31 gennaio, 2009

Gli alberi del plesso scolastico "L. Capuana"

Una dozzina di alberi di pino circondano il plesso scolastico della scuola elementare "Capuana" del primo istituto comprensivo (diretto da Giovanni Simonella). Quasi tutti superano i 12 metri di altezza. Uno, in particolare quello prospiciente il cine-teatro Aurora, costituisce una minaccia per l'incolumità dei passanti, delle autovetture e degli edifici circostanti. Le radici hanno parzialmente danneggiato il muro di recinzione dell'edificio scolastico. Lo scorso anno, è stato effettuato un sopralluogo da parte dei vigili del fuoco, i quali avevano evidenziato lo stato di precarietà dell’albero. “Sostanzialmente, nel verbale, si dice che in particolari condizioni metereologiche, ovvero forti raffiche di vento, considerando l’altezza considerevole e la vastità della chioma, il pino potrebbe rappresentare un pericolo e provocare danni – afferma la responsabile del servizio comunale di protezione civile, architetto Rosalia Gentile - al Comune è stato lasciato il compito di far redigere una perizia ad opera di un agronomo o, comunque,di ingegneri specializzati nella stabilità degli alberi di alto fusto. In base, poi, agli accertamenti tecnici, si deciderà se procedere alla riduzione della chioma, operazione che data l’altezza richiede l’utilizzo di un cestello particolare o al taglio del pino.
E’ molto alto, il terrapieno è proprio al piede dell’albero e ha una chioma ben assestata, quindi, secondo i vigili del fuoco, il peso dell’albero,in presenza di forte vento, potrebbe causare danni, perché andrebbe a sbilanciarsi verso la strada”. Le notevoli dimensioni dell’arbusto allarmano gli abitanti e i frequentatori della zona (genitori degli alunni), che, durante i giorni di pioggia e di vento, si guardano bene dal passare raso-muro. Lo stesso dirigente scolastico, Giovanni Simonella, da noi intervistato più volte, ci ha dichiarato di avere sollecitato il Comune ad adottare dei provvedimenti per mettere in sicurezza gli alberi. Due anni fa, era stata fatta una potatura perché uno dei rami di questo pino creava problemi alla linea elettrica. “L’assessore all’Ambiente (Bernardo Paratore) si è attivato”, spiega l’architetto Gentile. Altro problema lamentato dal dirigente scolastico riguarda l’intasamento delle caditoie sul terrazzo dell’edificio, sovrastato dai rami di alcuni pini. Di conseguenza, quando piove, l’acqua non riesce a defluire regolarmente e determina infiltrazioni. Sarebbe, dunque, necessario effettuare una periodica pulizia delle caditoie o una continua sfrondatura dei rami dei pini. Operazioni che richiedono idonee attrezzature e comportano costi.
Cinzia Scaglione

30 gennaio, 2009

Ingorghi in via Medici e via Campidoglio.


Problemi di traffico all’incrocio tra la vie Medici (Strada statale 113) e Campidoglio (caratterizzata dalla presenza di numerose attività commerciali). Il transito di autoarticolati e autobus di linea, spesso, determina il congestionamento del traffico lungo queste due arterie principali che intersecano la cittadina. Si creano ingorghi ogni volta che i mezzi pesanti provenienti da Messina imboccano l'unica strada percorribile di collegamento con il lungomare e la stazione ferroviaria.


La buona volontà dei vigili urbani nel disciplinare il traffico, impedire le soste selvagge degli automobilisti in prossimità degli incroci, non sembra essersi dimostrata sufficiente per risolvere o attenuare il problema. Per di più, la via Campidoglio è anche attraversata dalla linea ferrata e il passaggio a livello, sistematicamente, rimane chiuso per diversi minuti.
Cinzia Scaglione


Nebrodi Ambiente, i sindacati preoccupati.

Preoccupazione e incertezza per il futuro dei lavoratori della Nebrodi Ambiente, la società consortile che si occupa dei servizi ecologici del comprensorio per conto dell’Ato Me 1. L’azienda non fa marcia indietro, continuando ad insistere sull’unica via percorribile: rescissione del contratto con la società d’ambito. Potrebbe tornare sui propri passi solo se l’Ato Me 1 salderà i debiti, versando, dunque, alla ditta circa 22 milioni euro. Ipotesi, naturalmente, utopistica, considerando che gli introiti dell’Ato Me 1 sono legati ai pagamenti delle bollette rifiuti e che la maggior parte degli utenti è morosa. I lavoratori, da mesi ormai, sono senza salario. Cgil, Cisl e Uil chiedono un intervento da parte del servizio Ispettorato Lavoro di Messina e della Procura generale della Corte dei conti. Dopo l’incontro tenutosi giorni fa, presso l’ufficio provinciale del lavoro di Messina, tra i rappresentanti sindacali e i vertici delle aziende che gestiscono il servizio rifiuti (CNS, Nebrodi Ambiente, Fasteco e Multiecoplast), la situazione appare sempre più delicata: mancato rispetto del CCNL, mancato pagamento delle retribuzioni dei mesi di novembre dicembre e tredicesima, mancata informazione circa eventuale rescissione del contratto e quindi relativi atti di tutela dei dipendenti.
Alla riunione, tra l’altro, i vertici dell’Ato Me 1 non hanno partecipato.
“Un’assenza grave – per il Sindacato - perché l’azienda si sottrae a un confronto di merito sui problemi. E mentre il territorio viene regolarmente pulito, chi sta pagando le storture del sistema sono i lavoratori che non percepiscono lo stipendio a fronte della prestazione lavorativa”. “Rivendichiamo solo i nostri diritti – afferma il lavoratore Mario Giuffrè (nella foto) – con senso di responsabilità e pur non percependo lo stipendio, abbiamo sempre lavorato, per non creare disagi. Adesso, però, siamo stanchi”.
Cinzia Scaglione

29 gennaio, 2009

Piazza Vittorio Emanuele, nuovo look. Dopo la nuova illuminazione verrà fatta anche la potatura degli alberi.

A giorni, prenderà il via la potatura degli alberi di piazza Vittorio Emanuele. La prossima settimana, infatti, il Comune potrà disporre di un cestello elevatore, al fine di effettuare l’intervento autonomamente. E’ stato acquistato dall’Unione dei Nebrodi , aggregazione di comuni formata da Sant’Agata di Militello (ente capofila), Capo d'Orlando, San Fratello, Caronia, Torrenova e Santo Stefano di Camastra. E’ stata espletata apposita gara di appalto per l’acquisto di questo macchinario, da utilizzare per le esigenze dei servizi di protezione civile, la manutenzione ed interventi edili. La piazza Vittorio Emanuele, recentemente, ha acquisito un nuovo look con l’installazione di nuovi pali-diffusori dell’illuminazione (i lavori rientrano nell'ambito del finanziamento ottenuto dal Comune per il progetto di riqualificazione e miglioramento del centro storico, a beneficio delle attività commerciali). Questi supporti in ghisa, esteticamente gradevoli, hanno, però, determinato qualche polemica, in quanto si articolano su tre punti luce che potrebbero essere nascosti dai rami degli alberi attigui. Di conseguenza, l’illuminazione verrebbe attenuata dalle foglie. A lamentare il problema è il consigliere provinciale Giuseppe Miano (probabile candidato a sindaco nelle prossime elezioni amministrative, appoggiato dai DS), che si è già espresso in merito nel corso di un dibattito televisivo, su un’emittente locale. Il potenziamento dell’impianto di illuminazione pubblica della cittadina fa parte degli obiettivi che devono ancora essere messi in atto dall’amministrazione comunale. Diverse zone del territorio versano in semioscurità. Da attenzionare è soprattutto la zona del lungomare, in particolare la via Cosenz. C’è da dire che devono ancora partire i lavori di riqualificazione della villa Bianco, che prevedono un miglioramento dell’illuminazione. Pali della luce devono essere anche installati sul viale della Regione Siciliana, attualmente oggetto dei lavori di ammodernamento.
Cinzia Scaglione

28 gennaio, 2009

Le palazzine di Torrecandele dell'Iacp ancora immerse nell'acqua,

Restano in attesa che qualcuno intervenga per scongiurare eventuali cedimenti strutturali delle proprie abitazioni. Sono gli inquilini delle case popolari di contrada Torrecandele, titolari di alloggi immersi letteralmente nell’acqua, nel senso che le travi di fondazione del complesso edilizio di proprietà dell’Iacp (Istituto autonomo case popolari) di Messina sono immerse nell’acqua sin dalla loro realizzazione. La palazzina fu costruita circa 30 anni fa, su terreno argilloso, con la previsione di deviare il corso della falda acquifera. I lavori, però, non furono mai effettuati. Avevamo trattato l’argomento qualche settimana fa. Da allora, l’assessore all’Ambiente, Bernardo Paratore che, a dir la verità, ha sollecitato più volte l’Iacp ad intervenire, ha ottenuto la convocazione di apposita conferenza dei servizi che dovrebbe tenersi a breve, per pianificare le azioni da porre in essere. Si prevede, comunque, l’attuazione di interventi di somma urgenza da parte dell’istituto autonomo case popolari. Dopo tanti anni, oggi l’edificio presenta gravi danni agli intonaci esterni, scantinati allagati e cornicioni cadenti . Inoltre, vi sono cavi elettrici privi di protezione e si verifica continuamente la fuoriuscita di liquami fognari. La presenza dell’acqua, negli scantinati, a volte supera il metro di altezza. E’ chiaro che la struttura dell’edificio è a rischio danneggiamento. Già i cornicioni esterni evidenziano delle lesioni, così come i balconi. E’ quindi di fondamentale importanza ovviare al danno statico-strutturale, salvaguardano l’incolumità pubblica, nonché evitare possibili ripercussioni negative sulla salute. I piani rialzati sono, infatti, attaccati dall’umidità da risalita, muffe, “efluorescenze”, che possono causare gravi malattie, come artriti, sintomi reumatici e allergie di vario genere.
In occasione dei sopralluoghi effettuati dai vigili del fuoco e dai tecnici comunali, sono state rilevate diverse lesioni ai parapetti in muratura dei balconi, un rigonfiamento dell’armatura delle mensole dei balconi, dovuta ad infiltrazioni di acqua e il cedimento discontinuo dei marciapiedi. L’assessore Paratore (nella foto) ha stilato una relazione dettagliata inoltrata all’Iacp, affermando che “sussiste una situazione di rischio di crollo improvviso di parte di intonaco delle mensole dei balconi o, in punti di maggiore criticità, il distacco completo del calcestruzzo e la caduta di parte dei parapetti in muratura (visibilmente lesionati). “Non è più possibile derogare o posticipare interventi sui fabbricati – dichiara l’assessore Paratore – tendenti a ristabilire il presupposto del vivere civile”.
Cinzia Scaglione

Rifiuti, i cassonetti sono stracolmi e le strade sporche.

Molti cassonetti sono stracolmi di rifiuti e il maltempo di questi giorni non facilita la situazione. Il vento, infatti, ha provocato il riversamento delle buste dell’immondizia su alcune strade. Bisogna anche considerare la condizione di precarietà nella quale versano ormai i lavoratori della Nebrodi Ambiente (società consortile che si occupa dei servizi ecologico per conto dell’Ato Me 1). Ricordiamo che sulla loro testa si innalza, minacciosa, la mannaia del licenziamento. Gli operatori, dunque, sono in stato di agitazione. Ieri mattina, presso l’ufficio provinciale del lavoro, ha avuto luogo un incontro tra Sindacato e rappresentanti dell’azienda. Questi ultimi hanno riconfermato la volontà di rescindere il contratto con l’Ato Me 1. Tra l’altro, dei 700 mila euro che la società d’ambito avrebbe dovuto versare all’Ati a breve, ne sono stati recuperati solo 300 mila (versamento legato ai pagamenti delle bollette rifiuti). Ma, nessun referente della società d’ambito ha partecipato all’incontro tenutosi all’ufficio provinciale del lavoro. Assenza stigmatizzata e considerata quale “comportamento irresponsabile” da parte del Sindacato. La situazione, dunque, va sempre più peggiorando. Cgil, Cisl e Uil hanno allertato i propri legali e stanno valutando di attivare le dovute azioni giudiziarie per il recupero delle somme che, a tutt’oggi, i lavoratori devono percepire. Si tratta degli stipendi di novembre e dicembre e della tredicesima. Per quanto riguarda la questione della sicurezza degli operatori del servizio rifiuti sul posto di lavoro, il Sindacato dovrà rapportarsi nuovamente con l’azienda il prossimo 4 febbraio. Tra le ipotesi per cercare di scongiurare la rescissione del contratto con la Nebrodi Ambiente e rientrare gradualmente dalla situazione debitoria (i crediti vantati dalla ditta si aggirano intorno ai 22 milioni di euro), pare ci sia quella, per l’Ato, di attivare un prestito di 8 milioni di euro con la Regione. Di seguito, si potrebbe passare alla rimodulazione dei servizi, all’insegna del risparmio sui costi degli stessi. L’Ati, comunque, chiede che la società d’ambito rediga un piano finanziario di rientro, pianificando l’azione di recupero delle somme.
Cinzia Scaglione

Nella foto : un gruppo di lavoratori.

All'Istituto "Cesareo" emesso un bando per reclutare esperti.

Al via i progetti Pon. Il primo istituto comprensivo “Cesareo” (diretto da Giovanni Simonella) ha indetto un bando per il reclutamento di esperti. Si tratta di percorsi di formazione rivolti a personale ATA, docenti, alunni e genitori. Il primo progetto, denominato “Dalla pagina allo schermo: fruitori consapevoli dei linguaggi visivi” e che prevede la realizzazione di un cortometraggio, è rivolto agli alunni delle classi terze della scuola secondaria di primo grado ed è finalizzato ad offrire ai giovani spunti di riflessione sui messaggi che provengono dai mass media. Un altro progetto è indirizzato agli alunni della scuola primaria (classi quarte e quinte), della secondaria di primo grado (classi prime) e ai loro genitori ed è articolato in una serie di moduli. Per gli alunni: “Conoscersi...” (percorso di psicomotricità), “Parlando... con le nuvole” (produzione di un fumetto su aspetti a carattere naturalistico-ambientale) e “Musica e ritmo” (formazione di un gruppo di majorette supportato da una banda musicale). Il modulo genitori, invece, si prefigge di facilitare la conoscenza di situazioni di rischio e la ricerca di tecniche idonee alla soluzione delle stesse. Infine, il progetto “Non è mai troppo tardi”, dedicato al personale ATA e docente, consiste in un percorso di formazione sulle competenze digitali di base, per fornire al personale scolastico gli elementi essenziali per un primo approccio allo strumento informatico.
Cinzia Scaglione

Nella foto : il dirigente scolastico Giovanni Simonella.

27 gennaio, 2009

Ennesimo atto vandalico. Un albero in piazza Crispi tagliato in tronco,

Vandali in azione nella notte tra lunedì e martedì.
Ignoti, armati di un seghetto, hanno tagliato in tronco un albero di ficus che da oltre 50 anni era stato messo a dimora nella centralissima piazza Crispi accanto alla scalinata che porta alla cappella del Castello Gallego.
Le foto, riprese in rapida successione, danno un'idea approssimata di quest'ultima ferita inferta al patrimonio arboreo del centro storico.
Il locale commissariato, presso il quale è stata sporta regolare denuncia, sta indagando a 360 gradi per cercare di far luce sull'episodio.

Potrebbe trattarsi di una bravata di qualche giovane o di un gruppo di giovani che nella notte, forse in preda ai fumi dell'alcool o per esibizionismo, cercano di provocare danni alla cittadina, non rendendosi conto che è sempre la collettività che ne paga i costi in termini economici e di immagine.

Nella foto (che potrai ingrandire cliccandoci sopra), un gruppo di operai del comune stanno rimuovendo l'albero stroncato.

Commenti dei lettori (in replica)
Anonimo ha detto...
credo che chiamarla bravata sia troppo poco!!! Vandalismo, imbecillità...o come dicevano i nostri anziani: "a manciatura vascia"!!! Credo che il sistema di videosorveglianza installato perfettamente all'interno del castello dovrebbe avere qualche telecamera che sorveglia l'esterno. Lati


26 gennaio, 2009

Verrà completata la "Casa per anziani" di contrada Gaglio?

Si va verso il completamento della Casa per anziani (inserita nel Piano Triennale delle opere pubbliche con il concorso di capitali privati), situata in contrada Gaglio, struttura residenziale dove sarà possibile trascorrere del tempo in compagnia, avvalendosi della necessaria assistenza sanitaria. Un luogo di cura a disposizione del comprensorio. L’amministrazione comunale ha indetto un pubblico incanto per l'affidamento, in concessione, dei lavori di "costruzione e gestione”. Il termine di presentazione delle offerte è stato fissato per il 12 marzo. Si tratta di una delle grandi opere incompiute della cittadina, che da oltre dieci anni versa in uno stato di totale abbandono. Un complesso strutturato su quattro piani, con ampi spazi da poter gestire (vedi foto). Mancano le rifiniture esterne e, al piano terra, i sanitari e le porte. Inoltre, devono essere ultimati gli impianti elettrici. Tuttavia, nel corso degli anni, è stata bersaglio dei vandali, che, con le loro incursioni notturne, ne hanno fatto scempio, danneggiando gli avvolgibili e rompendo i vetri degli infissi. L’importo complessivo del progetto ammonta a 1.554.860,00 euro. La concessione avrà la durata avanzata in sede di gara, fino ad un massimo di trenta anni. Per rendere più conveniente l’ultimazione dell’opera da parte dei privati, il Comune ha previsto una disponibilità economica di 741 mila euro, di cui 250 mila euro quale finanziamento regionale ottenuto qualche anno fa. Il resto della somma era stata impegnata dall’amministrazione comunale a valere su mutui accesi con la Cassa Depositi e Prestiti. Il progetto fu redatto, verso la fine degli anni ottanta, dall’ingegnere Filippo Travaglia e fu dato in appalto nel 1994. L’Assessorato Enti Locali finanziò l’intervento, ma con un taglio sulla spesa preventivata. Così, l’opera non fu portata a termine per insufficienza di fondi. La Casa di Riposo per Anziani sarà una struttura di tipo residenziale, finalizzata a fornire accoglimento ad anziani autosufficienti o parzialmente autosufficienti, non assistibili dalle famiglie e che non possono vivere da soli. Ospiterà camere pluriletto, con servizi igienici inclusi e disporrà di ampie aree per la socializzazione e lo svolgimento di attività ricreative e del tempo libero, nonché di ambulatori ed aree di servizio quali uffici amministrativi, cucina, lavanderia e guardaroba. Dovrà essere assicurata la presenza continuativa del personale preposto ai vari servizi, per garantire un’assistenza globale all’anziano e di figure specialistiche come lo psicologo, il fisiatra e il geriatra.
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La notizia della pubblicazione del bando per il completamento della Casa per anziani (aperta all’utenza residente e non) è stata appresa con soddisfazione dal segretario zonale della Cisl, Calogero Emanuele. Tuttavia, il sindacalista non condivide l’affidamento delle gestione a privati e per trent’anni. Attraverso un comunicato stampa, spiega: “in un momento di forte crisi occupazionale e precarietà, sarebbe opportuno assumere le necessarie determinazioni, concertando un apposito piano con il Sindacato, in direzione di una possibile gestione pubblica o pubblica-privata, al fine di stabilizzare il personale precario in servizio al Comune”. Il Sindacato è consapevole che per garantire un servizio idoneo siano necessarie figure professionali specializzate per la parte assistenziale ed infermieristica. Ma, “è pur vero – sottolinea Emanuele - che tale personale dovrà essere affiancato da unità di personale amministrativo/contabile ed operatori ausiliari, in misura proporzionale rispetto al numero degli utenti anziani ammessi al servizio”. A tal proposito, Emanuele ha sollecitato un incontro urgente col sindaco Bruno Mancuso.
Cinzia Scaglione

24 gennaio, 2009

Spazi idonei per lavorare non chiede altro un giovane imprenditore santagatese, ma .....

Spazi idonei dove poter lavorare. Non chiede altro il giovane imprenditore Riccardo Alioto, titolare di una ditta di costruzione e riparazione di barche da pesca e da diporto. Tre anni fa, aveva presentato istanza al Comune e la necessaria documentazione al Demanio per avere assegnata un’area nella zona del porto. Ma, ad oggi nulla di fatto. In questi anni, ha trovato “sistemazione” (si fa per dire) all’interno di un piccolo appezzamento di terreno sterrato, che, quando piove, diventa inaccessibile, a causa del fango e delle pozzanghere di acqua che si vengono a creare. Siamo andati a trovare Alioto sul posto di lavoro, constatando le condizioni precarie in cui è costretto a lavorare.
Dentro un capannone, vi era lo scheletro di un’imbarcazione in via di realizzazione. Tuttavia, le dimensioni ridotte del deposito non consentono l’ultimazione dell’opera, che ancora in fase di allestimento necessita di essere spostata all’esterno. Pioggia permettendo, naturalmente. Il terreno, al momento, è occupato da un’altra barca, sollevata dal suolo, con dei fusti, visibilmente piegati a causa del peso del natante. D’altronde, non dispone di altri spazi dove poter effettuare le riparazioni. Si tratta di imbarcazioni lunghe 13 metri e larghe più di 4 metri e che si estendono quattro metri in altezza. A coadiuvare Alioto c’è solo un operaio. In realtà, considerando la mole di lavoro da espletare, avrebbero dovuto essere impiegate almeno altre tre persone. Ma, “è già difficile riuscire a muoversi in due – spiega Alioto – il lavoro non manca, abbiamo tante richieste, dovrei assumere personale, ma come faccio? Inoltre, tra sei mesi devo lasciare quest’area per riconsegnarla al proprietario”. Se non riesce a reperire spazi idonei, rischia di chiudere l’attività. “Sto costruendo un’imbarcazione dentro il capannone con soli 50 centimetri di spazio – sottolinea - è pressoché impossibile lavorare in questo modo. Poi, con estrema difficoltà dovrò portarla fuori per completarla, sempre che non piova. Il terreno diventa inagibile.
Ed il ponteggio approntato per sostenere la barca diventa insicuro, non stabile, rischia di inclinarsi. La barca rischia di crollare, con conseguente pericolo per l’incolumità di chi lavora”. I disagi non riguardano solo la realizzazione o la riparazione delle imbarcazioni, ma anche il trasferimento delle stesse al porto. “Devono intervenire i vigili urbani per regolamentare il traffico – spiega Alioto – le barche vengono trainate lungo la via Medici, per poi percorrere la via Campidoglio. E qui, una volta che si arriva al passaggio a livello, per superare l’ostacolo dei cavi elettrici della linea ferrata, dobbiamo smontare la parte alta della barca, per poi rimontarla. Vado avanti tra mille difficoltà, che allungano il lavoro. Così, anziché tre mesi, per finire una barca ci vogliono 5-6 mesi”.


Cinzia Scaglione