Lasciò Messina nel '68 per un posto in rai
Consolo: «Addio Milano irriconoscibile, a 76 anni torno in Sicilia»
Lo scrittore lascia la città che l'ha ospitato per quarant'anni
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Vincenzo Consolo (Epa)
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MILANO - Il suo Sessantotto fu un trasloco. Milano
s’incendiava nelle università e nelle fabbriche, quando Vincenzo
Consolo lasciò Messina per un posto in Rai. «Ma oggi la Milano dei miei
sogni e delle mie aspettative è una città irriconoscibile, per dirla
con Rushdie. Una centrale della menzogna». Scrittore, saggista, Consolo
prepara a 76 anni il trasloco inverso, verso Sant’Agata di Militello.
L’autore di «Fuga dall’Etna» si ricongiunge alla sua Sicilia,
quarant'anni dopo: «È giunto il momento del ritorno. Torno nella mia
terra. Voglio morire nella mia Isola». Lo scrittore ha spiegato le
ragioni dell’addio in una intervista al settimanale
Asud’Europa.
«Il prossimo anno farò ancora una volta le valigie e tornerò nella mia
Isola — dice —. Dalla Sicilia ero partito nel lontano 1968. Non volevo
accettare il paradigma della raccomandazione, degli onorevoli, del
posto sicuro alla Regione. Sollecitato da due intellettuali, Vittorini
e Calvino, che allora pubblicavano una rivista, Menabò». L’invito
rivolto ai giovani intellettuali italiani, in quei tempi, era quello di
studiare la nuova realtà del Paese, l’industrializzazione e
l’emigrazione delle masse meridionali: «Sono arrivato a Milano perché
volevo vedere quella grande trasformazione», ricorda Consolo. Ma ora è
solo un pensiero deluso, amareggiato. Un recente documentario di
Lodovica Tortora De Falco racconta il profondo rapporto che lega
Consolo alla sua terra d’origine, la Sicilia dei minatori,
dell’industria selvaggia e della criminalità organizzata. È un ritratto
schietto, crudo. S’intitola «L’isola in me». Quasi profetico.
22 dicembre 2009
Fonte: Corriere della sera
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