14 marzo, 2010

Sant'Agata di Militello. La cultura sconfigge la mafia, utilissimo il ruolo della scuola.

“La mafia si combatte a scuola, perché la cultura erode la mafia”. Un messaggio forte lanciato nell’ambito della manifestazione organizzata dal sindaco dei giovani del comune di Santo Stefano di Camastra, Alessandro Magistro e tenutasi, ieri mattina, al Museo dei Nebrodi. Una “Giornata contro le mafie” alla quale hanno partecipato delegazioni di studenti degli istituti scolastici locali. Sono intervenuti il sindaco Bruno Mancuso, nonché il sindaco di Santo Stefano di Camastra, Giuseppe Mastrandrea e il suo vice Carmelo Colombo. (continua a leggere clicando su "ulteriori informazioni")
L’obiettivo del giovane Magistro, che sta promuovendo quest’iniziativa in diversi comuni del comprensorio, è quello di costituire un movimento giovanile radicato sul territorio e finalizzato a portare avanti iniziative di sensibilizzazione su temi importanti, ad organizzare eventi e manifestazioni di carattere sociale e culturale, dando il proprio contributo fattivo. L’intento è anche quello di avvicinare sempre più giovani alla vita politica del proprio paese, per cercare di incidere positivamente e in maniera innovativa sullo sviluppo anche economico del territorio. “La mafia è un male vero e proprio per il Sud – sottolinea Alessandro, rivolgendosi agli studenti (sia delle medie che delle superiori). Il silenzio fortifica, nutre la mafia. Convegni come questo, quindi, servono a sensibilizzare i giovani, di tutte le età, perché di anti-mafia bisogna parlare anche nelle scuole elementari”. “Fino a quando la nostra società non sarà in grado di espellere questo germe malsano che è la mafia, questa continuerà ad esserci – afferma il sindaco di Santo Stefano di Camastra, Mastrandrea - e questo è soprattutto compito degli amministratori”. “Il significato della riunione di oggi è che parte dai giovani - dichiara il sindaco Mancuso - in particolare, Alessandro Magistro si sta occupando di un tema importante, che deve fare riflettere e svegliare le coscienze. La delinquenza organizzata fa leva sul rapporto fra sistema educativo e cultura mafiosa. Ed è fondamentale far crescere la coscienza civile, che però va alimentata. E’ necessario creare un movimento culturale importante, perché la Sicilia possa riscattarsi definitivamente da questo fenomeno. Non è tanto il problema dell’organizzazione mafiosa che ormai, a causa della globalizzazione, ha attività ovunque, in tutto il mondo.  Però, la cultura mafiosa è tipicamente meridionale, siciliana ed è questo che ci dobbiamo scrollare di dosso. Dunque, occorre intervenire sui giovani, i ragazzi e invitarli al rispetto degli altri, della democrazia, della legalità, dei valori. Mi auguro che Alessandro possa continuare ad andare avanti per diffondere la cultura dell’antimafia, non demagogica e strumentale, ma vera e sincera così come vuole un’adolescente”.
Cinzia Scaglione
Nella foto:  da sinistra, Alessandro Magistro, Bruno Mancuso e Carmelo Colombo.

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