Confronto tra tecnici dei comuni del comprensorio e rappresentanti dell’Ato idrico, nella sala consiliare. Presente anche, per la Provincia, l’ingegnere Benedetto Sidoti Pinto, dirigente responsabile della Sto-Società tecnico-operativa Ato idrico. I comuni dovranno fornire una serie di dati tecnico-economici, in riferimento al rispettivo territorio, notizie riguardanti la rete idrica, fognaria e l’impianto di depurazione, nonché numero di utenze, eventuali trasgressori e così via. “Elaboreremo delle schede – afferma il geometra Luigi Rundo, rappresentante dell’ufficio comprensoriale dell’Ato idrico - inserendo, ad esempio, quando è stato realizzato l’acquedotto, quant’è lungo, di che materiale è, lo stato di conservazione, quanta acqua vi affluisce. Insomma, una serie di notizie importanti per poter predisporre il piano d’ambito, al quale farà riferimento il nuovo soggetto gestore.
Naturalmente, si tratta di dati base, siamo in fase iniziale”. Ricordiamo che il consiglio comunale ha preso posizione in materia di Ato idrico, avallando la mozione del consigliere di maggioranza Domenico Barbuzza. Ha, quindi, riconosciuto l’acqua quale bene comune dell’umanità e il servizio idrico quale servizio privo di rilevanza economica. Inoltre, ha aderito al “Coordinamento nazionale degli Enti Locali per l’acqua bene comune e la gestione pubblica del servizio idrico”. “I finanziamenti europei sono destinati, per legge, non ai singoli comuni ma agli Ato idrici – spiega il sindaco Bruno Mancuso – che sono forme associative di comuni. Ci sono in gioco centinaia di milioni di euro e dobbiamo attivarci se vogliamo sperare di ammodernare le nostre reti fognarie e idriche e i depuratori. La privatizzazione, contro la quale ci battiamo, è un’altra questione. Intanto, dobbiamo fornire all’Ato queste indicazioni tecniche necessarie per redigere il piano d’ambito e poi, una volta che siamo pronti, puntare ad una gestione diretta-in house dei comuni, visto che la maggior parte dei comuni è contraria ad una gestione privata, sempre sotto la regia dell’Ato idrico”. Evidenzia, quindi, che è necessario portare avanti il programma del cosiddetto “progetto di conoscenza”, pena la perdita di cospicui finanziamenti. Qual è la condizione della condotta idrica e fognaria della cittadina? “Abbiamo un acquedotto molto antico, in parte sistemato grazie a dei finanziamenti. Però, bisogna ancora intervenire nel centro storico e su alcune condotte di adduzione, soprattutto quella di Neresi che passa attraverso il Rosmarino. Sant’Agata ha bisogno di una ristrutturazione di tutta la rete idrica e fognaria, ridotte ai minimi termini, nonostante in questi cinque anni abbiamo fatto tanto, perché abbiamo avuto il finanziamento della rete fognaria del lungomare, del serbatoio Telegrafo e altri finanziamenti per piccoli aggiustamenti. Diciamo che una buona sistemata l’abbiamo data. Ma ancora c’è molto da lavorare”. (Fonte: Giornale di Sicilia. Articolo a firma Cinzia Scaglione)
Dall'Assemblea Regionale Siciliana.
L’Assemblea Regionale Siciliana si prepara ad approvare la finanziaria e il Partito Democratico chiede a gran voce la ripubblicizzazione del servizio idrico. L’on. Giovanni Panepinto ha chiesto di inserire la mozione acqua nel pacchetto di riforme che il governo Lombardo intende portare avanti.
Secondo tale mozione la gestione integrata del servizio idrico sarà riorganizzata nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza mediante una nuova legge: continueranno ad esistere gli Ato, ambiti territoriali ottimali (anche se in numero ridotto), e la gestione sarà interamente pubblica.
«Siamo finalmente arrivati ad un passo dalla ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia», ha dichiarato il deputato PD Giovanni Panepinto: «La nostra battaglia contro le inefficienze, contro disservizi, contro la speculazione e il caro-bolletta si appresta ad avere un finale positivo. È una battaglia che da mesi portiamo avanti insieme a moltissimi sindaci siciliani, più di centotrentaquattro, che in questo primo periodo di esperienza di gestione privata dell’acqua hanno deliberato per il ritorno alla gestione pubblica».
Se la manovra finanziaria sarà approvata cesseranno dunque di esistere i contratti in corso con soggetti privati: la liquidazione con le precedenti autorità che gestivano il servizio avverrà nei limiti del danno emergente dimostrato dalla parte interessata, e comunque a condizione che gli stessi soggetti abbiano integralmente realizzato i programmi ed i piani di investimento previsti per la gestione del servizio stesso. I relativi accertamenti saranno svolti dalle attuali Autorità d’ambito, con il coordinamento del Dipartimento Acque e rifiuti. I soggetti già deputati alla gestione del servizio stesso continueranno a garantire il servizio entro un anno dall’approvazione della legge, dopo la quale saranno individuati i soggetti pubblici attraverso un nuovo provvedimento legislativo.
Secondo tale mozione la gestione integrata del servizio idrico sarà riorganizzata nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza mediante una nuova legge: continueranno ad esistere gli Ato, ambiti territoriali ottimali (anche se in numero ridotto), e la gestione sarà interamente pubblica.
«Siamo finalmente arrivati ad un passo dalla ripubblicizzazione del servizio idrico in Sicilia», ha dichiarato il deputato PD Giovanni Panepinto: «La nostra battaglia contro le inefficienze, contro disservizi, contro la speculazione e il caro-bolletta si appresta ad avere un finale positivo. È una battaglia che da mesi portiamo avanti insieme a moltissimi sindaci siciliani, più di centotrentaquattro, che in questo primo periodo di esperienza di gestione privata dell’acqua hanno deliberato per il ritorno alla gestione pubblica».
Se la manovra finanziaria sarà approvata cesseranno dunque di esistere i contratti in corso con soggetti privati: la liquidazione con le precedenti autorità che gestivano il servizio avverrà nei limiti del danno emergente dimostrato dalla parte interessata, e comunque a condizione che gli stessi soggetti abbiano integralmente realizzato i programmi ed i piani di investimento previsti per la gestione del servizio stesso. I relativi accertamenti saranno svolti dalle attuali Autorità d’ambito, con il coordinamento del Dipartimento Acque e rifiuti. I soggetti già deputati alla gestione del servizio stesso continueranno a garantire il servizio entro un anno dall’approvazione della legge, dopo la quale saranno individuati i soggetti pubblici attraverso un nuovo provvedimento legislativo.
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