30 marzo, 2011

Sant'Agata Militello. Triste anniversario.


 Oggi sono triste, molto triste. Di solito, o quasi sempre, sono restìo (contrario) a parlare dei fatti che mi riguardano o che riguardano la mia famiglia. E' il 67/esimo anniversario della morte di mio padre. Maresciallo maggiore dell'Arma dei Carabinieri, barbaramente ucciso da una bomba a mano lanciata da tre "delinquenti" in una sommosa popolare. Mio padre era arrivato il giorno prima nella nuova destinazione per assumere il comando della Stazione dei Carabinieri di un grosso paese del palermitano. Ha perso la vita a 44 anni, nell'adempimento del proprio dovere, al servizio delle istituzioni (come oggi le chiamiamo) o per servire la "Patria", come allora si chiamava. A tutela della legalità ed a protezione delle persone oneste che vogliono vivere in un paese civile e dove la "corruzione", l'illegalità dovrebbero essere ripudiati da tutti.
In quell'occasione, sono rimasti feriti il Tenente che comandava la tenenza dello stesso centro e il Commissario di P.S.-
Ironia della sorta, lo stesso giovane Tenente, perdeva la vita a qualche mese di distanza, sempre nell'adempimento del proprio dovere e in servizio di perlustrazione.
Io, mio padre morente, l'ho visto a terra immerso in una pozza di sangue e con la gamba spappolata. Avevo appena otto anni. Mia madre, accorsa in piazza, dopo lo scoppio, mi teneva stretta la mano. Poi è stata immediatamente allontanata dalle forze dell'ordine, dai carabinieri che cercavano in tutti i modi di avvicinarsi per soccorrere il loro nuovo comandante che giaceva per terra, ostaggio dei "delinquenti". Un ricordo ancora vivo in me e che ha, in parte, condizionato tutta la mia vita. Era il 30 marzo del 1944. Oggi, in mattinata, sono andato a far visita, ai resti mortali di colui che mi ha dato la vita e, davanti alla sua foto ho, per l'ennesima volta, promesso a me stesso che mai riuscirò a non prendere ad esempio ciò che lui, nel poco tempo che riusciva a dedicare alla famiglia e in quei pochi anni, mi ha insegnato. La sua opera educativa è stata continuata da mia madre e da alcuni miei insegnanti che hanno saputo inculcarmi quei principi di correttezza e rispetto delle leggi che tutti i cittadini, tutti gli uomini, tutte le nuove generazioni dovrebbero avere.
 Il mio pensiero, mentre ero in quel luogo che molti considerano "sacro", è andato anche a tutti coloro (carabinieri, poliziotti, magistrati) che quotidianamente si impegnano, e a volte perdono anche la vita, per tutelare la legge e fare giustizia, per consentire a tutti i cittadini di vivere nella maniera più civile e solidale possibile. Qualcuno, incuriosito dalla mia storia vera, si starà chiedendo: "e gli assassini?". Sono stati identificati, catturati e processati. I maggiori tre responsabili condannati a 28 e 25 anni di carcere.
Io, invece, privato dall'affetto e dal sostegno di un genitore, grazie ai sacrifici di mia madre, ho potuto studiare fino a quando mi è stato possibile. A Sant'Agata ho trovato ospitalità, amici e lavoro. L'Associazione Nazionale dei  Carabinieri, della Sezione di Sant'Agata Militello, mi ha inserito tra i suoi soci. Purtroppo per i miei numerosi impegni non sono riuscito a mantenere un qualsivoglia collegamento con la "Benemerita", ma vi assicuro che il mio cuore "batte più forte" ogni qual volta incontro uno di loro in divisa. Cerco di dimenticare il passato, i miei ricordi, ma non ci sono riuscito.
A cosa serve il mio Blog? Anche a fare trapelare qualcosa di intimo e di personale, qualche mio segreto.
Domani spero di ritornare ad essere l'uomo "cattivo" e "rigoroso" che continua imperterrito a scrivere, forse a volte, anche sbagliando, ad emettere giudizi errati o quanto meno "impropri". Oggi non sono il solito. Mi è scappata anche qualche lacrima. Perdonatemi. (cirosca)

3 commenti:

  1. Caro Prof. Scaglione ho letto il post inerente alla triste ricorrenza della morte di suo padre; cosa potrei dirle? Le sono vicino con sincero affetto, pur sapendo che nessuna parola potrà esserle di conforto durante questi momenti. Sono sicuro che suo padre è orgoglioso di lei, dei suoi principi, dei suoi valori morali, che anche lei ha tramandato ai suoi figli. Lui vivrà sempre in lei, perché il nostro carattere, la nostra personalità sono maturati grazie all’affetto ed all’educazione ricevuta dai nostri genitori.
    Affettuosi saluti
    Antonio M.

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  2. Prof. le sono molto vicino, per la ricorrenza della morte di suo padre, caduto per tutelare gli interessi della gente perbene, sicuramente suo padre sarà molto orgoglio di lei, per le sue battaglie per la legalità, per la trasparenza, per quello che ha fatto nella sua vita, sempre impegnato nel sociale senza alcun interesse, esempio di vita.
    saluti affettuosi.

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  3. Le sono vicino in questo triste anniversario, sia sempre più fiero di un padre che ha fatto onestamente il suo dovere fino all'estremo sacrificio.
    Pierpaolo F.

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