19 febbraio, 2009

Sant'Agata Militello. Ospedale, i medici ribadiscono il no al depotenziamento.

Non permetteranno che l’ospedale venga depotenziato. Alcuni medici del nosocomio e un gruppo di cittadini si sono incontrati lo scorso martedì pomeriggio, presso l’istituto Sacro Cuore. Stanno costituendo un Comitato – ci tengono a precisare – “privo di connotazioni politiche”, o per meglio dire un “movimento che raccolga operatori del settore sanitario e cittadini”.
Convinti della necessità di lottare per mantenere la centralità dell’ospedale di Sant’Agata, che serve un vasto bacino di utenza su un territorio già mortificato dalla carenza di collegamenti adeguati, i medici Gaetano Sergi (otorinolaringoiatra, responsabile unità di Audiologia), Antonino Lo Cicero (radiologo), Giuseppe Maniaci (responsabile Chirurgia), Giuseppe Miano (reparto di Medicina) e il biologo Carmelo Sanna intendono sensibilizzare l’opinione pubblica, “prima che sia troppo tardi”. E chiedono il supporto di altri colleghi, dei sindacati, dei politici e dei cittadini. Non si tratta solo di impedire che l’ospedale venga chiuso o saccheggiato nell’ambito di un dissennato piano di rimodulazione dei servizi sanitari, con accorpamenti di reparti a favore del nosocomio di Patti (si parla di Chirurgia e Cardiologia). Piuttosto, far sì che Sant’Agata diventi territorio di riferimento per la Sanità dei Nebrodi. “L’idea di risanare il deficit attraverso la riqualificazione della rete ospedaliera – afferma il dottore Lo Cicero - creando ospedali più grandi per vasti bacini di utenza, non è sbagliata. Si potrebbe avere un’offerta sanitaria più qualificata. Ma, l’ospedale di riferimento sul territorio non può diventare Patti, perché l’utenza del distretto di Mistretta e buona parte di quello di Sant’Agata migrerà altrove, verso Cefalù. Per la nostra azienda sarà un’operazione antieconomica. Sant’Agata è centrale rispetto al comprensorio ed è qui che deve nascere un ospedale importante”. Il dottore Miano aggiunge: “le professionalità ci sono, abbiamo bisogno di strutture e spazi. Basta fare una giusta programmazione. Valorizzare il nostro ospedale è una scelta economica vantaggiosa, sia per l’ubicazione che per i numeri . Riusciamo, infatti, a produrre servizi a costi minori rispetto ad altre strutture. L’indice occupazionale della nostra Chirurgia è il doppio rispetto a quello di Patti”. Per i sindacalisti Oriti e Meneghini si dovrebbe proporre la ripresa dei lavori di completamento della struttura sorta, nei pressi dell’autostrada, per essere adibita a nuovo ospedale e poi abbandonata. "Mi auguro che altri medici e i cittadini ci diano il loro supporto”, conclude il dottore Sergi.
Cinzia Scaglione

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