Servizio rifiuti gestito dai Comuni. E il presidente Lombardo dice sì.
Il controllo diretto dei sindaci rappresenta una parte fondamentale della riforma.
"Purtroppo, gli Ato sono serviti per deresponsabilizzare anche i primi cittadini".
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"Le cose devono cambiare. L'eccesso di spese va ridotto, anche impiegando meglio il personale, ad esempio in funzione della raccolta differenziata".
*** I sindaci chiedono con forza che la gestione del servizio rifiuti torni ai comuni. Un punto sul quale concorda pienamente il presidente della Regione Raffaele Lombardo, in visita nella cittadina, lo scorso martedì sera, in occasione della presentazione del calendario del Parco dei Nebrodi. Il controllo diretto da parte dei sindaci rappresenterà una parte fondamentale della riforma, che il presidente Lombardo spera possa essere varata già nei primi mesi di quest’anno. “Purtroppo, gli Ato sono serviti per deresponsabilizzare anche i sindaci - ha dichiarato - li hanno eletti loro i consigli di amministrazione. Hanno fatto tante assunzioni e forse hanno speso troppo e non hanno fatto funzionare il sistema. E i cittadini non hanno pagato. Le cose devono cambiare. L’eccesso di spese va ridotto, anche impiegando meglio il personale, ad esempio in funzione della differenziata”. Ma, a che punto è l’iter? “Abbiamo coinvolto due esponenti di Ato virtuosi nella Commissione che giorno 30, presieduta dall’ex prefetto di Catania, Cancilleri, ci ha consegnato la relazione di aggiornamento del Piano rifiuti. E’ incentrata sulla responsabilità diretta dei sindaci, che devono garantire che il servizio funzioni e che i cittadini paghino e sulla differenziata, su tutta l’impiantistica, anche la più innovativa. Poi, chiaramente tutto quello che residua non potrà che essere bruciato. Tutto questo dovrà essere inserito in una legge che costituirà, appunto, la riforma del sistema dei rifiuti in Sicilia. Abbiamo previsto in un decreto, che sarà superato dalla legge, la sopravvivenza di 4 o 5 Ato. Ma, il sistema dovrà essere omogeneo nel territorio generale, come se ci fosse un solo Ato. Non può esserci un Ato virtuoso ed uno no”. Un altro punto importante riguarda le premialità per gli utenti che fanno la raccolta differenziata. “Se io differenzio a casa e pago di meno il servizio – spiega il presidente Lombardo - è chiaro che sono più incentivato. E se non faccio la differenziata devo essere sanzionato. Solo così anche in Sicilia il rifiuto, piuttosto che essere una penalizzazione, può diventare una risorsa che dà posti di lavoro, recuperando l’eccesso di assunzioni che è stato fatto da diversi Ato poco virtuosi”. Ci saranno gli inceneritori in Sicilia? “Bruceremo quello che resta. Per esempio, nella relazione di questa Commissione di tecnici, si dice che una parte del rifiuto trattato, quello da bruciare, deve essere usato per alimentare le centrali termoelettriche, al posto del petrolio e, quindi, inquinando molto di meno, perché non c’è plastica e non si sprigiona diossina. Certo non avremo termovalorizzatori o inceneritori per 2 milioni e 700 mila tonnellate di rifiuti, quando in Sicilia se ne producono addirittura 2 milioni e 400 mila. Non vedo perché, così come impone l’Europa, anche noi non dobbiamo arrivare al 60 per cento di raccolta differenziata. Se consideriamo il 60 per cento di 2 milioni 400 mila, resterebbe circa un milione di rifiuti. E trattati col sistema di compostaggio e via dicendo, la quantità si ridurrebbe ulteriormente. Ma, i cittadini devono fare la loro parte per determinare un ambiente più pulito e l’esaurimento delle discariche, piuttosto che rifiuti che inquinano il sottosuolo, l’acqua”.
"Purtroppo, gli Ato sono serviti per deresponsabilizzare anche i primi cittadini".
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"Le cose devono cambiare. L'eccesso di spese va ridotto, anche impiegando meglio il personale, ad esempio in funzione della raccolta differenziata".
*** I sindaci chiedono con forza che la gestione del servizio rifiuti torni ai comuni. Un punto sul quale concorda pienamente il presidente della Regione Raffaele Lombardo, in visita nella cittadina, lo scorso martedì sera, in occasione della presentazione del calendario del Parco dei Nebrodi. Il controllo diretto da parte dei sindaci rappresenterà una parte fondamentale della riforma, che il presidente Lombardo spera possa essere varata già nei primi mesi di quest’anno. “Purtroppo, gli Ato sono serviti per deresponsabilizzare anche i sindaci - ha dichiarato - li hanno eletti loro i consigli di amministrazione. Hanno fatto tante assunzioni e forse hanno speso troppo e non hanno fatto funzionare il sistema. E i cittadini non hanno pagato. Le cose devono cambiare. L’eccesso di spese va ridotto, anche impiegando meglio il personale, ad esempio in funzione della differenziata”. Ma, a che punto è l’iter? “Abbiamo coinvolto due esponenti di Ato virtuosi nella Commissione che giorno 30, presieduta dall’ex prefetto di Catania, Cancilleri, ci ha consegnato la relazione di aggiornamento del Piano rifiuti. E’ incentrata sulla responsabilità diretta dei sindaci, che devono garantire che il servizio funzioni e che i cittadini paghino e sulla differenziata, su tutta l’impiantistica, anche la più innovativa. Poi, chiaramente tutto quello che residua non potrà che essere bruciato. Tutto questo dovrà essere inserito in una legge che costituirà, appunto, la riforma del sistema dei rifiuti in Sicilia. Abbiamo previsto in un decreto, che sarà superato dalla legge, la sopravvivenza di 4 o 5 Ato. Ma, il sistema dovrà essere omogeneo nel territorio generale, come se ci fosse un solo Ato. Non può esserci un Ato virtuoso ed uno no”. Un altro punto importante riguarda le premialità per gli utenti che fanno la raccolta differenziata. “Se io differenzio a casa e pago di meno il servizio – spiega il presidente Lombardo - è chiaro che sono più incentivato. E se non faccio la differenziata devo essere sanzionato. Solo così anche in Sicilia il rifiuto, piuttosto che essere una penalizzazione, può diventare una risorsa che dà posti di lavoro, recuperando l’eccesso di assunzioni che è stato fatto da diversi Ato poco virtuosi”. Ci saranno gli inceneritori in Sicilia? “Bruceremo quello che resta. Per esempio, nella relazione di questa Commissione di tecnici, si dice che una parte del rifiuto trattato, quello da bruciare, deve essere usato per alimentare le centrali termoelettriche, al posto del petrolio e, quindi, inquinando molto di meno, perché non c’è plastica e non si sprigiona diossina. Certo non avremo termovalorizzatori o inceneritori per 2 milioni e 700 mila tonnellate di rifiuti, quando in Sicilia se ne producono addirittura 2 milioni e 400 mila. Non vedo perché, così come impone l’Europa, anche noi non dobbiamo arrivare al 60 per cento di raccolta differenziata. Se consideriamo il 60 per cento di 2 milioni 400 mila, resterebbe circa un milione di rifiuti. E trattati col sistema di compostaggio e via dicendo, la quantità si ridurrebbe ulteriormente. Ma, i cittadini devono fare la loro parte per determinare un ambiente più pulito e l’esaurimento delle discariche, piuttosto che rifiuti che inquinano il sottosuolo, l’acqua”.
Cinzia Scaglione
Fonte: Giornale di Sicilia - Edizione Messina - Cronaca di Sant'Agata.
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