E’ atteso l’arrivo di centinaia di studenti, questa mattina, in piazza Crispi, per partecipare all’assemblea pubblica organizzata dal comitato studentesco dell’Istituto Tecnico Industriale “Torricelli”, insieme ad un gruppo di docenti. Al centro della manifestazione il fenomeno del dissesto che sta interessando il comprensorio nebroideo. Il proposito del Comitato è quello di far riflettere tutti in materia di tutela ambientale e sollecitare le amministrazioni locali, le istituzioni, i partiti politici affinché vengano adottati i dovuti provvedimenti per migliorare la situazione. Intanto, è stata riaperta al transito veicolare la strada statale 113, in località Torrecandele-San Giuseppe (all’uscita est della circonvallazione), interessata, giorni fa, dal distaccamento di un pezzo del costone roccioso, abbattutosi sulla carreggiata.
I lavori di messa in sicurezza della parete rocciosa sono stati eseguiti dalla ditta incaricata dall’Anas. “In generale la zona nebroidea presenta un assetto geo-struttrurale particolarmente complesso che rappresenta un significativo fattore predisponente il dissesto idrogeologico – spiega l’assessore alla Difesa del Territorio, Antonio Scurria, geologo - le condizioni geologiche e morfologiche dei nostri territori sono tali da determinare un’elevata propensione al dissesto e, spesso, condizioni di generale instabilità. In un territorio di per sé fragile si sono sommati gli effetti dell’abbandono delle zone collinari e montane e delle pratiche agricole, degli incendi, della mancata regimazione delle acque, di una urbanizzazione troppo spesso caotica ed incompatibile con le condizioni geomorfologiche del territorio. A chiudere il cerchio precipitazioni ben al di sopra delle medie stagionali, che hanno giocato un ruolo importante nell’innesco dei fenomeni franosi che si sono verificati recentemente”. Secondo l’assessore Scurria, è necessario modificare l’impostazione della politica, che deve investire in termini di prevenzione dai rischi idrogeologici. “Oggi è impensabile continuare sulla strada di una continua ed indiscriminata occupazione del territorio con abitazioni, attività produttive, infrastrutture e quant’altro richiesto dalle condizioni economiche e sociali dell’attuale società – evidenzia - occorre, invece, avviare una rigorosa politica pianificatoria che tenga conto delle condizioni geo-morfologiche del territorio e determini una utilizzazione armonica dello spazio ed un equilibrio tra popolazione, esigenze di sviluppo economico, servizi ed ambiente fisico”. E conclude: “la popolazione e i loro beni vanno difesi contro i rischi naturali. E la sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici si sviluppa secondo diverse linee di intervento integrate e coordinate tra loro, che non si limitano alla sola realizzazione di opere di protezione (le cosiddette azioni strutturali), ma comprendono anche azioni non strutturali di studio, di monitoraggio e di limitazioni nell’uso di parti anche rilevanti del territorio”.
I lavori di messa in sicurezza della parete rocciosa sono stati eseguiti dalla ditta incaricata dall’Anas. “In generale la zona nebroidea presenta un assetto geo-struttrurale particolarmente complesso che rappresenta un significativo fattore predisponente il dissesto idrogeologico – spiega l’assessore alla Difesa del Territorio, Antonio Scurria, geologo - le condizioni geologiche e morfologiche dei nostri territori sono tali da determinare un’elevata propensione al dissesto e, spesso, condizioni di generale instabilità. In un territorio di per sé fragile si sono sommati gli effetti dell’abbandono delle zone collinari e montane e delle pratiche agricole, degli incendi, della mancata regimazione delle acque, di una urbanizzazione troppo spesso caotica ed incompatibile con le condizioni geomorfologiche del territorio. A chiudere il cerchio precipitazioni ben al di sopra delle medie stagionali, che hanno giocato un ruolo importante nell’innesco dei fenomeni franosi che si sono verificati recentemente”. Secondo l’assessore Scurria, è necessario modificare l’impostazione della politica, che deve investire in termini di prevenzione dai rischi idrogeologici. “Oggi è impensabile continuare sulla strada di una continua ed indiscriminata occupazione del territorio con abitazioni, attività produttive, infrastrutture e quant’altro richiesto dalle condizioni economiche e sociali dell’attuale società – evidenzia - occorre, invece, avviare una rigorosa politica pianificatoria che tenga conto delle condizioni geo-morfologiche del territorio e determini una utilizzazione armonica dello spazio ed un equilibrio tra popolazione, esigenze di sviluppo economico, servizi ed ambiente fisico”. E conclude: “la popolazione e i loro beni vanno difesi contro i rischi naturali. E la sicurezza del territorio dai rischi idrogeologici si sviluppa secondo diverse linee di intervento integrate e coordinate tra loro, che non si limitano alla sola realizzazione di opere di protezione (le cosiddette azioni strutturali), ma comprendono anche azioni non strutturali di studio, di monitoraggio e di limitazioni nell’uso di parti anche rilevanti del territorio”.
Cinzia Scaglione
Nella foto: la strada statale 113, in località Torrecandele-San Giuseppe (all’uscita est della circonvallazione), riaperta al transito veicolare.
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