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Il Sindaco di Acquedolci, Ciro Gallo |
"Trama" è una parola, anzi può essere un sostantivo di genere femminile.
A scanso di equivoci intendo utilizzarla, la trama, per scrivere un romanzo giallo che avrà, come intreccio o linea essenziale per lo svolgimento, fatti importanti narrati nel libro di prossima pubblicazione. Titolo del romanzo "giallo":
"Gli assassini dell'ambiente", sottotilo: "Il percolato che uccide".
Non svelo, prima della pubblicazione, niente di niente. Voglio qui, sottolineare solo l'
ambiquità della lingua e della grammatica italiana.
Ambiquità che solo i politici, gli uonini d'affari e i
"mafiosi" riescono a superare e ad imporre. La parola
"trama" può indicare anche la struttura di un tessuto (non quello nostro sociale) e quindi il tipo d'intreccio dei fili di trama e d'ordito.
Trama può voler significare anche macchinazione, maneggio, intrigo, azione copertamente volta a un fine. Ad esempio:
"fare, ordire una trama, sventare le trame dell'avversario, le trame politiche, le trame di corte". A questo punto mi sovviene Manzoni:
"..... Credete voi che non gli sarebbe scemato punto l'ardire, quando avesse saputo che le sue trame erano note fuori di qui?"
Ma che c'entra tutto questo?
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