22 agosto, 2011

Sant'Agata Militello. Ancora sul restyling della Villa Bianco tuttora in corso e mentre ho in corso di elaborazione alcuni dati sull'Estate santagatese.

Nella foto la Villa Bianco in fase di restyling.
 I lavori continueranno per il completamento dopo le ferie estive. Su nostra (del Blog di cirosca) segnalazione e suggerimento, è stata provvisoriamente aperta, anche se incompleta, per consentirne la fruizione, in questo periodo, a turisti, villeggianti e cittadini. Ma il caldo sole di questo mese e la mancanza quasi totale di zone d'ombra, mettono in difficoltà coloro che vorrebbero usufruirne in pieno giorno. Come la mettiamo per la rimanente parte della Villa? Gli alberi e le siepi subiranno la stessa sorte? E i giochini per i bambini verrano risparmiati, riparati o rimpiazzati e aumentati per compensare quelli tolti in questa parte di villa già assassinata?
Leggiamo insieme il commento di un lettore del Blog.



Name*:Rosario xxxxxxx
Email*:xxxxxxxxxxx@xxxxxxx.it
Subject*:Villa Bianco
Message*:Caro signor Scaglione,le allego un brevissimo parere tecnico, da me raccolto, che aggiunge qualche spunto di riflessione alla "querelle" riguardante la "nuova" Villa Bianco. A presto.


"Mi sento in dovere di esprimere più chiaramente due o tre punti senza addentrarmi in sterili polemiche, che lasciano il tempo che trovano (mi scuso anticipatamente se sembrerò saccente e/o pedante):1)le operazioni architettoniche, tanto più urbanistiche, non sono “fatti artistici”, per cui soggetti alla mera rappresentazione del “bello”, per questo ci sono sempre dei criteri oggettivi di partenza che poi possono portare ad una soluzione o un'altra.
Io qui vorrei indagare quei criteri di partenza, quella scelta iniziale che è sempre chiara, insomma la motivazione di una soluzione, non la soluzione in sé.
Deve essere sempre riconoscibile un rapporto con il contesto in cui l’operazione è inserita. Non possono essere fatti episodici, copiati ed incollati indifferentemente ad Amsterdam e a S. Agata di Militello. Un’operazione che si concretizza in un impianto “a raso” non dovrebbe svilupparsi secondo direttrici parallele al lungomare.


Mi spiego meglio, se l’obiettivo del progettista era quello, attraverso l’eliminazione (del tutto sconsigliata in questi casi) di una parte degli alberi di creare un luogo più permeabile da un punto di vista dell’attraversamento, questa cosa mi pare disattesa già nell’impianto che si sviluppa in maniera prevalente“parallela” alle due strade e non “ortogonale”. Vero è che mi sembra di scorgere due sparuti segni di continuità con la traccia diagonale della via che scende da carletto ( non so come si chiami) ed un vicolo tra i due isolati antistanti l’operazione: ma sono segni decisamente deboli.
In più l’eliminazione delle panchine condanna quel luogo ad un luogo di transizione, che non può nemmeno essere utilizzato come “prato” poiché è veramente troppa esigua la parte di prato inglese, chessò per utilizzarla per giocarci a pallone o farci scampagnate varie ed eventuali, ricordiamoci che è una striscia tra due strade con tutto quello che ne consegue.
Se qualcuno mi spiega se ho preso un abbaglio sono ben felice di rivedere le mie posizioni.


2)la città è di tutti e quando avvengono modificazioni tutti gli attori agenti, dovendo giovarne/subirne le conseguenze, hanno voce in capitolo e ciò è dimostrato anche da molte operazioni di “progettazione urbana partecipata” in cui il singolo può dare un proprio contributo in ambito d’idee, senza doversi incatenare alle porte del comune ovviamente.

3)Da un punto di vista economico, in relazione ai risultati ottenuti, penso che, esagerando (molto) , da due calcoli che mi sono fatta, sarebbero bastati un quarto dei soldi che VOI tutti, avete investito. In questo senso ricordo con affetto a tutti i partecipanti alla discussione che nella vostra villa nuova ci sono ratti grossi come gatti ed è comunque un luogo fruito, quello che avete costruito per come è concepito non ha nessuna possibilità di sopravvivenza. Io spero in una risemantizzazione da parte della popolazione, magari potete iniziare a portarvi le sedie e lasciarle incatenate agli alberi, tipo Piazza Indipendenza a Palermo."

*** Ma non è tutto (commento del redattore del Blog). E  che ci vogliono prendere per i fondelli? Sulla statua di Padre Pio campeggia la scritta: "Zona videosorvegliata". Tutti sappiamo che le telecamere ancora non sono state installate (leggere il post dedicato all'architetto Scianò, consulente, progettista, esperto in video-telecomunicazioni, ecc., ecc.) . Speriamo che a Sant'Agata non ci finisca come con quella fontana della Campania (se non ricordo male) che aveva solo il cartello di avviso della video-sorveglianza e non le telecamere e che alcuni ladri hanno rubato per ricavarne utili dalla vendita.
E voi mi direte. Chi vuoi che si rubi la statua di Padre Pio? Avete ragione. Ma con i tempi che corrono non si sa mai. Se la possono prendere anche con i Santi e mai con i politici. Loro sono "la Casta". Nessuno ci fa un pensiero per esportarli all'Estero come "valuta pregiata"? Forse non è più tanto pregiata, come l'euro che si sta svalutando sempre più. (cirosca)

3 commenti:

  1. Ma che fine hanno fatto i giochi che c'erano all'interno della villa?
    due scivoli, un altalena, un casetta, ecc ecc..

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  2. bellissima villa!! grazie sindaco mancuso!!ancora UNA VOLTA I FATTI CONTRO LE PAROLE. GRAZIEEEEEEEEEE

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  3. Per Dario. Stanno spendendo un milione e settecentomila euro! Potevano farla d'oro questa piccolissima parte di villa. Ma non hanno voluta farla utilizzando questo prezioso metallo. L'oro se lo sarebbero rubato!
    Il cemento e il ferro invece, essendo pesante, non è soggetto a furto.

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