18 luglio, 2013

Sant'Agata di Militello. Il "De Profundis" per la sezione staccata del Tribunale di Patti, recitato, cantato e interpretato al Castello Gallego.

 "Sala dei Principi del Castello Gallego" a Sant'Agata Militello in provincia di Messina. Semivuota alle ore 18. Alle ore 19 circa, con un'ora di ritardo, in presenza di circa 25 avvocati, poco più o poco meno  (nella maggior parte giovani, si fa per dire). Incomincia il "Rito Funebre". Perchè di un "rito funebre" si tratta e lo sanno bene questi "professionisti" che hanno il compito (a volte ingrato) di tutelare la legge, difendere gli eventuali "imputati", far valere le ragioni di chi "denuncia" e, in ultima analisi, tutelare anche il loro interesse e conseguentemente il proprio lavoro, la propria professione, i loro stessi redditi.




Il notevole ritardo, la scarsa partecipazione, già faceva presagire il "fallimento" dell'iniziativa portata avanti dal "Comitato Organizzatore" (non riconosciuto da organi superiori).
Il "De Profundis", anche se "cantato" con voce baritonale da qualche "professionista quotato", certamente non avrebbe avuto alcun effetto sul "Padre Eterno" e su "Coloro" che, con scelte "sciagurate" (non sono parole mie), hanno decretato, consapevolmente o inconsapevolmente, la morte di "una struttura" che da sola e col "suo indotto" forniva "linfa vitale" al "Tribunale (padre) di Patti". Avevo con me la videocamera ma ho ritenuto poco producente produrre la videocronaca degli interventi o le "interviste". Ho evitato di scaricare la batteria che la alimenta. Ma, da quello che ho capito e dagli interventi degli oratori ci potrebbero essere delle responsabilità locali e circondariali, a livello politico, amministrativo e professionale. E allora, forse, sarebbe stato meglio anziché recitare il "De Profundis", cantare il "Mea culpa" non solo con voce "baritonale" ma anche con voce da "tenore" e, vista la massiccia presenza femminile di "giovani professioniste", anche con voce da "soprano" e "in coro".
Cosa dovremo o potremo farcene dei locali attualmente adibiti a "Sede distaccata del Tribunale di Patti" e che vengono "etichettati" come "Palazzo di Giustizia", ve lo scriverò nel prossimo post e solo nel caso che la decisione che prenderà l'attuale amministrazione sia quella giusta. E si, perché, cari amici lettori di questo insignificante Blog che io considero "L'Altra Informazione", saprà o potrà dirvi ciò che gli altri non dicono e che i costi sostenuti e da sostenere per l'utilizzo di questo "Palazzo" di proprietà comunale potrebbero essere utilizzati in "maniera più proficua" ed a vantaggio solo della collettività locale e dei santagatesi tutti. Ma non finisce quì direbbe qualcuno, mentre qualche altro: "Il bello deve ancora venire!".
* N.d.B.: Per "U zu Peppe", a "Gna Pina" ed altri lettori "non accutturati" o "dottorati" preciso che: "Il De profundis si recita in particolare nella liturgia dei defuntiCome espressione si usa nella lingua corrente per intendere: più in ambito letterario, una lamentazione, non necessariamente desolata, semmai aperta al trascendente, da una condizione di grande prova; d'uso comune quale "ultimo saluto", "congedo o abbandono definitivo", anche di un'idea, un progetto, un'istituzione."
Mentre il "Mea culpa" è una locuzione latina che, tradotta letteralmente, significa per mia colpa. I frequentatori delle Chiese Cattoliche e forse anche qualcuno che non le frequenta sin da giovane, sa benissimo che queste parole fanno parte del Confiteor (io confesso). E' la preghiera con la quale i cattolici chiedono perdono a Dio riconoscendo le proprie colpe. Nell'uso quotidiano è invalso l'uso di tale espressione per scusarsi di qualche errore, ammettendo il proprio sbaglio. (cirosca)
*** Ore 9,26. Per il lettore "Anonimo" che ha scritto in quest'orario il commento e per gli altri già pervenuti, comunico che questo Blog ha già pubblicato sull'argomento "Tribunale" diversi post. Cliccate sul link specificato quì sotto per leggere tutto. Altra comunicazione: I commenti, su questo post, non regolarmente firmati e certificati da E_mail non verranno pubblicati. Chiedo scusa ma, a proposito di responsabilità, ognuno si assuma la propria (di quello che scrive o dice).
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