01 febbraio, 2012

Sant'Agata di Militello. La Sicilia di Consolo. il "nostro" concittadino continua a far parlare di se. Perchè non intestargli il luogo più adatto? La Biblioteca Comunale del Castello Gallego.

Sant'Agata di Militello.  Il "nostro" concittadino e "maestro", Vincenzo Consolo, continua a far parlare di sé anche a distanza di settimane. Perchè non intestargli il luogo più adatto?
 La Biblioteca Comunale del Castello Gallego.

Non è stata una mia "luminosa idea", ne voglio assumermene "la paternità" di questa proposta. Probabilmente altri ci staranno pensando contemporaneamente o ci avranno già pensato.
Nessuno quindi lo faccia a nome personale ma facciamo scaturire la proposta da tutti i consiglieri comunali che rappresentano tutti i cittadini santagatesi. Almeno in questa occasione dimostriamo al paese e a tutti che "suoniamo e cantiamo" all'unisono.

 Diamo merito a chi solo se lo merita: Il "maestro" Vincenzo Consolo.
 Sono curioso di ascoltare e vedere ciò che succederà nel consiglio comunale che si terrà giorno sette prossimo.
 Ah! Dimenticavo! Giorno 31 scorso mi sono recato al Castello Gallego ed ho fatto una visitina alle stanze che ospitano la "Biblioteca Comunale".
 Ma di questo parleremo in altro momento. Ora mi faccio la "consueta" carrellata serale su internet.
Dal sito "Goleminformazione.it", estraggo alcune  parti dell'articolo a firma Valentina Pinello. L'intero articolo potrete reperirlo e leggerlo nella pagina web del sito citato.
" C’è un impegno morale nel rappresentare il nostro tempo da parte dello scrittore; anche se scrive libri di storia, non deve essere la storia romanzata, deve essere una storia metaforica come ci ha insegnato Manzoni, cioè si parla del passato per rappresentare la nostra contemporaneità» diceva Consolo.
 La giornalista scrive nel suo articolo:
 Ad una settimana dalla sua morte avremmo voluto chiedergli del movimento dei Forconi che agita da settimane la Sicilia, di seguito le risposte di una chiacchierata di qualche tempo fa nella sua casa di Sant'Agata di Militello di fronte alle Isole Eolie."
E poi così continua:
"Trascorrere un paio d’ore conversando con Vincenzo Consolo è stato come aver riletto pagine significative di storia e di letteratura della Sicilia e averle fatte proprie. Il suo modo di parlare con semplicità di fatti non sempre comprensibili ai non siciliani,, denota una linearità di pensiero che solo un attento conoscitore di quell’Isola può possedere. Ascoltarlo provoca un piacere diverso rispetto a leggere i suoi libri, noti invece per una prosa ricercata, non di immediata comprensione, anche se musicale, intessuta di riferimenti linguistici che derivano radici culturali della terra siciliana.
 «Ormai siamo diventati degli Ulissidi, espropriati della nostra identità e alla ricerca della nostra Itaca. Quando torniamo però Itaca non c’è più; la patria è ormai diventato un luogo interiore .
Vedendo la realtà siciliana fatta di ingiustizie ho deciso di spostarmi a Milano, patria di Beccaria.
 Qui da noi il diritto si trasforma in favore che ti lega ad una persona, in alcuni casi, anche per tutta la vita. Sono andato via per questo. Lo sradicamento (solamente fisico, le mie memorie sono qui) è doloroso, però alla fine necessario. Non è facile ricostruire legami in luoghi che non sono i tuoi. Ma stando qui si fa un danno a se stessi. Bisogna però tornare e quando si torna si è più forti, forse anche meno vulnerabili, o meglio, meno ‘ricattabili’».
«Tutta una serie di scrittori di cui io parlo sono stati influenzati dalla condizione delle zolfare, in cui esisteva un rapporto di assoggettamento totale dell’operaio al padrone. La realtà delle zolfare poggiava principalmente sulle spalle di due soli lavoratori: il picconiere e il caruso. Dalla condizione di carusi, sfruttati come servi della gleba, era quasi impossibile riscattarsi. Col tempo però questi presero coscienza della loro condizione e dal mondo delle zolfare si sollevarono le prime proteste operaie. La prima riunione di sindacati (allora si chiamavano Società di Mutuo Soccorso) avvenne a Grotte. Per l’occasione vennero gli operai del nord a portare la loro solidarietà, come oggi avviene per gli operai della Fiat di Termini Imerese. Nella Sicilia occidentale è nata una letteratura diversa rispetto a quella orientale. Così Pirandello parla del mondo delle zolfare e dei primi scioperi (ne “I vecchi e i giovani”); ma non è l’unico. Altri esempi sono Alessio Di Giovanni in “Gabrieli lu carusu” o Angelo Petix, nel dopoguerra, in “La miniera occupata”. Anche Verga ne parla, in “Dal tuo al mio”o in “Rosso Malpelo”; ma lo scrittore catanese non è un uomo di zolfo e per lui la lotta di classe non serve a niente. Verga parla piuttosto di una metafisica della roba e la sua è una concezione conservatrice. In scrittori della parte orientale della Sicilia, anche se di forte impegno civile, mi riferisco a Brancati o a Vittorini, è invece più marcata la propensione ad una scrittura lirica (vedi “Conversazione in Sicilia”).
 Arrivando a me: quando ho deciso di intraprendere questa strada, provenendo da un paese intermedio tra queste due realtà da me descritte seguendo una sorta di geografia ideale, ho dovuto decidere da che parte stare. Nella mia zona, quella di Sant’Agata di Militello, non c’è stato il problema del latifondo, della distruzione della natura; c’era la piccola proprietà terriera, ma non ci sono mai stati grandi scontri sociali. Per me si pose quindi il problema se rimanere chiuso in quest’ambito, sviluppando temi di tipo esistenziale, oppure avvicinarmi alle zone di Messina o Catania, oppure ancora spostarmi verso le zone occidentali. Bene, alla fine ho concepito una sorta di ibrido, una ‘chimera’ , tra mondo occidentale, di impegno civile, e mondo orientale, lirico».
- Al di là dei suoi orientamenti stilistici, di quale Sicilia ama parlare? - chiede la giornalista.
 «
Si ha della Sicilia un’immagine eccessivamente colorata, nel senso più negativo. Un po’ come avviene per il sud America: del Brasile, per esempio, si parla per il Carnevale di Rio e si rischia di non andare oltre. La Sicilia vera, quella di cui mi piace parlare, è quella dell’uomo che ha cercato di riscattarsi, di ritrovare la sua identità. Niente colorismo alla Camilleri! Rischiamo di farci espropriare del nostro patrimonio umano. L’identità non deve però essere compiacenza di sé, ma comprensione dell’altro partendo da una migliore conoscenza di noi stessi».
La giornalista poi chiede:
 - Nella Sicilia attuale, dei condoni edilizi, delle case costruite sulla Valle dei Templi, del clientelismo, delle coste sempre più deturpate dal cemento (da cui anche i tonni sono scappati!), pensa che “l’olivastro”, il selvatico, abbia completamente asfissiato “l’olivo”, usando la distinzione presente nel suo libro, “L’olivo e l’olivastro”, appunto. 
- «Credo di sì. Ho paragonato Falcone e Borsellino a persone che hanno cercato di disboscare, con l’ascia della legge, il selvatico. Ma sono stati uccisi.
 A Palermo si è diffuso un clima di assoluto fastidio verso i magistrati.
 Si è passati dall’indignazione degli anni di Falcone, alla dimenticanza. E’ un brutto segno quando in una società non si riconosce l’importanza della magistratura e quando non si riconosce l’indipendenza dell’Antimafia».
*** Quanti insegnamenti mi ha dato Vincenzo e continua a darmi!
 Grazie Enzo. (cirosca)


3 commenti:

  1. Penso che intitolare a consolo la biblioteca potrebbe essere una buona idea, ma forse sarebbe ancora più adatto intitolare al santagatese più illustre della storia il lungumare che rappresenta la cosa più bella che la natura ha dato a sant'agata. consolo era innamorato del lungomare come lo era il nipote rino. Questa sera a palermo vi è stata una serata importante in una libreria del centro, organizzata dall'associazione pio la torre in ricordo ed in onore di consolo. era presente rita borsellino e molti professori ed artisti amici e colleghi di consolo. vi erano anche le figlie di leonardo sciascia, il direttore generale dell'assessorato regionale ai beni culturali, oltre che, naturalmente, caterina, la moglie. Nel corso degli interventi è emerso, ove ce ne fosse stato bisogno, che consolo ha rappresentato una delle voci più autorevoli della letteratura e dell'impegno civile della nostra nazione. sant'agata dovrebbe dedicargli la via più importante e l'inaugurazione potrebbe farsi coincidere con l'uscita ad aprile della ultima pubblicazione di consolo, in cui sarà presente, un racconto che parla dell'amore di consolo per la sua città. Questa è stata una anticipazione che caterina ha fatto stasera quando nel salutarci, con le lacrime agli occhi, ha ricordato enzo dicendo che presto i santagatesi capiranno, attraverso il racconto che presto sarà pubblicato, quanto lui amava sant'agata.

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  2. tempestivamente ed opportunamente il consigliere Amata ha portato la proposta al consiglio comunale che deciderà in merito. sulla biblioteca la proposta ma pare l'avesse già fatta Nino Santomarco.

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  3. Ah!!! C'è una biblioteca comunale al Castello Gallego? Questa è una notizia!! Credevo fosse un deposito di enciclopedie e di fumatori inutilizzati. Sig. Cirosca, saprebbe anche indicarmi dove sono i libri visto che l'ultima volta che ho avuta la pessima idea di rercamici a cercare un vecchio volume e una confusa signorina frugando tra pizzini e foglietti a quadri scritti con la biro e sparsi su un tavolaccio mi ha assicurato che in qul luogo tale volume non era mai esistito. Strano. Lo lessi ben due volte quando si trovava nella vecchia e ben più funzionale sede di Monaci. O forse allora i libri c'erano perchè c'erano impiegati che lavoravano e amavano il loro lavoro? O forse perchè allora c'erano registri ben tenuti con tanto di casellario e oggi, nell'era dell'informatica, al Gallego sono regrediti all'età del "pizzino"? Non lo sapremo mai visto che sono spariti gli impiegati e con essi anche la biblioteca o quell'abbozzo di biblioteca che i vecchi impiegati hanno curato con amore nella speranza di vederla crescere e farsi grande con la dignità che tale nome richiede.
    Ritengo che Enzo Consolo non meriti di vedere affisso il suo nome in un luogo tanto scoraggiate alle lettere e poco frequantato dai letterati, adatto giusto per quelli come me che hanno la IV elementare conseguita tramite raccomandazione del bidello. E se non si trova il libro pazienza, sarà comunque piacevole farsi una bella fumata nel fresco cortile in compagnia dei simpatici umani parcheggiati, specie d'estate.

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