04 aprile, 2011

Sant'Agata Militello. “Chi possiede in sé purezza e semplicità è un uomo vero”. Prof. Rino, ci mancherai !

“Chi possiede in sé purezza e semplicità è un uomo vero”.
Questa frase impressa nello striscione degli studenti dell’istituto tecnico industriale Torricelli di S.Agata Militello, che hanno affettuosamente e con enorme partecipazione vissuto le esequie del prof. Rino Bertoloni, è il testamento spirituale di una persona molto speciale, che viveva la sua vita con gioia e amore verso sé stesso, il prossimo, la natura, la vita.
Un uomo, la cui intelligenza, onestà intellettuale e bontà d’animo erano note a chiunque si approcciasse a lui.
Chi lo ha conosciuto o anche solo incontrato nelle tante manifestazioni di cui era promotore sa esattamente che la più grande capacità di questo vero grande uomo non era la capacità di sintesi ma quella di integrare la diversità.
Quando Rino sposava un’iniziativa era il centro focale, il vero elemento aggregante, e la sua immensa bellezza d’animo mettevano subito tutti sulla strada del risultato, sul decisionismo e mai sull’inazione.
Chi pensa che Rino fosse un uomo di poche parole preterisce la enorme comunicatività di questo maestro del nostro tempo: il sorriso sincero e coinvolgente, dolce come una carezza amorevole, l’intensità del suo sguardo.
I suoi interessi erano tantissimi.



Rino era un uomo colto che non faceva della cultura un’arma o un mezzo di distinzione sociale, Rino sapeva qual è il vero valore della conoscenza. Era il nipote dello scrittore Vincenzo Consolo, suo fratello Ninni scrive per il quotidiano “Il Messaggero”, mai però ostentava di avere in famiglia importanti uomini di cultura: la conoscenza per Rino serviva all’uomo per crescere, per capire, per confrontarsi con la propria coscienza.
La sua passione per la filosofia orientale, che ha veicolato con piccoli opuscoli che distribuiva a studenti ed amici, non gli aveva fatto cambiare idea sugli strumenti con cui rapportarsi alla vita, anzi lo aveva ancor più persuaso dell’importanza della semplicità, che gli consentiva di insegnare un modo nuovo di vivere gli eventi della vita a chiunque gli esponesse i suoi patemi, le difficoltà o le speranze che lo animavano.
Rino non era un uomo immobile, semplicemente non era interessato al superfluo.
Rino sapeva cosa significava l’amicizia.
Non dimenticherò mai le lacrime sincere dei suoi amici di lunga data, fra tutti Santi, Biagio e Fina, la disperazione di chi sa di non aver perso solo un compagno di giochi e di vita ma un costante riferimento di etica.
Rino era un uomo leale, onesto e coerente.
Aveva fondato il partito dei Verdi a S. Agata ma non aveva mai preteso di ricoprire cariche politiche; aveva capeggiato le proteste popolari contro la realizzazione della discarica nello stesso comune ma in alcun modo ha mai preteso di cavalcare il consenso che i cittadini gli tributavano in ragione della sua autorevolezza; ha fermato la rimozione degli alberi di piazza Duomo, ma mai ha chiesto che gliene venisse attribuito il merito.
Rino non era un uomo lento, lui non credeva nel bieco vivere senza valori e per trasmetterli e ponderarli si fermava ad imparare, ad osservare, per poi poterli donare.
Rino era un uomo solidale: quando la frana colpì rovinosamente i comuni di San Fratello e Caronia organizzò una manifestazione studentesca in cui i ragazzi avrebbero potuto confrontarsi de visu con la disperazione degli sfortunati sfollati e cogliere il senso profondo della solidarietà. Regalò la sua bicicletta, compagna di lunghe passeggiate, proprio ad uno studente di Caronia, che stava vivendo quella drammatica situazione.
Rino amava la natura e gli animali, sapeva che avevano molto da insegnargli. Tigre, il suo barboncino bianco che neanche per un istante lo abbandonava, era il suo fedele amico di tante escursioni. Neanche per un istante Tigre si è spostato da sotto il feretro del suo Rino, come avrebbe potuto mai abbandonare il suo amato padrone?! All’inizio lo aspettava dietro la porta dell’ascensore, poi ha capito, ha sentito il suo odore in quella fredda bara e si è accucciato per condividere con lui anche quegli ultimi momenti.
Ogni mattina Rino si alzava prestissimo per i suoi esercizi meditativi e per ammirare il bellissimo panorama che offre il terrazzo della sua casa, da cui si vede il mare, le isole, l’incontro felice dell’orizzonte con lo sconfinato cielo, e anche l’ultimo giorno della sua vita la mattinata era iniziata così: si è alzato di buon ora, dopo aver fatto la doccia, proprio mentre ammirava il suo bellissimo regalo naturale, qualcosa lo ha portato via per sempre.
Non crederò mai che Rino ha scelto la morte, non era nella sua indole pacata, e totalmente dissonante con il suo desiderio di crescere e amare.
Rino non era un uomo solo: aveva tantissimi amici che lo adoravano, la moglie Luciana sempre affettuosa e premurosa, di cui la sera prima della sua morte aveva detto ai suoi amici di essere fortunato ad averla accanto, la stessa sera in cui aveva anche giocato a pallone e mangiato un dolce in compagnia, perché era golosissimo e sapeva apprezzare la buona cucina.
Hanno scritto in qualche giornale che Rino non aveva figli: Rino aveva tanti figli, se ho già detto dei suoi alunni, non posso non soffermarmi su sua nipote Pamela, che viveva con lui e la zia da ormai quasi quattro anni, con cui condivideva la vita quotidiana, le ansie e le gioie, un rapporto di vero amore filiale, come dimostra l’inconsolabile tristezza che adesso oscura il suo viso, lo sgomento e la disperazione di chi ha avuto accanto un uomo così buono, dolce e comprensivo, che ha dato tutto il suo amore, ed è stato padre senza esserlo.
Rino aveva perso diversi chili e aveva avuto qualche tempo prima un mancamento che lo aveva fatto impattare con la macchina contro un albero, rimanendo vivo quasi per miracolo.
Rino preparava il suo ritorno a scuola e studiava il pomeriggio per le lezioni da impartire ai suoi amati alunni. Rino, il giorno della sua scomparsa, aveva un appuntamento in libreria per ritirare il suo ultimo lavoro letterario.
Non sembra vero che tu sia scomparso, ma la tua vita servirà a tanti d’esempio. E’ grazie a te, che ci hai insegnato alcune cose importanti davvero senza che quasi ce ne accorgessimo, che oggi possiamo cercare di ricominciare a vivere senza la tua presenza fisica, ma con il cuore pieno dei tuoi sorrisi.
Un volo senza fine il tuo perché non hai mai toccato terra: quello era solo il tuo corpo.
Solo ora abbiamo in molti capito chi eri davvero: bisogna perdere per capire.
Questa vita spesso è ingiusta, così è stata la tua morte, ma tu sei stato un uomo vero perché solo chi possiede in sé purezza e semplicità è un uomo vero.
Grazie Rino. (Giorgio Alfonso)



4 commenti:

  1. Giorgio Alfonso il 3 aprile alle ore 20.48, mi scriveva:
    carissimo prof. Scaglione, vorrei scrivere un articolo sul suo blog sulla figura di Rino Bertoloni, me lo pubblica se glielo faccio avere in qualche giorno?

    Alle ore 21.44 rispondevo:
    Caro Giorgio, la notizia della dipartita del nostro caro amico Rino mi ha messo KO. Volevo scriverlo io l'articolo, ma il mio dolore è stato così forte che non ho saputo e potuto farlo. Il prof. Rino lo merita e forse tu riuscirai a farlo meglio di me e con parole più adatte. Mandamelo pure che te lo pubblico senz'altro. E' il meno che io possa fare. Grazie comunque. (Cirosca)
    Oggi, dopo aver letto ciò che ha scritto Giorgio, sono amareggiato e pentito di non avere conosciuto questo grande uomo molto prima. Di non avere apprezzato in tempo utile e direttamente la sua smisurata bontà, la sua cultura, i suoi alti valori. Perdonami Rino.

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  2. CARO GIORGIO, LO HAI DESCRITTO IN MODO INOPPUGNABILE. ERA VERAMENTE COSI'...

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  3. Parole degne per il degno Uomo che è stato, è e sarà.
    La cosa che più mi piace del Prof. Rino è la sua forte consapevolezza del relativismo nel quale siamo immersi: soltanto così è possibile giocare e familiarizzare con qualunque idea, da illuminato.

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