La risposta al mio post di sabato non si è fatta attendere. I consiglieri di maggioranza Domenico Barbuzza e Giuseppe Pappalardo hanno presentato, indirizzandola al Sindaco e al Presidente del consiglio la mozione che trascriviamo integralmente:
Oggetto: inserimento nello statuto comunale che “ l’acqua è un bene comune”
Premesso che,
-La
risoluzione del Parlamento europeo del 15 marzo 2006 dichiara “l’acqua
come un bene comune dell’umanità e come tale l’accesso all’Acqua
costituisce un diritto umano fondamentale per la persona umana e chiede
che siano esplicati tutti gli sforzi necessari a garantire l’accesso
all’acqua alle popolazioni più povere entro il 2015” ed insiste
affinchè “la gestione delle risorse idriche si basi su un’impostazione
partecipativa e integrata che coinvolga gli utenti ed i responsabili
decisionali nella definizione delle politiche in materia di acqua
livello locale e in modo democratico”;
-L’art.
114 della Costituzione italiana recita:“La Repubblica è costituita da
Comuni, dalle Province, dalle Città metropolitane, dalle Regioni e
dallo Stato. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni
sono enti autonomi con propri statuti, poteri e funzioni secondo i
principi fissati dalla Costituzione”.
-L’art.
117 della Costituzione prevede che la podestà legislativa è esercitata
dallo Stato e dalle Regioni nel rispetto della Costituzione, nonché dei
vincoli derivanti dall’ordinamento comunitario e dagli obblighi
internazionali.
-Richiamando
il dettato dell’art. 43 della Costituzione (monopolio naturale)
relativo a “servizio pubblico essenziale” e riferendosi alla nozione
comunitaria di “servizio di interesse generale, privo di rilevanza
economica”, la giurisprudenza afferma che la gestione di tale servizio
è attività inidonea ad essere condotta da soggetti privati per scopo di
lucro.
Da
consigliere comunale, esprimendo il mio forte e profondo dissenso
all’art. 15 del Decreto 135/09, già approvato il 4 novembre 2009 dal
Senato della Repubblica Italiana, confermato con voto di fiducia il 18
novembre 2009 dalla Camera dei Deputati e convertito in Legge il 19
novembre 2009, che sancisce la definitiva e totale privatizzazione
dell’acqua potabile in Italia; preoccupato delle conseguenze sociali di
tale Legge che si concretizzano nell’impossibilità di accedere tutti
democraticamente ed indistintamente al diritto umano, naturale,
fondamentale ed inviolabile che è l’accesso al bene comune ACQUA;
Considerato
che, l’art. 2 della Costituzione italiana recita:“La Repubblica
riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come
singolo sia nelle formazioni sociali ove svolge la sua personalità e
richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale”.
-L’acqua
è un bene essenziale la cui disponibilità e accesso costituiscono
oggettivamente diritto umano universale, inviolabile e naturale. È un
diritto, cioè, che appartiene per natura all’uomo e precede, perciò,
l’esistenza stessa dello Stato che, dunque, non lo crea ma, appunto, lo
deve riconoscere e soprattutto garantire concretamente.
-La
Repubblica Italiana è, quindi, obbligata a garantire a tutti questo
diritto fondamentale che trova il suo riconoscimento politico e
giuridico nella Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo
approvata dalle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948 e nella promulgazione
della Carta Europea dell’Acqua (Strasburgo 1968) che, a livello
mondiale, definisce e riconosce l’ACQUA come “bene comune” per
eccellenza ed il suo uso come diritto fondamentale dell’uomo.
-La
risoluzione del Parlamento europeo dell’11 marzo 2004 sulla strategia
per il mercato interno-priorità 2003-2006 al paragrafo 5, afferma che
“essendo l’acqua un bene comune dell’umanità” la gestione delle risorse
idriche non deve essere assoggettata alle norme del mercato interno. SI
PROPONE al Consiglio Comunale di approvare la presente mozione , che
impegna l’Amministrazione Comunale: ad attivarsi nel chiedere al
Presidente della Regione ed ai propri parlamentari regionali, di
presentare ricorso di costituzionalità contro l’art. 15 del D.L. 135/09
convertito in Legge oggi stesso in data 19 novembre 2009 e a tutela
dell’Autonomia degli Enti Locali sulla base del principio di
sussidiarietà riconosciuto dalla Costituzione; aderire e
sostenere le iniziative del Coordinamento Nazionale “Enti Locali per
l’Acqua Bene Comune e per la ripubblicizzazione del servizio idrico
integrato” recentemente costituitosi nell’ambito della Campagna Acqua
Bene Comune che il Forum Italiano dei Movimenti per L’Acqua sta
portando avanti da circa tre anni; di inserire nel nostro Statuto
Comunale il riconoscimento dell’acqua come bene comune e diritto umano,
naturale ed universale; ad aderire ufficialmente al circuito di rete
del Coordinamento degli Enti Locali siciliani contro la privatizzazione
dell’acqua; ad inserire, all’interno del proprio Statuto Comunale, il
riconoscimento che il servizio idrico è un servizio privo di rilevanza
economica da gestire in forma pubblica; promuovere nel nostro
territorio una cultura di salvaguardia della risorsa idrica. Si chiede
alle SS.LL, ognuno per le proprie competenze, di iscrivere la presente
mozione all’ordine del giorno del primo consiglio comunale utile”.
I Consiglieri Comunali di “Azzurri per S.Agata”,
Domenico Barbuzza, Giuseppe Pappalardo
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