20 febbraio, 2011

1328 - Sant'Agata Militello. Il Professore Giuseppe Amoroso, nostro concittadino e noto critico letterario, ritorna per "Il personaggio assente..." , invitato dall'"Associazione Mogli Medici Italiani".

La presidente dell'A.M.M.I. (Associazione Mogli Medici Italiani), Sezione di Sant'Agata Militello, Maria Franca Gagliani Russo, ha organizzato un incontro dal titolo:
"Il personaggio assente: figure e tecniche della Narrativa Italiana Contemporanea".
Nell'Aula Magna del Liceo Scientifico "E.Fermi", ha fatto gli onori di casa la Dirigente Scolastica Venera Calderone. Presenti, tra gli altri, accanto al Critico Letterario Prof. Giuseppe Amoroso, il sindaco Bruno Mancuso, l'Assessore Provinciale alla P.I., Giuseppe Di Bartolo e la Dirigente scolastica, Professoressa Giuseppina Germanà.

Da sinistra: G. Di Bartolo, G. Germanà, M.F.Gagliani,
G. Amoroso, B.Mancuso, V. Calderone.
Nella sala numerosi invitati e molte persone che rasppresentano, oggi, la cultura santagatese. Il Prof. Avv. Rosario Parisi, l'Avv.Michele Manfredi Gigliotti e tanti altri che mi è impossibile citare.
Il Prof. Giuseppe Amoroso è un Critico letterario di fama mondiale. Ha trascorso la sua infanzia e giovinezza nel nostro comune e possiamo considerarlo, di fatto, cittadino santagatese a tutti gli effetti e non solo di adozione perchè qui ha lasciato i suoi ricordi e le sue emozioni più vive. E' professore ordinario dell'Università degli Studi di Messina presso il Dipartimento di studi sulla Civiltà Moderna.
Interessante, attuale, intercalata da qualche "battuta semi-seria", la sua relazione-lezione. Ha saputo calamitare l'attenzione dell'uditorio che non ha lesinato anche qualche applauso. Cosa piuttosta rara nei convegni culturali.


 I numerosi studenti hanno "drizzato" le orecchie quando, con loro grande meraviglia, ha citato il libro del noto cantante Roberto Vecchioni, "Il Libraio di Selinunte".
Nel romanzo, il cantautore, mette in condizione il lettore di immaginare a pensare ad un'esistenza senza più parole.  A Selinunte, un paese che "pareva un angolo di mondo senza male", le persone hanno perso le parole, le hanno perse per sempre, perché non hanno saputo ascoltare il libraio. Un uomo giunto in paese all'improvviso, non bene accolto perché diverso, straniero, arrivato con un carico di libri e tanta voglia di leggerli senza trovare nessuno disposto ad ascoltarlo. C'è solo "Frullo", un ragazzo come tanti, che, nascosto dietro a due pile di libri, ascolta incantato le sue letture. Le stupende parole di Pessoa, Sofocle, Shakespeare, Borges, diventano musica per "Frullo", ed è grazie a quelle parole che egli non è trascinato nell'abisso nel quale sono risucchiati tutti gli altri abitanti di Selinunte.
Un giorno gli abitanti del villaggio, mossi dall'odio e dall'invidia, bruciano la libreria e allora si accorgono con terrore che con le parole spariscono anche le cose che queste nominavano. Il libraio è introvabile, forse morto nel rogo. Sarà il ragazzo a scoprire dentro di sé la sua voce perduta e quando vicino al tempio vede le proprie parole farsi pagina sul mare, capisce che queste sono ancora vive e che le cose si salveranno.
Sarà lui a raccontarci gli avvenimenti così come si sono svolti, la sua voce narrante ci incanta dalla prima pagina, ci trascina nel silenzio del paese e ci fa sperare insieme con lui che le parole facciano presto il loro ritorno".
Questo in sintesi, il contenuto del "racconto" di Vecchioni che il Professore Amoroso ha citato, tra tanti altri. Circa quattromila i libri letti, recensiti e/o criticati dal Prof. Giuseppe Amoroso. Una vasta produzione letteraria la sua che, purtroppo per me, non sono in grado di citare completamente e che forse neanche "Pippo", come amichevolmente lo chiamo io, riesce a ricordare tutta.
Sin da ragazzo, grazie anche a "Pippo", che mi onorava della sua compagnia e con il quale facevo lunghe passeggiate insieme all'altro amico, "Michele", avevo compreso l'importanza di sapere ascoltare le parole degli altri, l'importanza di "saper leggere". Michele, invece, mi spronava a costruire "radiocomandi" per fare volare i piccoli aerei da lui autocostruiti o a lanciare dalla sua terrazza i "paracadute", sempre autocostruiti, che a volte non si aprivano.
Il Professore Giuseppe Amoroso non mi ha, invece, svelato "un segreto" che ieri ha "comunicato" ai presenti in sala.
"Si legge per dimenticare "la trama" e i personaggi del racconto, per poter così dare più importanza alle parole, per capirle meglio". Riusciranno i giovani studenti di oggi a fare tesoro di questo consiglio?
Per concludere vorrei porre una domanda al Professore Amoroso: "Help me (aiutami), non riesco a dimenticare la trama dei romanzi da me letti, specialmente di quelli meno recenti. Dimentico i nomi dei personaggi ma non tutto il resto. Nella memoria del mio "personal computer" basta semplicemente dare l'istruzione "delete" e si riesce a cancellare tutto ciò che di inutile è stato registrato nella sua memoria ed a recuperare spazio per "nuove informazioni". E per il mio cervello, nella zona che incamera le informazioni, cosa fare per dare più spazio alle "informazioni" valide ed utili? Vogliamo incontrarci, con più tempo a disposizione, per un trasferimento di idee e di dati? Io darò a te informazioni tecniche sull'uso delle "diavolerie elettroniche" e tu, in cambio, quelle su come arricchire la mia mente".
Vogliamo essere ottimisti e augurarci che così facendo ritarderemo ulteriormente l'invecchiamento delle nostre cellule?
Mentre scrivo, apprendo dai videogiornali che Roberto Vecchioni, ieri sera , con la canzone "Chiamami ancora amore", ha sbaragliato tutti classificandosi al primo posto e vincendo quindi la 61/ esima edzione del "Festival di Sanremo. E bravo al prof. Vecchioni che rinunciando all'insegnamento si è dedicato ad altre attività artistiche più redditizie! (cirosca)

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