla tariffa a carico dei cittadini”. Inoltre, i sindacalisti ritengono “inaccettabile che il CdA ricorra all’utilizzo di personale in comando a seconda delle segnalazioni di questo o quel sindaco e in assenza di un accordo col Sindacato. Senza, quindi, un ragionamento serio improntato anche sul risparmio e sulla economicità e senza pensare ad una vera e seria professionalizzazione della forza lavoro in sevizio presso l’Ato”. Secondo il Sindacato, sarebbe opportuno, invece, definire l’organigramma ipotizzando anche la stabilizzazione del personale Asu (Attività socialmente utili) con fondi regionali. Inoltre, abbandonare l’idea dell’assunzione di un direttore generale, considerando che già all’interno del CdA, al momento “congelato”, “risultano idonee professionalità tecniche e amministrative”. Infine, evitare il ricorso ad esperti in campo amministrativo e contabile. Il bando per l’assunzione di un direttore generale è stato già pubblicato. Si prevede che l’incarico abbia la durata di due anni, sebbene le società d’ambito, nel giro di qualche mese, verranno trasformate in consorzi. Il Sindacato ipotizza che si voglia assicurare l’incarico “a qualche precedente componente di tali organismi o delle aziende che gestiscono il servizio”. Di contro, però, nessun discorso concreto sarebbe stato fatto sulla questione legata al ripianamento del debito dell’Ato Me 1 con la società consortile aggiudicataria della gara di appalto, “che comunque ha l’obbligo di rispettare pienamente il contratto – ricordano Latino, Emanuele e Musca - compromettendo sempre più la questione legata al mancato pagamento delle spettanze ai lavoratori”. Per quanto riguarda, poi, la preannunciata volontà di rimodulare i servizi o passare all’espletamento diretto di qualche servizio da parte dei comuni-soci, ad oggi nessun riscontro. “A tal proposito - affermano i sindacalisti - ci conforta la dichiarazione dell’Ato rispetto al mantenimento della forza lavoro, ma vorremmo sottoscrivere apposito accordo, proprio per dare certezza a tutti i lavoratori”.

Cgil, Cisl, Uil lanciano un grido di allarme ai comuni dell'Ato Me1: "Intraprendete iniziative serie per incrementare la differenziata"

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“L’emergenza rifiuti potrà essere affrontata concretamente solo aumentando la raccolta differenziata, con una riduzione della quantità di rifiuti da conferire in discarica (attualmente, viene utilizzato l’’invaso di Motta Santa Anastasia, in provincia di Catania) e l’abbattimento della tariffa”. Queste le dichiarazioni del presidente dell’Ato Me 1, Laura Trifilò, rilasciate qualche giorno fa al Giornale di Sicilia. Affermazioni condivise pienamente dalle organizzazioni sindacali, che, però, hanno qualcosa da ridire sulla mancata attuazione, ad oggi, di una seria campagna di sensibilizzazione da parte dei comuni ed applicazione di provvedimenti seri nei confronti degli utenti inadempienti. “Non sono state mai intraprese, da parte della quasi totalità delle amministrazioni locali, iniziative serie per incentivare la differenziata – evidenziano Latino (Cgil), Emanuele (Cisl) e Musca (Uil) - come ad esempio la stima reale dei rifiuti prodotti, il controllo del territorio e la verifica delle utenze”. Il Sindacato ritiene, dunque, che in questo momento il CdA dell’Ato Me 1 e i sindaci, invece di ricorrere ad assunzioni “ad personam”, dovrebbero occuparsi di ottimizzare il servizio rifiuti e individuare al più presto discariche nell’ambito del territorio, “per evitare che si paghino ben 20 mila euro al giorno per il conferimento presso invasi fuori dal comprensorio”. “Soluzione, questa – concludono i sindacalisti - che eviterebbe di pagare la spazzatura a peso d’oro, riducendo sensibilmente la tariffa a carico del cittadino-utente”.
Cinzia Scaglione