16 febbraio, 2011

1319 - Sant'Agata Militello. Dedico al lettore che si firma come "Fustigatore", il discorso agli Ateniesi di Pericle. Leggilo e medita.

Pericle (461 a.c.)
Dedico al "Fustigatore" il discorso agli Ateniesi di Pericle e lo invito, ancora una volta, a manifestarsi e se ha coraggio di dirmi a quattrocchi quello che pensa di me e della mia famiglia, saprò rispondergli a dovere. Se poi il dibattito vuole farlo in una Tv locale, possiamo comprarci uno "spazio autogestito". Non ho niente da nascondere mentre non so se lui avrà il coraggio di farlo e se non avrà niente da nascondere. Intanto leggi e rifletti caro lettore "pseudo-anonimo".
Invito i lettori del mio Blog a leggere, anche loro, questo brano che, nonostante siano trascorsi 2472 anni, è ancora d'attualità. Non voglio tirare in ballo Gian Battista Vico con i suoi "Corsi e ricorsi storici"......
Discorso agli Ateniesi (Pericle 461 a.c.)


"Qui il nostro governo favorisce i molti invece dei pochi: e per questo viene chiamato democrazia.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza.
Quando un cittadino si distingue, allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito, e la povertà non costituisce un impedimento.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana; noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro e non infastidiamo mai il nostro prossimo se al nostro prossimo piace vivere a modo suo.
Noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati, e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai che dobbiamo proteggere coloro che ricevono offesa.
E ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale sentimento di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato noi non lo consideriamo innocuo, ma inutile; e benché in pochi siano in grado di dare vita ad una politica, beh tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla.
Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia.
Noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà, ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma, io proclamo che Atene è la scuola dell’Ellade e che ogni ateniese cresce sviluppando in sé una felice versatilità, la fiducia in se stesso, la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così."

Nessun commento:

Posta un commento

Sant'Agata di Militello. L'Altra Informazione, Il Blog di cirosca.