15 febbraio, 2009

Un comitato per salvare l'ospedale. "Tagli penalizzanti e inaccettabili".

Nasce il “Comitato per la salvaguardia dell’ospedale e del distretto sanitario di Sant’Agata Militello”. Si batterà contro la riorganizzazione dei servizi sanitari a discapito del locale nosocomio e, quindi, del vasto bacino di utenza di riferimento (gli oltre 80 mila abitanti dei Nebrodi). Si tratta di un’iniziativa promossa dai consiglieri provinciali Giuseppe Miano (PD) e Marco Vicari (Udc) e dai medici dell’ospedale Antonino Lo Cicero e Carmelo Sanna. Il Comitato verrà costituito ufficialmente martedì, alle 18.30, nel salone della parrocchia Sacro Cuore, dove sono invitati a partecipare alla strutturazione dello stesso: cittadini, operatori sanitari e forze politiche del territorio. Di seguito, si passerà all’organizzazione di una prima manifestazione pubblica, prevista già per sabato prossimo, alle 18, in piazza Vittorio Emanuele, alla quale interverrà il deputato regionale Giuseppe Laccoto (PD), vice presidente della Commissione regionale Sanità. I promotori del Comitato sottolineano l’importanza del coinvolgimento di più persone possibili, affinché ciascuno possa portare il proprio contributo al fine di innescare un processo di difesa dell’ospedale e del distretto sanitario. Sollecitano “operatori sanitari, pensionati, giovani e, in generale, i cittadini ad aderire all’iniziativa e a mobilitarsi per fare sentire forte la voce della protesta e chiedere conto dei procedimenti in corso e delle scelte che la regione siciliana e la direzione generale dell’Asl 5 Me stanno portando avanti”. Sarebbe stato presentato dai vertici dell’Asl 5 all’assessorato regionale della Sanità un piano di rimodulazione che prevede la soppressione di alcuni reparti con accorpamenti in nosocomi vicini e lo spostamento dei servizi sanitari territoriali di alcuni comuni appartenenti al distretto di Sant’Agata verso quello di Patti. Secondo il costituendo Comitato, occorre “esprimere la propria indignazione e fare sentire forte la voce della base contro scelte assolutamente scellerate e penalizzanti per il nostro territorio, che potrebbero portare al ridimensionamento delle attività ospedaliere o, addirittura, alla chiusura dell’ospedale”. Per il distretto è previsto, invece, lo scorporo dei comuni di Capo d’Orlando, Tortorici, Castell’Umberto e Naso. “Se tale previsione dovesse trovare attuazione – conclude il costituendo Comitato - si potrebbe avere una ricaduta a catena di segno assolutamente negativo su tutte le altre attività economiche, uffici, servizi, che attualmente sono presenti sul territorio comunale, con una penalizzazione e marginalizzazione sempre più accentuata della nostra realtà nel contesto regionale e dei Nebrodi”.
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Pare che il piano di rimodulazione dei servizi sanitari preveda la soppressione del reparto di Cardiologia e dell’Utic-Unità terapia intensiva coronaria. Una grande beffa se consideriamo che quest’ultima è stata inaugurata in maniera solenne il 27 dicembre del 2005, con cerimonia “officiata” dall’allora ministro della Salute Francesco Storace. Peccato, però, che non sia stata mai attivata per la mancata emanazione di un semplice provvedimento regionale di autorizzazione. Eppure a suo tempo sono stati acquistati i monitor multiparametrici. E i cavalieri di Malta hanno fatto una promessa di donazione di 100 mila euro per l’acquisto di un intensificatore di brillanza, che consentirebbe di avviare il connesso servizio di emodinamica (non presente neanche all’ospedale di Patti). Forte preoccupazione sia per il depotenziamento dell’ospedale che per la rimodulazione del distretto sanitario è stata espressa dal sindaco Bruno Mancuso e dai sindaci di Capo D’Orlando e Tortorici, Enzo Sindoni e Maurilio Foti.
Cinzia Scaglione

Puleo, in un'interrogazione, contesta la localizzazione del Palasport.

Un’interrogazione sul Palazzetto dello sport è stata presentata al sindaco da parte del vice presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Puleo. Quest’ultimo chiede di conoscere il motivo per il quale l’amministrazione comunale ha scelto quale sito per la realizzazione della struttura la zona del “Parco degli Ulivi”, a suo parere non idonea ad ospitare tale insediamento, per la mancanza di posteggi e della viabilità necessaria. Inoltre, se si tratta di un’area conforme allo strumento urbanistico, se nella stessa esiste ed è stato approvato un piano di lottizzazione e se è vero che si tratta di una tensostruttura. Chiede anche di conoscere la fase in cui si trova il progetto di finanza e le procedure fino ad oggi seguite. Infine, se non si ritiene più opportuno la realizzazione del progetto del palazzetto in località Piana, come previsto nel P.R.G. e dalla deliberazione consiliare del 23 luglio del 2002.

Pedofilia. La proposta del club Solaris al vaglio dei deputati.

Passo avanti verso l’approvazione della bozza di legge contro la pedofilia. Dopo le critiche lanciate qualche giorno fa dal presidente del locale Club Solaris, Giuseppe Cracò, in merito ai ritardi che hanno contraddistinto l’iter di accoglimento delle proposte avanzate dall’associazione santagatese alla Commissione Parlamentare per l’Infanzia, adesso arriva la comunicazione dell’onorevole Alessandra Mussolini. “Dal momento in cui mi sono insediata alla Presidenza della Commissione Bicamerale – si legge nella nota – ho cercato di incontrare personalmente e in audizione in Commissione, il maggior numero possibile di operatori del settore, al fine di avere un quadro il più possibile completo delle insidie che circondano i bambini del nostro Paese”. L’iter, dunque, non si è arenato. Lo scorso 3 febbraio, Cracò, è stato ricevuto, a Palazzo Chigi, dal capo del cerimoniale di Palazzo Chigi, Ficorilli. Il presidente del Club Solaris (associazione iscritta all’anagrafe unica delle organizzazioni non lucrative di utilità sociale) ha sollecitato la partecipazione di qualche ministro al convegno “Pedofilia quale verità”, che dovrebbe tenersi nella cittadina il 28 marzo. Ricordiamo che la proposta del Club Solaris prevede, in particolare, la riforma dell’art. 157 sulla prescrizione dei reati di pedofilia, l’oscuramento di siti internet ingannevoli e maggiore informazione sul tema dell’abuso nelle scuole pubbliche. E’ stata sottoscritta da 44 deputati regionali e nazionali. Tra questi gli onorevoli Gabriella Carlucci (vice presidente Commissione Infanzia) ed Emma Bonino (vice presidente del Senato).
Cinzia Scaglione

14 febbraio, 2009

Nettezza urbana, stipendi ancora "chimera"

Sono tornati a lavoro, ma gli animi sono ancora tesi. Già ieri mattina i 180 operatori del servizio rifiuti avrebbero dovuto ricevere gli assegni nominali e non trasferibili relativi allo stipendio di novembre. Ma, l’Ato Me 1 ha effettuato il bonifico lo scorso giovedì, nel tardo pomeriggio, con valuta a lunedì prossimo. Un rinvio mal digerito dai dipendenti. Una rappresentanza degli operatori, infatti, ieri mattina, ha protestato presso gli uffici della Nebrodi Ambiente (società consortile che si occupa dei servizi ecologici nel comprensorio, per conto, appunto, dell’Ato Me 1), a Capo D’Orlando, in via Trazzera Marina. Il presidente dell’Ato Me 1, Laura Trifilò, in occasione del recente incontro con il Sindacato, alla presenza del Prefetto, ha ribadito che subito dopo il pagamento della mensilità di novembre verrà corrisposta la tredicesima ed entro il primo marzo verrà pagato il salario di dicembre. Con senso di responsabilità, comunque, già da quando al Sindacato era pervenuta la convocazione da parte del Prefetto, i lavoratori avevano sospeso l’occupazione delle aule consiliari di Sant’Agata e Capo D’Orlando, nonché della sede dell’Ato, per tornare a raccogliere la spazzatura. L’obiettivo di Cgil, Cisl e Uil rimane quello di trovare un’intesa con il gestore del servizio, che – ricordiamo – ha avviato le procedure di licenziamento collettivo, vantando nei confronti dell’Ato Me 1 un credito che adesso ammonterebbe a 25 milioni di euro. Giovedì scorso, è scaduto il termine per il pagamento delle bollette rifiuti relative al primo semestre 2008. Gli introiti verranno utilizzati per il pagamento diretto dei salari arretrati dei lavoratori. Su sollecitazione del Prefetto, nei prossimi giorni, il CdA dell’Ato Me 1 si rapporterà con il Comitato ristretto dei sindaci per cercare di individuare le strategie da mettere in atto al fine di scongiurare il licenziamento degli operatori e stilare un piano di rientro dei debiti maturati dalla società d’ambito nei riguardi del gestore.
Cinzia Scaglione

Armi, minacce, usura: il "Gatto" scarcerato

Convalidato l’arresto e rimesso in libertà con obbligo di firma presso il Commissariato. Questa la decisione del giudice Vincenzo Mandanici nei confronti di Franco Caiolo, 35 anni, santagatese, arrestato l’altro ieri dalla polizia con l’accusa di “porto d’armi abusivo, danneggiamento aggravato e minacce gravi”. Il pm Calogero Ingrillì aveva chiesto la detenzione in carcere, misura rigettata dal giudice. Il processo è stato rinviato a marzo. Caiolo è difeso dall’avvocato Alessandro Pruiti. Il fermo dell’uomo, con numerosi precedenti per rapina, lesioni, minacce, ricettazione, truffa, falsità materiali, spendita di moneta falsa, violazioni di domicilio, è scaturito a seguito della denuncia di due commercianti che si erano rifugiati in Commissariato raccontando di essere scampati alle ire del “Gattu” (soprannome dell’indagato). I due esercenti avevano chiesto una proroga per la restituzione di un prestito di 5 mila euro. Ma, Caiolo sarebbe andato in escandescenze e si sarebbe munito di un coltello con lama 18 centimetri, brandendolo verso i malcapitati e tagliando gli pneumatici dell’autovettura di questi ultimi. Motivi per i quali è stato tratto in arresto. Inoltre, dalla perquisizione personale e dell’abitazione di Caiolo sarebbero stati rinvenuti, rispettivamente, 15 mila euro in contanti, nonché assegni per 25 mila euro e fotocopie di assegni per altri 20 mila euro, due carte di credito e un libro mastro con nominativi di persone (soprattutto commercianti locali) che dovrebbero corrispondergli delle somme. La polizia sta indagando. Tra le ipotesi quella del reato di usura.
Cinzia Scaglione

Fondi per la scuola dirottati sulle strade. Assemblea e protesta al liceo Sciascia.

Umidità sui muri e incrostazioni. Nei giorni scorsi, gli studenti del liceo classico e linguistico “Sciascia” hanno protestato, riuniti in assemblea, per le condizioni di precarietà nelle quali versa l’edificio. Alla manifestazione avrebbe dovuto partecipare anche il presidente della Provincia, Ricevuto. Sono, invece, intervenuti l’assessore alla Pubblica Istruzione, Di Bartolo e l’ingegnere Carditello. E per il comune, il sindaco Mancuso, l’assessore Liotta e il presidente del Consiglio, Travaglia. Presenti anche genitori e docenti. Durante l’assemblea, si è appreso che le somme destinate alla messa in sicurezza dei locali del liceo “Sciascia”, circa 300 mila euro, sono state destinate per interventi di manutenzione e sistemazione di strade. Un provvedimento che ha provocato l’indignazione del consigliere provinciale Giuseppe Miano. Quest’ultimo, nella seduta tenutasi mercoledì scorso a Palazzo dei Leoni, ha posto l’attenzione sulle condizioni strutturali in cui versa questo plesso scolastico. E dichiara: “La Provincia, ancora una volta, ha disatteso gli impegni. Con grande enfasi, si era impegnata ad effettuare sull’istituto gli interventi indispensabili, impegnando una somma di circa 300 mila euro. Come al solito sono state promesse da marinaio, infatti, tranne qualche intervento marginale, nulla è stato fatto. E’ una logica inaccettabile quella di scegliere tra le scuole e le strade, togliendo fondi destinati alla riqualificazione di una struttura scolastica disastrata e pericolosa per destinarli alla sistemazione delle strade. Scontiamo il prezzo di anni di sperpero di risorse, di mancata programmazione degli interventi, di politica clientelare, di strutture e strade lasciate nel più assoluto abbandono. L’Amministrazione Ricevuto, a sei mesi dal suo insediamento, si è adeguata perfettamente!”. L’edificio che ospita il liceo classico-linguistico nasce come fabbricato da adibire a scuola elementare. A distanza di una cinquantina d’anni, oggi è caratterizzato da evidenti carenze strutturali. Sono circa 650, complessivamente, gli studenti, oltre ad una settantina di persone tra personale docente e ausiliario. Ventidue classi si trovano nel plesso scolastico in questione, situato, appunto, in località Cannamelata, altre quattro classi del ginnasio, invece, vengono ospitate in un altro edificio, in via Sardegna, dove, giorni fa, in un’aula destinata a laboratorio, è crollato parte dell’intonaco.
Cinzia Scaglione

13 febbraio, 2009

"Truffa sui finanziamenti dell'Ue", sono scattate quattordici denunce.

Un'indagine meticolosa, andata avanti per mesi e mesi. Poi il finale, con la scoperta di una maxi truffa, per un importo di 6.622.000 di euro, è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Sant'Agata di Militello nel corso di controlli sui finanziamenti concessi nell'ambito dei Fondi Strutturali dell' Unione Europea, previsti nel "P.O.N. Sviluppo Imprenditoriale Locale 2000/2006". Quattordici persone sono state denunciate alla magistratura di Patti. Le ipotesi di reato contestate agli indagati sono, a vario titolo, di associazione per delinquere, truffa aggravata per ii conseguimento di erogazioni pubbliche, falsità materiale commessa dal privato, falsità in scrittura privata e frode fiscale. L'attività illecita, che ha visto coinvolte dieci imprese operanti nella fascia tirrenica del rnessinese, è stata posta in essere da un unico nucleo familiare che, attraverso cinque società gestite direttamente o attraverso l'interposizione di altre persone fisiche compiacenti, ha richiesto e, in alcuni casi, ottenuto contributi comunitari e nazionali, mediante l'emissione e I'utilizzazione di fatture false, poi presentate al Ministero dello Sviluppo Economico, per oltre 14 milioni di euro. Attraverso accertamenti bancari e I'analisi della documentazione riferibile alle società coinvolte nella truffa, che avrebbero dovuto realizzare opifici industriali nei settori della nautica da diporto e della fabbricazione di articoli in plastica, le Fiamme Gialle hanno scoperto un disegno crirninoso realizzato mediante l' utilizzo di falsa documentazione contabile ed extra contabile, movimentazioni finanziarie artificiosamente attuate per giustificare costi sostenuti, fittizi apporti di capitale ed acquisto di terreni nella zona industriale di Milazzo. L'attività investigativa, durata circa un anno, ha permesso di accertare, oltre all'indebita richiesta di finanziamenti pubblici per oltre 6.622.000 euro di cui 987.850 già erogati, anche violazioni in materia fiscale. Sono stati infatti proposti per il recupero a tassazione elementi negativi di reddito non deducibili per oltre 2.000.000 di euro, di Iva dovuta per oltre tre milioni ed accertati indebiti rimborsi Iva per quasi 235.000 euro. (Cinzia Scaglione)

Arma abusiva e minacce e "u iattu" finisce in manette.

Arrestato dalla polizia con l’accusa di “porto d’armi abusivo, danneggiamento aggravato e minacce gravi” il santagatese Franco Caiolo, 35 anni, meglio conosciuto come “Il Gatto”, attenzionato dalle forze dell’ordine e con numerosi precedenti (rapina, lesioni, minacce, ricettazione, truffa, falsità materiali, spendita di moneta falsa, violazioni di domicilio). Ma, non è tutto, perché a seguito della perquisizione personale e presso l’abitazione, gli agenti hanno scoperto un presunto giro presumibilmente di usura ai danni soprattutto di commercianti santagatesi. Anche se non si escludono altre ipotesi. L’indagine è scaturita dal racconto di due commercianti locali, padre e figlio, E.F., 65 anni e A.F., 35 anni, che lo scorso mercoledì sera, impauriti, si sono rifugiati in Commissariato.
Dopo essere stati sentiti dall’ispettore capo Vincenzo Ciacio e dal sovrintendente Giovanni Cascio, della polizia anticrimine, sono scattati gli accertamenti, sotto il coordinamento del dirigente Francesco Picardi. Secondo quanto riferito dagli inquirenti, i due commercianti si sarebbero recati da Caiolo nel tentativo di differire la restituzione di un prestito ricevuto dallo stesso, essendo in difficoltà economiche. Avrebbero dovuto pagare due rate, complessivamente di 5 mila euro. La discussione sarebbe avvenuta sotto casa del “Gatto”, in via Magenta, a bordo della Fiat Brava degli esercenti. Caiolo, però, sarebbe andato in escandescenze. Sceso dall’auto, si sarebbe recato nel proprio appartamento per prendere un coltello con lama da taglio di 18 centimetri. Sceso, lo avrebbe brandito contro i due commercianti, tagliando poi gli pneumatici dell’auto. Da qui la fuga verso il Commissariato. Gli agenti hanno perquisito l’abitazione, rinvenendo il coltello riconosciuto dai due malcapitati. Con il parere del sostituto procuratore Gaetano Scollo, Caiolo è stato tratto in arresto. Prima di essere rinchiuso in camera di sicurezza, è stato perquisito. Ed ecco la sorpresa. Nella tasca del giubbotto, sono stati trovati 15 mila euro in contanti. I soldi sono stati sequestrati e gli ufficiali di polizia giudiziaria sono tornati presso l’abitazione per una nuova perquisizione, rinvenendo numerosi assegni e la matrice di un carnet consumato, due carte di credito e un libro mastro con nominativi di persone e accanto riportati una serie di importi da corrispondere. Gli assegni ammontano a circa 25 mila euro. Rinvenute anche numerose fotocopie di altri assegni, per circa 20 mila euro. Le indagini sono ancora in corso. “Auspichiamo una collaborazione fattiva da parte di tutti coloro che hanno intrattenuto rapporti di natura economica con Caiolo”, dichiara il vice questore Picardi. Intanto, oggi, si terrà il processo per direttissima.
Cinzia Scaglione

Sant'Agata Militello. Pagato il salario di novembre, ripresa la raccolta dei rifiuti.

Terminata mercoledì scorso l’occupazione consiliare, i lavoratori del servizio rifiuti hanno ripreso la raccolta dell’immondizia. L’Ato ha pagato lo stipendio di novembre e questa mattina dovrebbe emettere gli assegni relativi al pagamento della tredicesima. Il salario di dicembre dovrebbe essere retribuito entro il primo marzo. Resta, però, ancora da affrontare la questione riguardante le procedure di licenziamento avviate dall’Ati nei confronti dei 180 dipendenti. Ieri mattina, i rappresentanti sindacali di Cgil (Latino, Triglia), Cisl (Emanuele, Cambria) e Uil (Musca, Lo Tronto) e una rappresentanza dei lavoratori hanno incontrato il Prefetto, alla presenza del presidente dell’Ato Me 1, Trifilò, dei rappresentanti della Nebrodi Ambiente (Filippi e Carrello), della Fasteco (Paterniti e Fiasconaro) e del presidente della Messina Ambiente (Dalmazio). “Il Prefetto ha apprezzato che gli operatori sono tornati a lavorare – afferma Emanuele – e grazie alla sua mediazione non andranno incontro a provvedimenti disciplinari”. In merito al licenziamento, l’Ati sarebbe disposta a fare un passo indietro solo a fronte di un piano di rientro concreto da parte dell’Ato Me 1, nei confronti del quale vanta un credito piuttosto consistente.
Cinzia Scaglione

12 febbraio, 2009

Nebrodi Ambiente, si paga uno dei 4 salari ai dipendenti.

Il presidente dell’Ato Me 1, Laura Trifilò, ha dato mandato per il pagamento di uno dei quattro salari arretrati rivendicati, di diritto, dai 180 lavoratori addetti ai servizi ecologici. Tra ieri pomeriggio e questa mattina, gli assegni, emessi in base agli elenchi consegnati alla società d’ambito da parte del gestore del servizio, dovrebbero essere stati incassati. Oggi, scade il termine di pagamento delle bollette rifiuti relative al primo semestre 2008. Il presidente dell’Ato ribadisce agli utenti di versare l’importo dovuto direttamente presso il Credito Siciliano, per evitare i tempi di accredito e potere girare le somme racimolate direttamente agli operatori. Quindi, in relazione alla disponibilità di cassa, l’Ato procederà al pagamento della tredicesima. Successivamente e, comunque entro il primo marzo, sempre in base alle somme che verranno man mano introitate e connesse al flusso di fatturazione già emesso, verrà pagato lo stipendio di dicembre.
Un impegno fatto mettere a verbale durante la scorsa riunione avuta con i rappresentanti sindacali zonali di Cgil, Cisl e Uil, rispettivamente Orlando Latino, Calogero Emanuele e Nunzio Musca, nonché gli Rsa. Ed è stato lo stesso presidente dell’Ato Me 1 a darne comunicazione ai lavoratori, ieri mattina, nell’aula consiliare, dove continua l’assemblea permanente. Per quanto riguarda la rescissione del contratto richiesta dal gestore, i rappresentanti dell’Ato riferiscono che “sono in corso le valutazioni giuridiche ed economiche per formulare una proposta per confutare l’atto stragiudiziale”. Di concerto con i legali e il comitato ristretto dei sindaci verranno attuate le dovute strategie, anche in riferimento all’avviata procedura di licenziamento collettivo. Il presidente dell’Ato Me 1 ha invitato i lavoratori a riprendere il servizio di raccolta dei rifiuti, che ormai abbondano sulle strade. Ma, gli operatori non intendono cessare la protesta. Potrebbero essere garantiti solo i servizi essenziali. Il Sindacato lamenta la chiusura da parte della Nebrodi Ambiente e della consociata Fasteco per trovare una soluzione. Viene ribadita anche la necessità di intervenire in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro (visite mediche, d.p.i. – dispositivi di protezione individuale, manutenzione agli automezzi, ecc.). I rapporti tra Ato e gestore sono ormai solo di natura legale. Ma, il Sindacato intende continuare a “dialogare per poter trovare ogni possibile soluzione, anche tampone, ai problemi di salario e di salvaguardia dei posti di lavoro”. E sollecita un intervento urgente da parte del Prefetto, “per evitare ricadute economiche e sociali negative, problemi igienico-sanitari e dare sollievo alle famiglie dei lavoratori, ormai ridotte sul lastrico”.
Cinzia Scaglione