03 agosto, 2013

Sant'Agata di Militello. "Il contadino, il figlio e l'asino". Sottile & Company dovrebbero far tesoro della favola di Esopo. Ma............

* Quello che penso e dovrei o vorrei scrivere dopo il ma, in sostituzione dei puntini di sospensione, potrei dirlo a quattr'occhi al nostro sindaco ma solo dopo essermi accertato che "nessuno" ci ascolti ed aver "bonificato" l'ambiente in cui potremmo venirci a trovare. Ecco la favola che Sottile sconoscerà perché non ha avuto come "maestro" il sottoscritto, titolare di questo "inutile Blog".


"Un vecchio faceva il cammino con il figlio giovinetto. Il padre e il figlio avevano un unico piccolo asinello: a turno venivano portati dall'asino ed alleviavano la fatica del percorso.
Mentre il padre veniva portato e il figlio procedeva con i suoi piedi, i passanti li schernivano: "Ecco," dicevano "un vecchietto moribondo e inutile, mentre risparmia la sua salute, fa ammalare un bel giovinetto".
Il vecchio saltò giù e fece salire al suo posto il figlio, suo malgrado. La folla dei viandanti borbottò: "Ecco, un giovinetto pigro e sanissimo, mentre indulge alla sua pigrizia, ammazza il padre decrepito".
Egli, vinto dalla vergogna, costringe il padre a salire sull'asino. Così sono portati entrambi dall'unico quadrupede: il borbottìo dei passanti e l'indignazione si accresce, perché un unico piccolo animale era montato da due persone.
Allora parimenti padre e figlio scendono e procedono a piedi con l'asinello libero. Allora sì che si sente lo scherno e il riso di tutti: "Due asini, mentre risparmiano uno, non risparmiano se stessi".
Allora il padre disse: "Vedi figlio: nulla è approvato da tutti; ora ritorneremo al nostro vecchio modo di comportarci". (Esopo)"


** Nel raccontare la favola, aggiungevo di mio e per "paradosso" una quinta soluzione e cioè che il padre e il figlio si caricavano loro sulle spalle l'asino e che anche questa soluzione, come le altre, veniva criticata.
Perché ho trascritto questa favola? Ho seguito e letto i "comunicati stampa" emessi da ambo le parti (Sindaco Sottile ed ex Sindaco Mancuso (e da chi per lui) e non mi sono meravigliato di niente.
 Il contenuto, io che non sono giornalista "per mestiere" o per "professione" e che non debbo esercitare questa professione per "sopravvivere", non l'ho pubblicato. Anzi non ho pubblicato un "bel niente". 
E poi, contrariamente a quanto si pensa o si è pensato, non sono di parte. La "stampa" o i "media" in genere, hanno dato parecchio risalto a questi comunicati. Anche le tv locali che entrano in tutte le case e in tutte le famiglie hanno fatto la così detta "informazione". Vorrei ricordare a me stesso che l'informazione via "etere" entra anche nelle case dei nuclei a basso tasso di istruzione o "scolarizzazione" e quindi nelle menti di coloro che non sono in grado di "cogliere" il contenuto della cosidetta "informazione" o "cronaca" politica. Il "passa-parola" e questi messaggi più o meno "subliminali", possono indurre a trarne conclusioni o idee fuorvianti. Preciso che i "messaggi subliminali" sono quelli che si mantengono al di sotto del livello di coscienza e che quindi sono in grado di influenzare anche il subconscio.

Il padre e il figlio (i due protagonisti umani) decidono ogni volta in base alle critiche, all'opinione degli altri, solo per metterli a tacere ed essere così accettati, non per intima convinzione. La favola, suggerivo ai miei alunni, ci insegna ad ascoltare,... ma fare di testa propria;... e aggiungevo che molti criticano superficialmente, solo per il gusto di farlo, di sentirsi superiori o addirittura per burla. Oggi, potrei aggiungere che coloro che deridevano i due protagonisti, come tanti anche nei giorni nostri, muovono la bocca ad una velocità troppo elevata rispetto a quella del loro pensiero. Si dice che troppi parlano senza nemmeno averlo “innestato”, il proprio cervello. E se gli fai notare che spesso creano ingiustamente dei problemi, hanno anche il coraggio di risponderti che siamo in democrazia, e tutti abbiamo il diritto di parlare... E' vero, siamo in democrazia, ma abbiamo il sacrosanto DOVERE di parlare solo con cognizione di causa, di pensare alle conseguenze delle nostre parole,... o più semplicemente... di pensare prima di parlare. Non solo diritti dunque, ma anche... doveri morali!... Ma i doveri morali, qualcuno o forse più di uno, anche a livello politico nazionale, regionale e locale, li hanno messi da parte solo ed esclusivamente per tutelare il proprio più o meno pulito "interesse" personale, di quello degli amici, degli amici degli amici e del proprio "partito" o "lobby" di appartenenza.
  *** Continuerò domani per "scrivere" di "ordinanze sindacali", di critiche, di articoli apparsi sui giornali e sul Web, nei Blog, nei Diari FB e nei "Giornali on line regolarmente registrati". Questi ultimi con direttori responsabili più o meno interessati a tutelare e propagandare il proprio editore o finanziatore e a volte anche per accaparrarsi la pubblicità.

1 commento:

  1. metodo "boffo" :
    Nell'antica Grecia Socrate aveva una grande reputazione di saggezza. Un giorno venne qualcuno a trovare il grande filosofo, e gli disse:
    - Sai cosa ho appena sentito sul tuo amico?
    - Un momento - rispose Socrate. - Prima che me lo racconti, vorrei farti un test, quello dei tre setacci.
    - I tre setacci?
    - Ma sì, - continuò Socrate. - Prima di raccontare ogni cosa sugli altri, è bene prendere il tempo di filtrare ciò che si vorrebbe dire. Lo chiamo il test dei tre setacci. Il primo setaccio è la verità. Hai verificato se quello che mi dirai è vero?
    - No... ne ho solo sentito parlare...
    - Molto bene. Quindi non sai se è la verità. Continuiamo col secondo setaccio, quello della bontà. Quello che vuoi dirmi sul mio amico, è qualcosa di buono?
    - Ah no! Al contrario
    - Dunque, - continuò Socrate, - vuoi raccontarmi brutte cose su di lui e non sei nemmeno certo che siano vere. Forse puoi ancora passare il test, rimane il terzo setaccio, quello dell'utilità. E' utile che io sappia cosa mi avrebbe fatto questo amico?
    - No, davvero.
    - Allora, - concluse Socrate, - quello che volevi raccontarmi non è né vero, né buono, né utile; perché volevi dirmelo?
    macchianera

    RispondiElimina

Sant'Agata di Militello. L'Altra Informazione, Il Blog di cirosca.