24 giugno, 2011

Sant'Agata Militello. Dopo oltre un decennio gli artigiani e gli imprenditori santagatesi attendono ancora l'assegnazione delle aree nelle quali sviluppare l'attività.

Da sinistra:
gli artigiani Vincenzo Farina Iaconi e Gaetano Costanzo (presidente Cis),
il sindaco Bruno Mancuso e gli artigiani Giancarlo Meneghini
e Vincenzo Bompiedi.

Concluso l’iter di redazione del Pip (Piano insediamenti produttivi), con l’acquisizione di tutti i pareri necessari sulla localizzazione dell’area artigianale-commerciale, individuata dall’amministrazione comunale in contrada Inganno, una zona decentrata della cittadina. Adesso, sarà il consiglio comunale ad esprimersi. Entro una decina di giorni la proposta, che costituisce una  variante al Prg, verrà portata in aula. Di seguito, si potranno avanzare osservazioni, alle quali seguiranno le controdeduzioni. Infine, il progetto sarà trasmesso all’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente per l’acquisizione del decreto di variante.
 Infine, si passerà alla fase operativa. Ieri sera, al castello Gallego, il responsabile dell’area comunale “Strategia e sviluppo territoriale”, Giuseppe Contiguglia ha illustrato il progetto ai consiglieri comunali. Presente anche una rappresentanza di artigiani, nonché il presidente del Cis-Consorzio imprese santagatesi, Gaetano Costanzo, che, soddisfatto, sottolinea: “un plauso all’amministrazione comunale che ha lavorato con pazienza per superare le difficoltà burocratiche e raggiungere l’obiettivo. Sono emozionato, perché da anni noi artigiani ci confrontiamo per arrivare ad ottenere un’area periferica dove poter operare in condizioni ottimali”. Gli artigiani, infatti, attualmente sono costretti a svolgere la propria attività in piccoli laboratori situati in pieno centro urbano e senza alcuna possibilità di espansione. “Finalmente il Pip vede la luce – dichiara il sindaco Bruno Mancuso – ormai, da più di 10 anni si lavora su questo cosiddetto piano artigianale, che prevede l’insediamento di tutte le attività produttive che in questo momento, ahimè, si svolgono nel centro del paese e che invece in futuro potranno essere marginalizzate dal punto di vista urbanistico. Verranno raccolte in un’unica zona, che sarà, appunto, la zona industriale-artigianale. Finalmente, entro i primi di luglio, porteremo il progetto in consiglio comunale per l’approvazione. Significa che una volta avuta l’approvazione dall’Assessorato Regionale Territorio e Ambiente, potremo procedere con l’attuazione del Piano e, quindi, la cessione delle aree a chi ne fa richiesta. Per gli artigiani, sarà anche un’opportunità per espandersi e, quindi, dare occupazione”. Quanti artigiani potranno operare nella nuova area? “Il Cis raggruppa 180 soci e rappresenta circa il 60 per cento dei portatori di interesse nella cittadina. Dunque, riusciremo a soddisfare tutte le richieste degli artigiani santagatesi e del territorio circostante”. Si tratta di un’area di 150 mila metri quadrati, caratterizzata da varie particelle catastali (sono in via di definizione le procedure di espropriazione nei confronti dei diversi i proprietari), a monte dell’attuale tracciato ferroviario, vicino al torrente Inganno, tra lo svincolo autostradale, la strada statale 113 e le aree produttive esistenti e la strada litoranea Sant’Agata-Acquedolci. Vi è un progetto esecutivo redatto dall’ufficio tecnico comunale. Sono stati previsti lotti che vanno da 800 a 2.500 metri quadrati, da assegnare ad una cinquantina di imprese locali.  Cinzia Scaglione
Fonte: Giornale di Sicilia - Edizione Messina - Cronaca di Sant'Agata
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Questa la "cronaca" e le notizie riportate nel quotidiano  "Giornale di Sicilia", a firma di mia figlia. Per completezza di informazione c'è da aggiungere, che per "espropri e opere di urbanizzazione" è stata preventivata una cifra che si aggira intorno ai dieci milioni di euro. Alla cifra già prevista, dobbiamo aggiungere gli altri oneri cui dovranno sottostare gli "artigiani" e "gli imprenditori" santagatesi e il lievitare dei costi che inevitabilmente aggraveranno ulteriormente l'acquisto di questo "fazzoletto". Forse è meglio "stendere", anziché un fazzolettto, un "velo pietoso". Certo gli operatori o quelli che resteranno in attività, ad operazione conclusa, non potranno che considerarsi fortunati. Ricercare le colpe e  le responsabilità per i ritardi è semplicemente inutile. Appare evidente, anche ai più sprovveduti, che il protrarsi di "queste e altre situazioni, tipicamente nostrane" , non è da attribuire solo ed esclusivamente alla "classe politica" che ci ha governato in passato o a quella che ci sta attualmente governando, ma anche alla inefficienza di "taluni" uffici e di "taluni personaggi" locali o provenienti da località viciniori alla nostra, che da buoni "imprenditori-affaristi" e con la complicità o connivenza di "nuovi ricchi" (quest'ultimi, figli o provenienti dal popolo o da onesti lavoratori), dimentichi del loro passato, hanno chiuso il cerchio.
E le "pillole  dei ... ricordi"?  

Forse è meglio che ve li dia domani, a digiuno. Potrebbero far male a qualcuno che oggi, "a pancia piena", non è in grado di considerare coloro che, finora, per necessità, hanno digiunato e che, purtroppo, continueranno a digiunare, a lavorare con difficoltà e per la sopravvivenza e a stringere "la cinghia". Mentre scrivo un "terremoto" fa cadere a terra, riducendo in frantumi, un pezzo di ceramica, posizionato sul mobile libreria (altro ricordo che va via....). Scappiamo tutti verso fuori abbandonando le abitazioni. Al rientro, dopo mezzora, rifletto. Non è di questi terremoti che la Sicilia e Sant'Agata Militello hanno necessità, ma di ben altri..... Mentre i primi li genera la natura con la sua forza enorme e  incontrastabile, gli altri, quelli necessari ma che dipendono da noi, dagli uomini, non siamo in grado di provocarli. (cirosca)

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